Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Fermato in Thailandia il boss Palazzolo

Il "tesoriere" di Provenzano e Riina, condannato nel 2009 e da tempo latitante, bloccato all'aeroporto di Bangkok

02 aprile 2012

Venerdì scorso la polizia thailandese ha fermato all'aeroporto di Bangkok Vito Roberto Palazzolo, considerato uno dei boss di Cosa nostra. Palazzolo, da tempo latitante, è stato bloccato grazie a un'operazione dell'Interpol mentre si preparava a lasciare il Paese ed è stato espulso dalla Thailandia, come riferisce il suo legale Baldassare Lauria. "Noi però - ha aggiunto - ci siamo opposti al decreto di espulsione e quindi la decisione ora passa al giudice che penso si esprimerà lunedì".
Ed entro oggi, o al massimo domani, la Thailandia dovrebbe decidere sull'espulsione di Vito Robero Palazzolo, che deve scontare in Italia una condanna definitiva a nove anni di carcere. Ad opporsi all'espulsione è il Sudafrica, dove Palazzolo, che ha assunto il nome di 'Roberto Von Palace' risiede da molti anni lavorando nel ramo del commercio dei diamanti. Sabato è arrivato a Bangkok persino l'ambasciatore del Sudafrica. Da venerdì è in corso un serrato braccio di ferro diplomatico tra i paesi interessati. "Nel 2010, l'alta corte sudafricana si era pronunciata per l'ineseguibilità della sentenza di condanna emessa dall'Italia", ha ribadito fino a ieri l'avvocato di Palazzolo. I giudici di Joannesburg avevano ribadito che in Sudafrica non esiste il reato di associazione mafiosa. "E Palazzolo è cittadino sudafricano", dice l'avvocato Lauria.
E' davvero un curioso caso internazionale quello che si sta consumando in queste ore all'aeroporto di Bangkok. A Palazzolo non sono mai mancati agganci e buone amicizie nei salotti che contano del Sudafrica. Ma, adesso, davanti alla cella in cui è attualmente custodito il manager di Cosa nostra restano anche i poliziotti del Servizio centrale operativo della polizia italiana e i colleghi dell'Interpol. Intanto, la nostra diplomazia sta facendo tutti i passi necessari per cercare di portare a termine, trent'anni dopo, l'indagine che Giovanni Falcone non riuscì mai a concludere.

Palazzolo è stato rintracciato e quindi fermato dopo intercettazioni telematiche che hanno riguardato i profili Facebook e di altri social network riferibili a lui e e ai suoi familiari. Gli investigatori del reparto operativo dei carabinieri di Palermo, del raggruppamento operativo speciale di Roma e della squadra mobile di Palermo hanno anche acquisito notizie da fonti confidenziali, che hanno fatto scoprire il viaggio di Palazzolo in Thailandia, paese che, a seguito di attivazione da parte del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, ne ha consentito il fermo.
"L'interpol vuole eseguire un mandato di cattura in seguito alla sentenza della corte di appello palermitana, divenuta irrevocabile nel 2009, per la condanna a 9 anni per mafia. L'alta corte sudrafricana ha già sentenziato che questa condanna è ineseguibile e quindi Palazzolo non può essere estradato. Stamattina l'ambasciatore sudafricano ha consegnato alle autorità di polizia thailandesi la sentenza della corte sudafricana: in virtù di questo rapporto tra stati sovrani crediamo che Palazzolo non debba essere espulso e quindi consegnato all'Interpol. Abbiamo comunque presentato già opposizione a un'eventuale espulsione", ha detto ancora il legale di Palazzolo.
Palazzolo venne condannato a 3 anni e sei mesi in Svizzera nell'ambito di un filone d'indagine della cosidetta "Pizza connection" per una fattispecie di riciclaggio a metà degli anni 80, poi è partito per il Sudrafrica e "non è mai più tornato in Europa", dice il legale. "Noi contestiamo la sentenza di condanna per mafia - ha ribadito - perché per lo stesso reato, con gli stessi associati, Palazzolo era stato assolto nel '92 a Roma. Proprio per questo abbiamo proposto la revisione del processo che è stata accolta dalla corte di appello di Caltanissetta. La prossima udienza si terrà a giugno".

Chi è Vito Roberto Palazzolo alias 'Roberto Von Palace' - Nato nel 1947 a Terrasini (PA), è ritenuto dagli inquirenti un finanziere riciclatore di denaro sporco di Totò Riina e Bernardo Provenzano. E' un business man e si occupa soprattutto di miniere: risiede a Johannesburg e ha assunto la nuova identità di Robert Von Palace Kolbatschenko. E' sposato con una donna belga e ha due figli. Nel 2009 è stato condannato a 9 anni in via definitiva dalla Cassazione per associazione mafiosa. Il boss per lungo tempo è stato latitante in Sudafrica, le cui autorità - in passato - avevano negato l'estradizione.
In oltre 25 anni di vita sudafricana, Palazzolo è diventato un importante uomo d'affari. Secondo una nota dei carabinieri il commercialista condannato a nove anni per mafia gestirebbe nel Paese di Mandela sorgenti idriche dalle quali viene imbottigliata l'acqua denominata 'Eau de vie' che viene fornita, in esclusiva, alla compagnia aerea di bandiera South African Airways, avrebbe costituito un istituto di sicurezza personale denominato 'The security', costituito da cittadini russi e marocchini, sarebbe proprietario di un grande allevamento di struzzi da riproduzione e di una riserva di caccia frequentata da facoltosi personaggi locali. Per gli investigatori Palazzolo avrebbe interessi in Angola nella società denominata RCB Corporation L.d.a. che si occupa dello sfruttamento minerario del terreno per l'estrazione di pietre preziose ed è titolare della Von Palace Diamond Cutters, importante società per il taglio di diamanti.
Secondo i carabinieri il siciliano fermato a Bangkok sarebbe in stretti rapporti d'affari con il conte Riccardo Agusta, figlio di Corrado ex magnate degli elicotteri, al quale avrebbe venduto, verso la fine del 1999, le sue proprietà, venendo al contempo nominato amministratore del patrimonio grazie a un contratto da consulente. Secondo la nota investigativa sarebbe stata "una trovata per aggirare la legge approvata nel gennaio 2000 dal Parlamento sudafricano, che permette la confisca dei beni a chi è riconosciuto membro della criminalità organizzata".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

- Il tesoriere di Riina si iscrive a Facebook di S. Palazzolo (Repubblica.it, 25 giugno 2009)

 

 

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

02 aprile 2012
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia