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Fiducia alla Camera anche per la Finaziaria

Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, quella del governo è stata una decisione ''deprecabile''

16 dicembre 2009

"Pongo la questione di fiducia sull'approvazione dell'articolo due della legge finanziaria nel testo licenziato dalla commissione Bilancio". Lo ha detto ieri, per l'ennesima volta, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito.
Il governo ha, dunque, posto ancora una volta la fiducia, questa volta sulla Finanziaria. Dopo l'annuncio della fiducia sono arrivate immediate però le critiche del presidente della Camera Gianfranco Fini che ha detto di considerare "deprecabile la decisione assunta dal governo, perché di fatto impedisce all'aula di pronunciarsi sugli emendamenti" alla finanziaria, perché motivata da ragioni di carattere politico che riguardano la maggioranza e il governo. "L'azione del governo è legittima perche costituzionalmente prevista", ha spiegato Fini sottolinando che "il regolamento non può in alcun modo che essere rispettato da parte del presidente". La questione di fiducia, ha proseguito Fini, "è prerogativa legittimamente riconosciuta all'esecutivo, non può che essere considerata dalla presidenza come una decisione attinente esclusivamente a ragioni di carattere politico rientranti, non già nel rapporto tra governo e opposizioni, ma unicamente all'interno del rapporto tra la maggioranza e il governo".
Il presidente della Camera ha ricordato di aver prolungato i termini per consentire un dibattito approfondito e dare alla commissione il tempo di approvare un testo per l'Aula, aggiungendo che "non vi era stato da parte dell'opposizione nessun atteggiamento ostruzionistico".
Spiegando che gli emendamenti da votare erano in tutto 64, di cui 55 dell'opposizione, Fini ha aggiunto che gli interventi contingentati avrebbero consentito di approvare la legge, anche senza fiducia, nei tempi previsti e compatibili con l'esame del Senato.

Le parole del presidente Fini sono state accolte da molti applausi, non solo dai banchi dell'opposizione e i relatori di Pdl e Lega hanno rinunciato a intervenire. Le critiche a Fini sono arrivate a seduta sospesa e dai banchi della maggioranza. Il ministro Roberto Calderoli: "Dalla presidenza della Camera ci si attende l'applicazione dei regolamenti, non certo valutazioni sul fatto se sia deprecabile o meno una richiesta di fiducia, la cui valutazione di merito spetta all'esecutivo". E poi Sandro Bondi, ministro e coordindatore nazionale del Pdl: "La decisione e la valutazione espressa" da Fini "sono destinate a non aiutare l'apertura di un clima politico nuovo di cui l'Italia ha bisogno, anzi rischiano di rinfocolare immediatamente le polemiche". Contro Fini anche Osvaldo Napoli, vicepresidente del Pdl: "Il presidente della Camera indica scelte politiche che non gli competono. La sua posizione è insostenibile. Lui non dirige più i lavori d'Aula, ma detta scelte che spettano al governo. Neppure può scambiarsi per il leader dell'opposizione".
Inseguito è arrivata anche una nota del capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto e di quello leghista Roberto Cota, che a Fini dicono che "la questione di fiducia è sempre stata una decisione politica e come tale appartiene alla competenza e alle valutazioni del governo e della maggioranza". "Il confronto di merito - continuano Cicchitto e Cota - è avvenuto in Commissione, con un iter intenso e proficuo. La scelta della fiducia è un segnale politico di conferma della forte condivisione da parte del governo e della maggioranza sul merito del testo licenziato dalla Commissione Bilancio". Una nota che il ministro Giulio Tremonti ha detto di condividere "pienamente".

Il capogruppo del Pd Dario Franceschini, prendendo spunto dai rilievi del presidente della Camera, ha rilevato: "nella maggioranza ci sono problemi politici irrisolti che emergono puntualmente. E la fiducia è l'unico modo per tenere insieme questa maggioranza". Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani rivolgendosi ai giornalisti della Camera ha detto che "le osservazioni di Fini sono più che motivate". Più volte, ha aggiunto Bersani, abbiamo detto "che vanno raccolti gli elementi di disagio e di proposta che vengono dal Paese e che il Parlamento sia messo nelle condizioni di lavorare. Invece tutto viene messo a tacere con continui voti di fiducia. Così non si può andare avanti. Siamo di fronte a una situazione ingestibile. Avevo ripetuto queste cose anche martedì mattina e dopo due ore hanno messo l'ennesima fiducia", per questo, ha concluso, "le osservazioni di Fini sono più che motivate".
Ieri sera, infine, la terza carica dello Stato telefonando al presidente Berlusconi avrebbe ripetuto il suo giudizio sulla scelta di Tremonti e del governo.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it]

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16 dicembre 2009
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