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Fermate il tedoforo!

Le proteste pro-Tibet hanno interrotto la marcia della fiaccola olimpica a Parigi. Gli attivisti si preparano negli Usa

08 aprile 2008

Era scontato, e adesso è come dare una notizia vecchia. Dopo le proteste e gli scontri occorsi al passaggio della torcia olimpica a Londra (leggi) - solo in Kazakistan, a Istanbul e a San Pietroburgo non ci sono state manifestazioni e a favore del Tibet -, il viaggio della teda tra le strade di Parigi è stato rallentato, cambiato più volte e alla fine interrotto.
Seppur blindato, l'itinerario è stato più volte oggetto delle irruzioni degli attivisti di Reporters sans frontières e di molti sostenitori del Tibet. Gli organizzatori hanno portato la torcia su un bus, spegnendola ben quattro volte, deviando strade e programmi.
La torcia è arrivata nel pomeriggio sotto scorta a bordo di un bus allo stadio Charlety, ultima tappa di un percorso a ostacoli che dalla Torre Eiffel ha costellato il passaggio della fiaccola tra le strade parigine. Le bandiere con i cinque cerchi olimpici trasformati in manette, simbolo della protesta attivata da Reporters sans frontières, ha accompagnato con clamorose apparizioni il passaggio della torcia, sventolando sulla Torre Eiffel, sugli Champs Elysée, sul municipio di Parigi, e obbligando la fiaccola a fermarsi prima del traguardo dopo la decisione del sindaco Bernard Delanoe che insieme agli gli organizzatori hanno deciso di cancellare ogni cerimonia.

Gli agenti hanno arrestato quattro persone - due attivisti pro-Tibet, due di Reporters sans frontières e una politica francese - che avevano ostacolato la marcia del tedoforo e cercato di superare il cordone di sicurezza. Anche la vice-presidente del consiglio regionale parigino, la verde Mireille Ferri, è stata fermata mentre, impugnando un estintore, si dirigeva verso la Torre Eiffel, punto di partenza della staffetta.
La torcia avrebbe dovuto attraversare un percorso di 28 chilometri, portata a turno da 80 tedofori e costeggiando i maggiori siti turistici parigini fino alla sede del Compitato olimpico francese, nei pressi dello stadio Charlety, con circa tremila poliziotti impegnati a proteggere il passaggio. Ciascun tedoforo di turno era protetto da un cordone ambulante lungo 200 metri e composto da 65 poliziotti in moto, 100 sui roller e altrettanti vigili del fuoco corridori.

E sul tema delle proteste legate al cammino della fiaccola per la prima volta è intervenuto ieri il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), il belga Jacques Rogge, che ha espresso la profonda preoccupazione per quello che sta succedendo. "Tutti siamo preoccupati - ha detto Rogge - la situazione in Tibet ha suscitato un'ondata di proteste dei governi, dei mezzi di comunicazione e dell'ong che sta mettendo a rischio il passaggio della torcia". Poi la richiesta a Pechino di una "rapida, pacifica soluzione" della situazione tibetana.
Il Cio si riunirà da domani, per tre giorni, a Pechino: all'ordine del giorno l'ipotesi di abbandono del percorso mondiale della fiaccola olimpica. Kevan Gosper, il responsabile delle comunicazioni del Cio, ha detto che la commissione esecutiva del Comitato olimpico affronterà la questione del futuro del percorso mondiale della fiaccola. "Siamo profondamente amareggiati. Il comitato organizzatore ha discusso dei timori di quanto sarebbe potuto accadere lungo il percorso della staffetta, ma la decisione era stata già presa e ci siamo semplicemente rassegnati a tenerci pronti", ha detto Gosper che si è inoltre dichiarato "disperatamente scontento" delle manifestazioni che a Londra e a Parigi hanno disturbato il cammino della fiaccola. "Queste persone non fanno altro che riversare il proprio odio su qualunque questione sia in voga e tutto questo odio contro il Paese ospitante ora si riversa sulla torcia. Quando la gente arriva al punto di prendere la torcia, quando cercano di spegnerla, penso che facciano male alla loro stessa causa". Gosper ha infine definito i manifestanti "guastafeste professionisti" che non hanno alcun rispetto per gli sforzi compiuti dalla Cina per organizzare i Giochi. "Gli organizzatori dell'Olimpiade cinese hanno dovuto affrontare un mucchio di problemi per mettere in piedi una delle più grandi Olimpiadi di tutti i tempi e questi guastafeste sono troppo pieni di odio e di rancore per preoccuparsene".

Da parte sua il Comitato organizzatore delle Olimpiadi di Pechino, il Bocog, ha affermato oggi che "nessuna forza" potrà fermare la fiaccola olimpica, malgrado gli incidenti successi in questi giorni. "Il percorso della fiaccola olimpica proseguirà con il sostegno degli abitanti del mondo intero", ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del Bocog, Sun Weide. "Nessuna forza - ha aggiunto - potrà fermare il cammino della fiamma olimpica dei Giochi di Pechino".
Intanto i mezzi d'informazione cinesi, tutti controllati dal governo di Pechino, accusano oggi la polizia francese di non aver fatto abbastanza per proteggere la fiaccola. "La Francia non ha protetto la sacra fiamma", ha scritto ad esempio di Global Times. Il giornale del Partito Comunista, il Quotidiano del Popolo, afferma che le manifestazioni per il passaggio della fiaccola esprimono "il disprezzo degli stranieri per il popolo cinese". E per la prima volta anche i tg della tv cinese hanno brevemente accennato agli incidenti che hanno disturbato il passaggio della fiaccola olimpica, nelle due capitali europee.

E ieri sera da Parigi la fiaccola olimpica è partita alla volta di San Francisco a bordo di un aereo denominato Pechino 2008. Anche nella città californiana il percorso della staffetta della torcia olimpica potrebbe essere turbato da manifestanti che vogliono protestare contro la repressione cinese nel Tibet. A San Francisco, dove vive la terza comunità cinese del Nordamerica, le proteste sono già iniziate: ieri tre attivisti hanno scalato il Golden Gate e hanno appeso ai cavi di sostegno una bandiera del Tibet e due striscioni con su scritto: "One World, One Dream, Free Tibet" (un mondo, un sogno, Tibet libero). I tre sono stati poi fermati dalla polizia, assieme ad altri quattro dimostranti che li avevano aiutati ad arrampicarsi sul ponte.
Sempre ieri la senatrice Hillary Clinton, in corsa per la candidatura democratica alla Casa Bianca, ha chiesto al presidente George W. Bush di annullare la sua prevista visita a Pechino per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi.

Queste le principali località toccate dalla fiaccola:
25 marzo: accensione a Olimpia
dal 25 al 29 marzo: giro in Grecia con arrivo ad Atene
30 marzo: cerimonia di consegna agli organizzatori cinesi nello stadio che ospitò i Giochi del 1896 e l'arrivo della maratona nel 2004
31 marzo: cerimonia di accoglienza a Pechino
2 aprile: arrivo della fiaccola ad Almaty (Kazakistan)
3 aprile: arrivo della fiaccola a Istanbul (Turchia)
5 aprile: arrivo della fiaccola a San Pietroburgo (Russia)
6 aprile: la fiaccola è a Londra
7 aprile: passaggio da Parigi
9 aprile: la fiaccola arriva nel continente americano a San Francisco (Usa)
11 aprile: in Sudamerica a Buenos Aires
13 aprile: il simbolo olimpico passa anche dall'Africa, a Dar es Salaam (Tanzania)
14 aprile: è la volta del mondo arabo a Mascate (Oman)
16 aprile: giunge in Pakistan a Islamabad
17 aprile: non può mancare l'India con Mumbay
19 aprile: Bangkok (Thailandia)
21 aprile: Kuala Lumpur (Malaysia)
22 aprile: Giakarta (Indonesia)
24 aprile: un salto anche in Oceania, a Canberra (Australia)
26 aprile: Nagano in Giappone, sede dei Giochi Olimpici invernali del 1998
27 aprile: in Corea del Sud a Seul
28 aprile: per non fare torto ai nordcoreani, giunge anche a Pyongyang
29 aprile: Ho Chi Minh City (ex Saigon) in Vietnam
2 maggio: nell'ex colonia britannica di Hong Kong, tornata alla Cina nel 1997
3 maggio: nell'ex colonia portoghese di Macao, tornata alla Cina nel 1999
dal 4 maggio al 7 agosto: in giro per la Cina (in Tibet dal 19 al 21 giugno)
8 agosto: arrivo nello stadio olimpico di Pechino.

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08 aprile 2008
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