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Favara è a lutto

Oggi i funerali di Marianna e Chiara Bellavia, le sorelle uccise da una tragedia che si poteva evitare...

26 gennaio 2010

Oggi Favara è a lutto. Questa mattina si celebrano i funerali di Marianna e Chiara Pia Bellavia, di 14 e 4 anni, morte sabato scorso nel crollo di una palazzina del fatiscente centro storico. Dalle macerie si era miracolosamente salvato il fratellino 12enne Giovanni.
Il Paese della provincia Agrigentina si è fermato, straziato dal dolore, squarciato dalla rabbia: scuole ed esercizi commerciali con le saracinesce abbassate rendono omaggio a quelle due sorelle innocenti, "vittime di tutti". Le salme sono state vegliate nella chiesa madre del piccolo centro della provincia di Agrigento, tra la disperazione dei genitori Giuseppe Bellavia e Giuseppina Bello.
L'arciprete don Mimmo Zambito ha annunciato che alle esequie, che secondo la volontà della famiglia si svolgeranno in forma privata, non saranno ammesse né macchine fotografiche né telecamere.
Ai funerali delle due vittime partecipano anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano e il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo.
Anche la Cgil ha voluto essere presente alla cerimonia funebre, ed ha espresso cordoglio parlando di "tragedia che poteva essere evitata". "Un dramma che impietosamente ci ricorda - ha sottolineato il sindacato - che su quelle che a ogni disastro vengono indicate come le priorità nazionali, cioè la messa in sicurezza del territorio, la riqualificazione degli edifici e un'adeguata politica degli alloggi per i meno abbienti, si continua a fare poco e niente".

L'arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro ha rifiutato di presiedere la funzione per protestare contro "una tragedia annunciata e che si poteva evitare". "Il mio posto sarà tra la gente di Favara - ha detto ieri mons. Montenegro - con loro pregherò per Marianna, la piccola Chiara e per i loro genitori e per il piccolo Giovanni". "Non è un sottrarmi al mio ruolo di vescovo, di pastore della porzione di popolo che il Signore mi ha affidato - ha spiegato - ma un farmi solidale e vicino alla famiglia Bellavia in questo giorno che è giorno di preghiera e silenzio. Invito tutti a guardare al Crocifisso, nell’estremo grido di Gesù sulla croce sono contenuti e riecheggiano tutti i gridi dell’umanità intera e tutti sono bagnati dalle lacrime del Padre".
L'arcivescovo, nella nota diffusa ieri sera, ha anche ricordato quanto già aveva denunciato in occasione dei funerali delle vittime dell'alluvione di Giampilieri a Messina. E ha ricordato di aver scritto, in quella circostanza, una lettera pubblica "inviata al capo della Protezione Civile Guido Bertolaso".
E parole severe sono state pronunciate anche dal presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco che ha sottolineato che, nonostante l’impegno della Protezione civile in soccorso delle vittime di tutti i disastri naturali e non che hanno colpito di recente l’Italia, "molti allarmi restano inascoltati e segnalazioni non raccolte".

PRESTO I PRIMI INDAGATI - Mentre la famiglia Bellavia, oggi, darà l’ultimo saluto alle piccole vittime, i carabinieri, su delega della procura di Agrigento, che ha aperto un’inchiesta sulla tragedia, proseguiranno gli accertamenti. Un pool di magistrati coordinerà le indagini. Ne fanno parte il procuratore capo Renato Di Natale, l’aggiunto Ignazio Fonzo, e i sostituti Lucia Brescia e Giacomo Forte. L’inchiesta punta a verificare se erano state emesse ordinanze di sgombero relativamente alla zona interessata dal crollo e a fare luce sulla vicenda relativa alle assegnazioni degli alloggi popolari: i Bellavia erano tra i cittadini che avevano fatto domanda. In particolare i pm acquisiranno la lista di assegnazione delle case e cercheranno di capire come mai gli immobili dell’Iacp, pronti da tempo, siano in stato di totale abbandono e non siano stati invece subito assegnati. Presto il fascicolo potrebbe non essere più a carico di ignoti: come atto dovuto, infatti, potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati il proprietario della palazzina crollata, il sindaco di Favara, Domenico Russello, responsabile della sicurezza pubblica, e i vertici dell’ufficio tecnico comunale.
"Abbiamo in corso - ha spiegato il procuratore Di Natale - un'attività di indagini preliminari per appurare le cause del crollo e tutti gli altri eventi che possono aver agevolato la morte delle due bambine della famiglia Bellavia. Il primo obbligo che abbiamo è giuridico, e cioé verificare l'accaduto. Poi c'é l'obbligo morale di capire se dietro la non assegnazione delle case popolari, che erano pronte e non sono state consegnate, vi siano inadempienze. Per fare tutto questo abbiamo nominato dei consulenti, delegato le indagini ai carabinieri e costituito un pool di magistrati del quale fanno parte oltre al sottoscritto, l'aggiunto Ignazio Fonzo e i sostituti Lucia Bresia e Giacomo Forte".  L'inchiesta della procura ipotizza i reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo e rovina di edificio.
"Le case popolari di contrada Piana dei Peri
- ha spiegato il direttore generale dell'Iacp di Agrigento, Ulisse Saieva - sono state ultimate nel 2003. Già nel 2000, quando si procedeva con le commissioni per l'assegnazione degli alloggi, avevamo sollecitato il Comune a preparare il bando per l'assegnazione. Non so però per quale motivo le procedure non siano state attivate e le residenze hanno finito con l'essere vandalizzate. Abbiamo di recente presentato alla Regione un progetto di ripristino per questi alloggi, finanziato con un milione e 600 mila euro. Spero che si possa procedere al più presto".
E si sono fermati solo per poco i lavori di demolizione degli edifici pericolanti del quartiere Del Carmine. Gli operai, dopo che ieri mattina sono stati smaltiti da una squadra speciale i rifiuti pericolosi derivanti dalle vasche di eternit, stanno rimuovendo a mano, e con l'ausilio di un cestello, le macerie. La decisione di procedere senza l'intervento delle ruspe è stata presa dall'unità di crisi, convocata al Comune di Favara perché accanto all'immobile da abbattere ci sono altri stabili che sono in buone condizioni di conservazione.

LA POLEMICA SUI FONDI PER LE CASE POPOLARI - L'assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Luigi Gentile, è intervenuto nelle polemiche sulla mancata assegnazione degli alloggi popolari a Favara, legate al crollo di sabato scorso. "Nell'apposito piano nazionale finanziato dal Ministero delle Infrastrutture - ha detto Gentile - sono stati stanziati 40 milioni di euro; di questi solo 2 milioni sono stati assegnati alla Sicilia e destinati ad interventi nei comuni di Modica e Leonforte. Adesso interverremo per Favara attraverso l'Iacp con risorse nostre, prelevandole dai fondi ex Gescal". "In particolare - ha aggiunto l'assessore - è in fase di definizione un intervento da 1 milione e 600 mila euro per ristrutturare gli alloggi popolari di Favara. Al più presto sarà bandita un'apposita gara d'appalto. Domani pomeriggio incontrerò il Ministro alle Infrastrutture, Altero Matteoli, per ottenere sostegno alle procedure in corso e chiedere tempestività nelle azioni per Favara. Il governo regionale - ha concluso l'assessore - intende operare in concreto e senza ritardi per dare risposte alle esigenze più urgenti del territorio, assicurando, nel caso di Favara, una rapida soluzione alla problematica legata agli alloggi popolari ed alla stabilità del suo centro storico".

A BUTERA (CL) SI PROTESTA PER GLI ALLOGGI POPOLARI - "Non vogliamo morire come a Favara". E per protesta hanno occupato l'aula consiliare di Butera. Sono 16 famiglie bisognose, assegnatarie provvisorie di altrettanti alloggi popolari, completati da anni ma mai consegnati ai cittadini. Nell'attesa, continuano ad abitare in case vecchie, umide e pericolanti. "Rischiamo di essere travolti dai crolli improvvisi - dicono - mentre le case popolari, ultimate da anni, restano disabitate e devastate dai vandali". Uomini, donne e bambini, minacciano di proseguire a oltranza la protesta se non otterranno risposte. Il sindaco, Luigi Vassallo (Pd), ripercorre le tappe del lungo iter di questi alloggi e riferisce che non può consegnare le case perchè "il collaudo tecnico per la verifica dei requisiti di agibilità ha dato esito negativo, in quanto occorre effettuare taluni interventi resi indispensabili dopo i raid teppistici che hanno danneggiato anche le strutture murarie e dopo le scorrerie dei ladri che hanno trafugato i sanitari dei bagni e le rubinetterie". "Per ripristinare tutto - aggiunge il sindaco - occorrono 91 mila euro di cui già disponiamo, ma non possiamo spenderli se la Regione non approva il nostro piano di interventi".
Intanto, da sei mesi gli assegnatari dispongono delle chiavi degli alloggi, ma solo con la formula dell'affidamento in custodia. Nessuno vi si può insediare. "Per prevenire atti vandalici e non pagare metronotte - dicono - il comune ha pensato bene di trasformarci in vigilantes per bisogno, lasciandoci però senza casa".

[Informazioni tratte da AGI, Adnkronos/Ing, ANSA, La Siciliaweb.it]

 

 

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26 gennaio 2010
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