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Fatti e strafatti!

In Italia sono aumentati i consumatori di sostanze stupefacenti ed in particolare di quelle sostanze più dannose

14 luglio 2006

''Ecstasy, ecstasy per tutti...'' diceva un personaggio, davanti a una discoteca (e 'bello come un dio pagano'), di una piéce di Paolo Rossi di qualche anno fa... Già ecstasy per tutti, e tutti, in prevalenza giovani, dalle mani di questo 'dio pagano'' attingevano e continuano ad attingere, oggi più di ieri.
Sarà il vuoto creato dalla tanto abusata crisi di valori, sarà per l'accelerazione che tutta la nostra vita e tutte le nostre vite hanno subito, il fatto è che di anno in anno il consumo delle sostanze stupefacenti va sempre più aumentando, mentre va diminuendo l'età nella quale se ne fa uso.
Come dire: sempre più giovani e sempre più sballati!
La stima numerica di quello che abbiamo appena detto è contenuta nella ''Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia'', presentata ieri a Roma dal Ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, numeri che dovrebbero far riflettere, alla stessa maniera e con la stessa intensità chi è pro la depenalizzazione di alcune droghe chi è assolutamente contro e pensa che l'unica maniera per eliminare il ''problema droga'' si il proibizionismo più oscurantista e medievale possibile.

In quattro anni, ossia dal 2001 al 2005, gli italiani che fanno uso di cannabis sono quasi raddoppiati (da 2 a 3,8 milioni), come pure i consumatori di cocaina (da 350 mila a 700 mila), mentre sono triplicati quelli che fanno uso di allucinogeni e sostanze sintetiche.
Allo studio ha contribuito anche il Cnr, che attesta come, comunque, l'uso di eroina e di cocaina sia disapprovato e percepito come ''rischioso'' dalla maggioranza dell'opinione pubblica del nostro Paese mentre ''maggiore tolleranza'' si rileva rispetto ai consumi di cannabis. Disapprovazione che - scusate se sottolineiamo - poca differenza fa visto gli aumenti esorbitanti di queste sostanze che la politica del precedente governo ha voluto accomunare, in tutto e per tutto, alle altre sostanze maggiormente tollerate dall'opinione pubblica. Comunque...

Dalla relazione veniamo a sapere che sono circa 9 milioni quelli che approvano l'utilizzo di hashish e marijuana e lo ritengono non dannoso per la salute. Nel 2005, 3 milioni e 800 mila italiani hanno fatto uso di cannabis, e tra questi mezzo milione ha un'età compresa fra i 19 e i 21 anni.
Ciò avviene perché la cannabis è la sostanza più semplice da reperire sul mercato, anche se il 52% dei soggetti fra 15 ed i 34 anni, che hanno consumato almeno una volta sostanze illegali, riferisce di poter trovare agevolmente sia cocaina che stimolanti.
Eroina e cocaina, quelle che prima oltre ad essere percepite erano anche chiamate droghe pesanti, pur se condannate socialmente, continuano comunque ad essere usate e a mietere vittime. Ogni anno, in Italia, 29 mila persone cominciano ad abusare di eroina e 9 mila di cocaina. E le persone che hanno bisogno di cure sono circa 200 mila per gli oppiacei (eroina) e 150 mila per la cocaina.
Un altro dato allarmante di cui veniamo a conoscenza è quello che parla della crescita dell'uso combinato di sostanze. Dagli studi campionari di popolazione, risulta infatti che oltre 2 milioni di italiani hanno dichiarato di aver fatto uso nella vita di più sostanze illegali. Proiettando il dato dell'indagine campionaria sulla popolazione generale, risultano oltre 560 mila le persone che nel 2005 hanno fatto uso combinato di droghe.
Infine la Relazione ci ''apre gli occhi'' (e dovreste leggere questa frase con tutto il sarcasmo che potete produrre, ndr) sul fatto che tabacco e alcol sono le 'sostanze di iniziazione' per la maggioranza dei consumatori di droghe (si comincia con la sigaretta...); l'85% di chi fa uso di cocaina e il 74% di chi consuma eroina dichiara di aver cominciato con la cannabis, mentre il 75% dei consumatori di hascisc e marijuana restano ''fedeli'' alla loro sostanza di iniziazione.

Beh, i dati presentati nel rapporto ci fanno conoscere tanti numeri e tante percentuali, ma non aiutano a capire quale siano i motivi che hanno ''incrementato'' il consumo di stupefacenti. E per la verità, non appare tanto chiaro neppure come e su quale campione è stata condotta la ricerca.
La diminuzione dei prezzi delle droghe aiuta, ma certo non è l'unica spinta anche se le informazioni presenti nel rapporto incuriosiscono: nel corso dell'ultimo anno la cocaina è passata dai 99 euro al grammo del 2001 agli 87 euro del 2005, in diminuzione anche il prezzo dell'eroina nera che, dai quasi 69 euro al grammo del 2001 passa ai 54 euro nell'ultimo anno.

Di numeri in numeri, nel rapporto trovano posto, ovviamente, anche le cifre che indicano chi è morto per droga: nel 2005 sono state 603 persone morte per overdose, un dato sottostimato poiché non tiene conto dei casi in cui non sia intervenuta l'Autorità Giudiziaria e dei decessi correlati diversi dall'overdose. La causa è stata attribuita nella maggior parte dei casi all'eroina. Un dato è in linea con quello dell'anno precedente (600), tuttavia nell'ultimo biennio si osserva un aumento, che rappresenta un'inversione di tendenza rispetto alla diminuzione registrata dal 1996 al 2003.
Umbria e Lazio sono le regioni dove si registra il maggior numero di decessi per overdose, Perugia e Roma le province più a rischio. Di overdose, inoltre, veniamo a sapere che si muore prevalentemente nella propria abitazione.
La maggior parte delle segnalazioni per possesso di stupefacenti riguardano la cannabis, ovvero l'80% delle oltre 90.000 segnalazioni effettuate nel 2005, il 13% la cocaina e il 7% l'eroina. Sono in aumento le segnalazioni per possesso di cocaina e in diminuzione quelle per possesso di eroina.
Dal documento, infine, risulta un aumento dei detenuti per reati connessi alla droga, che nella maggior parte dei casi sono maschi e di nazionalità italiana; aumentano anche i tossicodipendenti in carcere, circa il 29% del totale della popolazione carceraria del 2005.
 
Il ministro Ferrero ha tentato di rispondere a qualche perché parlando di percezione sociale: ''parallelamente all'aumento dell'utilizzo di droghe, c'è una riduzione della percezione del grado di pericolosità delle sostanze'', ha detto Ferrero. ''Aumenta però anche la disapprovazione sociale nei confronti delle droghe... emerge una sorta di moralismo diffuso''.
Moralismo che esce fuori solo quando si parla delle ''droghe con la D maiuscola'' a quanto pare, visto che quando ad essere condannate sono sostanze legali come alcol e tabacco la maggior parte delle persone intervistate non le dichiara dannose.
''Si deve intervenire anche in questo senso - ha sottolineato Ferrero -, è un problema sociale e non una questione di ordine pubblico. Non si tratta solo di leggi, ma di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica sulla pericolosità delle droghe legali''. ''Va ridisegnata la normativa in materia, abrogando la distinzione basata su sostanza legale e illegale propria della legge Fini-Giovanardi'', ha continuato il ministro. Il nodo principale per Ferrero è dunque quello della prevenzione. L'impostazione non deve essere solo la condanna sulle sostanze illegali, ma si deve prestare più attenzione alla pericolosità delle sostanze stesse.

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14 luglio 2006
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