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Fermati sette scafisti tra Catania, Palermo e Pozzallo

I sette extracomunitari avrebbero guidato alcune delle traversate degli ultimi giorni

11 giugno 2014

Tre extracomunitari, tra cui un minorenne, sono stati fermati dalla squadra mobile di Catania perché ritenuti gli scafisti di un gommone di 10 metri circa privo di bandiera e sigla di identificazione sul quale viaggiavano 103 migranti, soccorso ieri in acque internazionali dal mercantile "K-Stream". La nave, battente bandiera inglese, è giunta a Catania.
I fermati sono Landing Bojang, gambiano di 29 anni, Ahamed Camara, un maliano di 18, e A. D., un nigeriano di 17. I maggiorenni sono stati rinchiusi nel carcere di Piazza Lanza. Il minorenne è stato accompagnato in un centro di prima accoglienza.

Inoltre, sono stati fermati a Pozzallo i due presunti scafisti di due diversi natanti la cui traversata ha causato la morte di 3 migranti; altri 6 sono dispersi. Il primo era alla guida di gommone che durante la fase di attracco a una petroliera maltese ha provocato con un incidente la morte di 3 persone e due dispersi. Il secondo pilotava un natante soccorso da una motonave: quattro migranti sono scivolati in mare mentre stavano salendo a bordo con un scala di corda, e sono scomparsi tra i flutti.
Il senegalese Babacar Gueye, di 25 anni, ha ammesso le sue responsabilità: "Conducevo il  gommone ma dopo giorni di navigazione si è guastato il motore. È passato un aereo sopra di noi e dopo circa 30 minuti, ci è venuta incontro una motovedetta maltese che ci ha prestato soccorso distribuendoci i giubbotti salvagente, dei biscotti e dell'acqua. L'imbarcazione militare è rimasta ferma vicina a noi per altri 30 minuti circa, dopo se ne è andata". Le autorità maltesi hanno precisato che la motovedetta si è spostata in un altra zona per prestare soccorso a un natante in difficoltà. Il 'comandante' conferma che tutti i passeggeri avevano indossato i giubbotti salvagente. Mentre il gommone, alla deriva, era spinto dalla corrente dalla nave hanno lanciato una cima, che è finita in mare. "Mi sono tuffato - ha sottolineato lo scafista - e sono andato a recuperarla e sono risalito sul gommone. Abbiamo poi tenuto forte per avvicinarci alla nave: alcune persone sono riuscite a salire sulla nave, ma un passeggero ha pestato il tubolare del gommone rompendolo: il gommone - ha concluso il 25enne senegalese - si è afflosciato improvvisamente e rapidamente e si è capovolto facendo cadere in acqua tutti i passeggeri".

La polizia ha poi fermato due scafisti che sono sbarcati lo scorso 5 giugno sulla nave Sfinge della marina militare giunta a Palermo. Nel porto erano arrivati 367 migranti di varie nazionalità che erano stati soccorsi nel canale di Sicilia in due distinte operazioni. Il fermo è scattato per Pap Job, 24 anni, e Lamine Mamoda, 25, entrambi senegalesi, perché gravemente indiziati di delitti in concorso tra di loro e con altri soggetti, appartenenti ad una organizzazione criminale che opera in Sudan e Libia, che si occupa all'ingresso  illegale di cittadini extracomunitari nel territorio italiano.
Gli investigatori sono riusciti, coadiuvati da un interprete, a ottenere informazioni, da quattro migranti di nazionalità eritrea che dopo avere raccontato il calvario vissuto durante il viaggio per raggiungere le coste della Libia, hanno fornito dettagli importantissimi sulle persone che si sono occupate di trasportarli, una volta preso il largo, verso le coste italiane.
Il racconto dei quattro, sentiti in diverse fasi dagli investigatori, ha permesso di capire il "modus operandi" degli scafisti: i due si alternavano nelle operazioni relative al controllo della rotta al timone, e mantenevano i contatti con i complici tra le coste libiche e italiane, mediante un telefono cellulare. Le indagini hanno rivelato che un viaggio, dal luogo di partenza e passando per la Libia, potesse arrivare a costare, al singolo straniero, quasi 5000 dollari. Le dichiarazioni, inoltre, dei testimoni, hanno confermato come la gestione del viaggio intero sia appannaggio di organizzazioni strutturate e transnazionali.

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11 giugno 2014
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