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Farneticazioni! (ma il documento è vero)

Un documento (vero) dice che il Papa morirà entro i prossimi 12 mesi, ma dal Vaticano però...

11 febbraio 2012

Una notizia che avrebbe fatto rumore a livello mondiale! Con queste parole il giornalista Sandro Ruotolo ha presentato nei giorni scorsi su Servizio Pubblico l'aticipazione di un articolo pubblicato ieri (venerdì 10 febbraio) da Il Fatto Quotidiano a firma di Marco Lillo. Un articolo tanto assordante perché tratta dell'ipotetico "complotto omicidiario" nei confronti di Joseph Aloisius Ratzinger, Papa Benedetto XVI (LEGGI). 
Il direttore della Sala Stampa Vaticana, Padre Federico Lombardi, ha commenta la notizia dicendo: "Si tratta, evidentemente, di farneticazioni che non vanno prese in alcun modo sul serio".
Insomma, farneticante Marco Lillo e dunque folle Sandro Ruotolo e Michele Santore che hanno voluto dare eco alla notizia; folle Marco Travaglio, vicedirettore del Fatto, che in trasmissione ha assicurato la "bontà" dei documenti e folle, ovviamente, Antonio Padellaro in quanto direttore del quotidiano.

Secondo l'articolo di Lillo, il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, durante un viaggio in Cina compiuto nello scorso mese di novembre, avrebbe parlato del fatto che il Papa sarebbe morto entro dodici mesi e gli sarebbe succeduto il cardinale Angelo Scola, ora arcivescovo di Milano. Sempre secondo l'articolo, il racconto del cardinal Romeo avrebbe indotto un altro cardinale, il colombiano Darío Castrillón Hoyos, che ne era venuto a conoscenza, a scrivere il 30 dicembre dello scorso anno, un appunto riservato in lingua tedesca e a inviarlo al Papa. Benedetto XVI lo avrebbe ricevuto alcuni giorni dopo.
Uscito l'articolo, il cardinale Romeo, ha definito, in una nota, "del tutto privo di fondamento" quanto gli viene attribuito nel servizio de "Il Fatto Quotidiano". "Appare tanto fuori dalla realtà – ha aggiunto – da non dovere essere preso in alcuna considerazione".
Il porporato non si è mosso dal suo studio in Curia, a Palermo, ma il suo segretario, don Fabrizio Moscato, ha assicurato: "E' molto sereno. Tutto quello che c'é da dire su questa vicenda è scritto nella nota". La preparazione del comunicato, in cui si definiscono "fuori dalla realtà" le indiscrezioni attribuite all’arcivescovo di Palermo su un complotto contro il Papa, ha modificato l’agenda della segreteria. E' stato necessario spostare anche l’udienza da tempo programmata con il vescovo romeno Petru Gherghel. Ieri è ricorso il quinto anniversario dell'ingresso in diocesi di Romeo. La coincidenza con la "rivelazione" sul presunto complotto viene sottolineata, ma non commentata, negli ambienti della Curia. L'unica cosa certa è la visita "privata" del cardinale Romeo in Cina nel novembre 2011. E' durata in tutto cinque giorni, compresi i due per il viaggio, e il Vaticano era informato di tutto, "come da prassi" ha sottolineato don Fabrizio Moscato. A Pechino Romeo ha incontrato uomini d'affari e "interlocutori" cinesi. Nulla viene precisato sulla natura e sugli scopi del viaggio.

Dunque, stando alle comunicazioni del cardinale Romeo, l'articolo del Fatto non è soltanto farneticante ma anche mendace! Ma siamo sicuri? Di vero e certo c'è il "misterioso" viaggio di Romeo in Cina. Un cardinale non può andare in Cina quando vuole e starci quanto vuole? Ma certo che può! Un arcivescovo non può tranquillamente recarsi nella più grande repubblica popolare comunista del pianeta terra e parlare con "uomini d'affare" e altri non meglio specificati "interlocutori"?  Sì, lo può fare... Almeno, crediamo lo possa fare... be', arcivescovo, uomo molto influente nel Clero... può farlo sicuramente, ma permetteteci di provare almeno un po' di curiosità per tutto ciò.
Inoltre, nonostante la farneticazione e la mancanza di fondamento, nell'articolo di Marco Lillo di vero c'è il documento "strettamente riservato" scritto in tedesco.
"Io non ho negato che esista questo documento. E' evidente che si tratta di farneticazioni che non vanno prese in alcun modo sul serio e che non sono state prese in alcun modo sul serio", ha detto padre Federico Lombardi, cofermando l'esistenza del documento e facendo capire che il termine "farneticazioni" non era stato attribuito al contenuto dell'articolo di Lillo, ma bensì al contenuto del documento fatto pervenire a Papa Ratziger!

Complotto contro Benedetto XVI: l'appunto discusso con il Papa e l'indagine interna
di Marco Lillo (Il Fatto Quotidiano, 11 febbraio 2012)

Il Vaticano conferma: il documento pubblicato dal Fatto Quotidiano ieri è autentico. Quelle due pagine in tedesco, più due fogli allegati, dei quali diremo, esistono e sono state ricevute con tanto di timbro nelle stanze Vaticane. Non solo: il cardinale Paolo Romeo ha dovuto ammettere ieri l'esistenza del suo viaggio segreto in Cina, durante il quale l’arcivescovo di Palermo avrebbe fatto alcune affermazioni pesantissime – riportate nel documento pubblicato dal Fatto – sulla prossima morte del Papa e sull'impressione riportata dagli interlocutori di Romeo che ci sia in vista una congiura per uccidere il Santo Padre.

È il caso di riportare l'oggetto del documento pubblicato ieri: "Durante i suoi colloqui in Cina, il Cardinale Romeo ha profetizzato la morte di Papa Benedetto XVI entro i prossimi 12 mesi. Le dichiarazioni del Cardinale", prosegue il documento anonimo scritto in tedesco e consegnato dal cardinale Castrillón alla segreteria di Stato e alla segreteria del Papa nella metà di gennaio, "sono state esposte, da persona probabilmente informata di un serio complotto delittuoso, con tale sicurezza e fermezza, che i suoi interlocutori in Cina hanno pensato con spavento, che sia in programma un attentato contro il Santo Padre".
Il documento è anonimo ed è scritto in un tedesco fluente, tanto che dal Vaticano ieri è filtrata la notizia che non sarebbe stato vergato dal cardinale Dario Castrillón Hoyos ma da un suo amico tedesco. Castrillón poi lo avrebbe girato alle stanze papali con un appunto aggiuntivo. Nell'allegato, scritto in un italiano incerto, si leggono una serie di suggerimenti investigativi, probabilmente diretti alla gendarmeria vaticana: "Loro raccomandano di fare queste domande (su Romeo, ndr): 1. Con chi ha parlato? 2. Cosa è riuscito a ottenere? 3. Che cosa ha informato con riguardo al Vaticano o al governo cinese? 4. Che interessi hanno i cinesi in Sicilia? 5. Dove ha loggiato in Cina?. Chissà chi sono "loro" e se le piste sono poi state seguite. L’appunto potrebbe essere stato scritto dallo stesso Castrillón, probabilmente indispettito dall’attivismo di Romeo in Cina.
Castrillón si considerava finora l’interprete privilegiato dal Papa della strategia di riavvicinamento con la prossima prima potenza del pianeta. Oltre alle 2 pagine in tedesco e alle pagina con le 5 domande, c’è una quarta pagina nella quale, in poche righe, si prevede la prossima successione del vicepresidente Xi Jinping all'attuale presidente della Repubblica Popolare cinese Hu Jintao. Previsione facilissima da azzeccare, visto che la successione è prevista da tempo.

Nella serata di giovedì, padre Federico Lombardi, aveva cercato di cavarsela così: "Sono solo farneticazioni". Poi però, intervistato da Sky Tg 24 nel pomeriggio di ieri, il direttore della sala stampa vaticana ha precisato: "Non ho negato che esista questo documento" anche se subito dopo ha ripetuto: "Ma si tratta di farneticazioni che non vanno prese sul serio e che non sono mai state prese sul serio".
Anche Romeo ieri ha dovuto ammettere in un comunicato dell’arcidiocesi: "Nella metà dello scorso mese di novembre S. E. il Cardinale Paolo Romeo ha fatto un viaggio privato, della durata complessiva di 5 giorni, nella Repubblica Popolare Cinese". Dunque, una seconda conferma di un fatto inedito: perché di quel viaggio fino a ieri nessuno sapeva nulla. Nemmeno i suoi più stretti collaboratori. Il comunicato di Romeo poi si chiude con la solita smentita sul contenuto: "Quanto gli viene attribuito è del tutto privo di fondamento e appare tanto fuori dalla realtà da non dovere essere preso in alcuna considerazione".
Affermazioni fuori dalla realtà? Farneticazioni? Al Fatto risulta un’altra storia. L’appunto è stato discusso in un’udienza privata a gennaio tra il Papa e il cardinale Dario Castrillón Hoyos. Non è vero che è stato subito cestinato. Non tutti gli appunti anonimi vengono consegnati alla segreteria del Papa dalla segreteria di Stato. Ieri Castrillón ha detto: "Io non parlo. Chi ha domande da fare le ponesse a chi ha consegnato il documento". Probabilmente il cardinale voleva dire: "Ponete le domande a chi ha scritto il documento e lo ha consegnato a me", perché Il Fatto ribadisce – sulla base di elementi certi – che a consegnarlo e a discuterlo con il Papa è stato proprio lui.

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11 febbraio 2012
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