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Fatti non fummo... ma adesso sì

In Italia si consuma sempre più cocaina mentre la cannabis è stata provata almeno da un italiano su tre

12 luglio 2007

La cocaina non è più la droga dei ricchi. Il dato che salta maggiormente agli occhi nella relazione annuale al parlamento sulle tossicodipendenze, presentata ieri mattina a Palazzo Chigi dal ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero e basata su indagini campionarie realizzate dall'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, è infatti quello che qualche tempo fa il ministro dell'Interno Giuliano Amato chiamò ''uso gigantesco di cocaina'' nel nostro Paese.
La cocaina, infatti, sta vivendo un vero e proprio boom, soprattutto fra i ragazzi. E' la droga che va per la maggiore perché di moda, e perché ormai assodato essere consumata da tutto un catalogo di personaggetti che fanno presa, con la loro (effimera) celebrità, sui soggetti più giovani. Come in tutti i mercati, la spropositata richiesta di cocaina ne ha fatto crollare i prezzi, di conseguenza questa è diventata accessibile a tutti. Dice il ministro Ferrero: ''la sua maggiore accessibilità economica la rende ancora più popolare''. L'uso di cocaina, segnala la relazione, tra il 2003 ed il 2005 è cresciuto di circa il 62% nei maschi fra i 25 e i 34 anni e del 50% nelle ragazze tra i 15 e i 24 anni.

A rimanere sempre sulla breccia dell'onda ci sono poi le sostanze cannabinoidi, marijuana ed hashish, entrate a far parte della vita comune di un numero enorme di persone: l'indagine ha infatti rilevato che un italiano su tre almeno una volta ha provato la cannabis.
Tra il 2001 ed il 2005 il rapporto rileva anche un aumento dei consumi di cannabis
: hanno fatto uso della sostanza almeno una volta nella vita il 22% degli intervistati nel 2001 ed il 32% nel 2005. L'incremento si riferisce non solo al consumo nella vita e negli ultimi 12 mesi, ma anche negli ultimi 30 giorni e ha riguardato in modo significativo entrambi i generi in tutte le classi d'età. Tra gli studenti la percentuale dei fumatori di marijuana è del 24,5%.
Rimane stabile, invece, il consumo di eroina
(nel 2006, in Italia, gli utilizzatori di eroina sono stimati in circa 210.000, un dato simile a quello dell'anno precedente), mentre diminuisce l'uso di alcol: la quota di intervistati che dichiara di averne fatto uso almeno una volta negli ultimi 12 mesi è passata dall'89% del 2003, all'86% del 2005. Tale riduzione non mette però in discussione il crescere, spesso riportato da più fonti, di nuovi modelli di consumo, in particolare nella popolazione giovanile, maggiormente problematici rispetto ai rischi a breve e medio termine.
Per quanto riguarda invece le abitudini relative al consumo di tabacco, questo ha avuto un calo
(dal 36,3% nel 2001 al 32% nel 2005), soprattutto negli uomini (- 6,6%), nelle donne invece il dato è in crescita (+6,4%).

E ritorniamo al fattore ''mercato'', elemento cardine per capire l'aumento del consumo di sostanze stupefacenti. ''Il costo delle sostanze illecite - ha sottolineato il ministro - sta costantemente diminuendo''. Dal 2001 al 2006, la media dei prezzi per la cocaina è passata da 99 a 83 euro; per l'eroina da 68 a 52 euro per quella nera e da 84 a 78 per quella bianca. Un aumento della media dei prezzi si osserva per una singola pasticca di ecstasy e dose di Lsd, mentre rimane invariata quella dei cannabinoidi. Calano i prezzi ma anche la purezza: nell'ecstasy, ad esempio, la percentuale media di sostanza pura (Mdma) riscontrata nei quantitativi analizzati nel 2006 è scesa a poco più del 18% contro circa il 28% del 2001. Lo scorso anno è stato stimato che sono stati 30 mila i nuovi consumatori di oppiacei e 9.500 a quelli di cocaina.
Il rischio, quindi, è che le droghe stanno diventando sempre di più prodotti ''alla portata di tutte le tasche''. Proprio la loro maggiore accessibilità economica, oltre alla ampia disponibilità di reperimento sul mercato illegale le rende ancor più popolari e, ulteriore motivo di allarme, normali.
Nel corso del 2006 il mercato italiano è stato alimentato prevalentemente da cocaina prodotta in Colombia, da eroina afghana, da hashish prodotto in Marocco, da marijuana albanese e dalle droghe sintetiche provenienti per lo più dall'Olanda. L'Italia viene considerata il secondo Paese europeo per il consumo di cocaina dopo la Spagna, alla pari con il Regno Unito. Le forze dell'ordine nel 2006 hanno sequestrato 4.625 kg di cocaina, rispetto alle 1.812 del 2001.

Il costo sociale del consumo di droghe è stimato per il 2006 a 10,5 miliardi di euro, pari allo 0,7% del Pil e all'1,2% della spesa delle famiglie italiane. La relazione stima che siano 176 mila le persone in trattamento nei Sert, mentre fra coloro che sono stati in trattamento e che si sono sottoposti al test Hiv (67.300), il 12% è risultato positivo; il 39,5% al virus dell'epatite B e il 61,9% a quello dell'epatite C. L'anno scorso le morti per overdose sono state 517 (-20%), ma quelle legate all'alcol sono 24 mila.
Inoltre, nell'arco di soli quattro anni (dal 2001 al 2005) gli italiani consumatori di più sostanze illegali sono aumentate dal 14% al 17%. L'uso concomitante di più droghe è particolarmente diffuso fra gli studenti (22%) mentre l'87% assume la cannabis come unica droga illegale.
Le regioni con più consumatori sono il Lazio per i cannabinoidi (10,6%), la Lombardia per la cocaina (4,7%) e sostanze allucinogene (circa lo 0,85%), la Liguria per l'eroina (0,7%). L'uso di anabolizzanti riguarda gli studenti maschi (8 studenti su 10 mila); il 21% ne ha fatto uso 20 volte o più. Fra gli studenti l'uso di cocaina è limitato al 4%, mentre quello di eroina all'1,6%. La discoteca è indicata come il luogo privilegiato dagli studenti per l'acquisto della cocaina.

Ma qual'è la percezione del rischio che la gente oggi ha in riferimento con l'uso di sostanze stupefacenti? Ad essere percepita come più dannosa è l'eroina (oltre il 95%), seguita dalla cocaina. Il tabacco è considerato rischioso per la salute da oltre l'85% dei soggetti: si osserva tuttavia una diminuzione significativa nella percezione del rischio tra il 2003 e il 2005 tra i soggetti di età comprese tra i 25 e i 44 anni. La cannabis, percepita come dannosa per la salute dal 70% degli intervistati, viene considerata sostanza rischiosa da un numero sempre minore di soggetti. Quasi 5 milioni di italiani avrebbero cambiato opinione nell'arco di soli quattro anni, passando da un'opinione negativa a una posizione di non esplicita disapprovazione.

- ''Droghe: per molte sostanze bassi consumi nel Sud''. Alcuni dati del Cnr

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12 luglio 2007
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