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Fare associazione in Sicilia conviene...

Dall'Assemblea regionale siciliana pioggia di soldi per associazioni, enti e bande

09 maggio 2009

AGGIORNAMENTO
Il commissario dello Stato, il prefetto che controlla le leggi approvate in Sicilia, ha bocciato, in un sol colpo, la pioggia di contributi a 253 fra enti, associazioni, centri studi, per una spesa record di 78 milioni. C'era davvero di tutto, nella legge che - secondo il commissario Alberto Di Pace - "compromette il principio costituzionale del buon andamento della pubblica amministrazione". Anche perché, segnala ancora il prefetto, almeno 47 sussidi non consentono neppure "l'individuazione certa dei destinatari della provvidenza pubblica". L'Ars ha dato soldi a enti che neppure figurano su Internet.
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L'ex presidente della Regione Siciliana, Totò Cuffaro, è conosciuto non solo per il "vasa vasa", suo caratteristico modo di approcciarsi con l'altro tramite l'immancabile sfregamento guancia su guancia, ma anche per avere "inventato" un modo personalissimo di fare politica e per questo chiamato "cuffarismo", che è diventato sinonimo di: creazione del consenso attraverso clientele.
Quella definizione ora "rischia di diventare obsoleta", ha detto ironicamente Salvatore Cuffaro commentando i contributi per 78 milioni di euro a enti, associazioni e centri studi, erogati dalla finanziaria approvata dall'Assemblea regionale siciliana, nei giorni scorsi.
Circa 14 milioni in più di quanto la Regione sborsò l'anno scorso. L'altro ieri alcuni deputati del Pdl avevano parlato di una riproposizione del "mercato delle vacche", puntando il dito contro le scelte operate dal governo presieduto da Raffaele Lombardo.
"Durante tutto il mio mandato - ha osservato Cuffaro - avevo sempre mantenuto invariata la tabella che prevede i contributi garantendo solo quelli che rappresentavano la sopravvivenza per associazioni ed enti culturali consolidatisi nei decenni. Mai avrei pensato di aggiungere nuovi Enti".
Certo, facile fare affermazioni del genere adesso. Ma non è Cuffaro il soggetto che ci interessa ora...

L'elenco dei contributi è lungo: c'è l'unione dei giuristi cattolici, che riceve 200 mila euro ad Agrigento e 50 mila a Palermo. Duecentomila euro per la Palermo rugby. Altri 100 mila euro vanno all'associazione Caput Mundi che si occupa di un progetto di educazione alimentare. La stessa cifra viene stanziata per i Legionari di Cristo, mentre altri 130 mila euro vanno all'Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale. E ancora 50 mila euro all'associazione bandistica S. Catanzaro di Borgetto. Che però non esiste. A Borgetto c'è invece l'associazione G. Catanzaro. Uno scambio di iniziali dovuto probabilmente a un errore di trascrizione. E ora i suonatori del paese rischiano di essere "suonati" e di perdere il finanziamento.
Grande attenzione viene riservata anche alla cultura: gli Amici di Salvatore Quasimodo potranno usufruire di un contributo di 100 mila euro, mentre il centro studi Pier Paolo Pasolini di Agrigento dovrà "accontentarsi" di 39 mila euro. Contributi da 100 mila euro poi per sostenere il premio internazionale di scienze umane "Empedocle" di Agrigento come il premio internazionale dei diritti umani organizzato dall'associazione Acuarinto. Non manca poi il sostegno a iniziative di carattere umanitario, come i 50 mila euro destinati al Museo della Pena e della tortura. Altri contributi, infine, andranno a fondazioni che operano contro la mafia, come quella intestata a Giuseppe Fava (100 mila euro), o a strutture conosciute nel mondo come il museo internazionale della marionette, a cui sono destinati 200 mila euro.

Dietro ogni iniziativa c'è uno sponsor. Ad esempio, "Fare ambiente", che riceve 100 mila euro, è presieduta dall'ex assessore regionale Nicolò Nicolosi (oggi vicino a Lombardo), l'Accademia della politica è una creatura di Bartolo Sammartino, già vicesindaco di Palermo e deputato di An. E tirano un sospiro di sollievo anche i centri studi vicini alla sinistra: il Pio La Torre, il Gramsci che raddoppia la propria dotazione (da 72 a 150 mila euro), il "Rossitto" che nacque su iniziativa dell'ex sindaco di Ragusa Giorgio Chessari. Enti che portano già nel nome una collocazione politico-culturale chiara (l'istituto socialista di studi storici che ha sede a Messina) ed altri diluiti nel capitolo della lotta alla mafia. Ma il capitolo destinato ad associazioni, fondazioni e centri studi impegnati in questo settore perde 70 mila rispetto all'anno scorso. [Clicca qui per l'elenco dei contributi]

LA PROTESTA DEGLI INTELLETTUALI
di
Emanuele Lauria (Repubblica/Palermo.it, 08 maggio 2009)

Bande musicali, associazioni di rugbisti e di specialisti del "tiro dinamico", musei del giocattolo: salgono tutti, sulla giostra del contributo siciliano. Stavolta non ha davvero badato a spese, il sempre prodigo parlamento di Palermo. Cancellando in una sola notte ogni record raggiunto in passato, portando sino a 78 milioni (quattordici più dell'anno scorso), le uscite per una miriade di enti, centri studi e associazioni. E passando un bel colpo di spugna anche sulle dichiarazioni rigoriste rilasciate nell'ottobre scorso dal governo Lombardo: «Non ci sono più fondi per soddisfare le aspettative di una miriade di organismi foraggiati dalla Regione», aveva detto l'assessore al Bilancio Michele Cimino. L'assemblea di Sala d'Ercole l'ha smentito clamorosamente.

La crisi? E il risanamento annunciato con i tagli alla sanità? Cedono il passo, davanti a una manovra pre-elettorale che fa impallidire i blitz del passato. Come quello di Benito Paolone, l'ex deputato di An che nel gennaio del 2007 sbucò a Palazzo dei Normanni e si fece approvare un contributo da 500 mila euro per l'Amatori Catania di rugby. Nel capoluogo non hanno retto all'invidia e quest'anno è spuntato, nella rubrica del turismo, un finanziamento per la «Palermo rugby»: 200 mila euro. Nella foga, la mano anonima di un deputato dell'Mpa ha piazzato il suo contributo da 50 mila euro per il Combat club Gela: può la Regione non incoraggiare la giovane arte del «tiro dinamico», disciplina che consiste nello sparare a bersagli mobili in un set costruito con finte porte e finestre? Non può. Per carità: la lista contiene molte iniziative meritevoli. Ma non c'è un criterio di scelta. E ogni organismo finanziato ha, naturalmente, un preciso sostenitore politico.
La parte del leone la fa il mondo cattolico, cui vengono indirizzati finanziamenti per 5,5 milioni: fra le new entries quest' anno i «Legionari di Cristo» che ricevono un contributo da 100 mila euro. Nella lunga lista dei beneficiari c'è l'Osservatorio dell'autonomia (50 mila euro) che evidentemente sta a cuore a un presidente autonomista, l'Accademia degli zelanti e dei dafnici con sede ad Acireale (130 mila euro), i giuristi cattolici di Agrigento che fanno il pieno con 200 mila euro. E i musei, anche i più piccoli, noti o poco frequentati: dal museo del giocattolo di Catania a quello sulla pena e sulla tortura con sede a Bronte. La Regione Siciliana pensa ai presepi: soldi per quello di Custonaci, ed è una conferma, ma pure per quello di Agira. Per lo più "aiutini" da 50 mila euro, nella sagra dei contributi a pioggia. 

Quando le cifre sono maggiori, finiscono per essere premiati enti che, per la cattiva gestione, faticano a risollevarsi dal tracollo finanziario: un milione va alla fondazione Federico II, il cui ex direttore generale Alberto Acierno è accusato dall'attuale consiglio d'amministrazione di aver fatto viaggi alle Maldive e shopping a Madrid con la carta di credito aziendale. La corsa al finanziamento può provocare spiacevoli inconvenienti. E pasticci come quelli dei 50 mila euro indirizzati all'associazione bandistica «S. Catanzaro» di Borgetto. Che però non esiste. Nella fretta il deputato sponsor ha scritto male il nome dell'ente e ora i suonatori del piccolo paese palermitano rischiano di perdere il finanziamento.

Insomma, un mare magnum dove annega ogni giudizio di valore. Alla fine, a pagare dazio potrebbe essere solo (o quasi) il Centro studi filologici e linguistici siciliani, una delle maggiori istituzioni internazionali di questa disciplina, che ha visto dimezzato il contributo della Regione. E che grida allo scandalo in un documento firmato da decine di studiosi fra i quali Tullio De Mauro e il presidente dell'accademia della Crusca Francesco Sabatini: «Con tutto il rispetto, siamo trattati come il circolo culturale di un paese delle Madonie».

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09 maggio 2009
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