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Fermare, una volta per tutte, l'uso delle spadare

Oceana e Marevivo per una reale tolleranza zero per chi ancora usa spadare nonostante il divieto

10 giugno 2008

L'organizzazione internazionale ambientalista Oceana, insieme all'associazione italiana Marevivo hanno presentato ieri mattina a Roma il rapporto "Reti derivanti italiane: la pesca illegale non si ferma", nel quale viene analizzato l'uso di questo attrezzo da pesca da parte della flotta italiana e vengono avanzate raccomandazioni per la sua reale eliminazione.
Le imbarcazioni identificate da Oceana in più di tre anni di campagna sono state sovvenzionate con oltre 900.000 euro per la loro riconversione ad altri attrezzi da pesca.

Durante la conferenza stampa, entrambe le organizzazioni hanno lanciato un appello al Governo italiano affinché ponga fine all'uso delle spadare, reti che hanno causato la morte di migliaia di cetacei nei mari italiani e che sono vietate già da sei anni. "Le reti derivanti - ha dichiarato Rosalba Giugni, Presidente dell'organizzazione Marevivo - rappresentano la principale minaccia per la conservazione di cetacei, tartarughe marine e squali del Mediterraneo. In Italia muoiono circa 8.000 cetacei all'anno a causa di questo attrezzo da pesca. Il fatto che si continuino ad utilizzare tali reti anni dopo il loro divieto è semplicemente inaccettabile".
Oceana nel corso della presentazione ha illustrato alcuni dei risultati frutto delle osservazioni effettuate nei porti durante il mese di maggio del 2008. L'organizzazione internazionale per la conservazione marina ha voluto richiamare l'attenzione su Bagnara Calabra, un porto particolarmente rappresentativo per quanto concerne la riconversione dell'uso delle reti derivanti italiane. Infatti, la flotta che lo compone ha approfittato di tutti i mezzi economici per svolgere un'attività peschereccia razionale, tuttavia, continua ad utilizzare impunemente le reti derivanti conosciute con il nome di spadare. Recentemente, questi stessi pescatori che utilizzano reti illegali, pur avendo percepito considerevoli sovvenzioni per dismetterle, hanno realizzato proteste e interruzioni sui binari ferroviari calabresi.

Nel rapporto si analizza il vuoto legale che riguarda la ferrattara, una rete derivante autorizzata dal Governo italiano (Decreto Ministeriale 24/05/2006) e che viene usata come rete derivante illegale, secondo l'Unione europea, per la la cattura di specie proibite come il pesce spada e vari tunnidi. Lo scorso 3 giugno il Governo italiano (Decreto Ministeriale 08/05/2008) ha esteso l'uso della ferrettara ai pescherecci di Ponza, estendendone l'utilizzo fino a 18 miglia dalla costa. Una delle richieste di Oceana è quella di annullare questi due decreti che autorizzano l'uso della ferrattara, perché non sono compatibili con la legislazione comunitaria.
"Le reti conosciute come i 'muri della morte' - ha spiegato Xavier Pastor, Direttore Esecutivo di Oceana per l'Europa - continuano ad essere utilizzate da alcune imbarcazioni implicate nella cattura illegale di pesce spada e tonno, e hanno commesso una delle frodi più note della pesca, perciò tali pescatori devono essere sanzionati, controllati o bisogna sequestrare le reti". "Le reti derivanti non sono l'unico problema nel caos che impera nella pesca in Italia, - ha concluso Xavier Pastor - ma sono emblematiche. Quando il Governo italiano comincerà ad agire in modo convincente in porti come quello  di Bagnara Calabra per garantire l'applicazione della normativa comunitaria?".

- Il rapporto "Reti derivanti illegali italiane: la pesca illegale non si ferma" (pdf)

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10 giugno 2008
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