Fiducia nell'avvenire
Nell'augurio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano una dedica al coraggio della ''nuova Sicilia''
Lunedì sera. Ultimo giorno del 2007. Le 20,30 erano passate da pochi secondi quando il Presidente Giorgio Napolitano si è rivolto agli italiani ''in Patria e all'estero'' per il tradizionale messaggio di fine anno.
Un messaggio con poca politica, ma molta Italia, quella della gente, vera risorsa del Paese, che fa e che vuole fare animata dalla cultura dell'intervento, e che vuole sconfiggere le paure e le incertezze, che ovviamente esistono e alle volte pesano moltissimo (''Vi sto parlando poco di quel che accade nella sfera della politica e delle istituzioni. Ma non certo perché non sia importante: piuttosto perché vorrei richiamare l'attenzione su quel che di più ampio vive e conta nel paese, sulle realtà e sulle responsabilità che non possono ridursi alla sfera della politica''). Un discorso con due parole che hanno fatto da cardine: "fiducia", ripetuta ben quattro volte, e "ottimismo".
Poi, quell'inespettata dedica alla Sicilia e ai siciliani, simboli per il presidente proprio di un italia che col ''fare'' vuole sconfiggere gli ostacoli. “Essere esigenti verso noi stessi significa impegnarci a dare prove effettive di senso civico, dalle più semplici alle più impegnative, come quelle offerte dal coraggioso esporsi degli imprenditori siciliani contro pizzo e mafia”, ha detto il presidente Napolitano, che lo scorso settembre aveva raccolto l'appello dell'imprenditore di Catania Angelo Vecchio il quale, nonostante avesse subito quattro attentati in pochi giorni, si è rifiutato di pagare il pizzo a esponenti della mafia. Proprio da quel gesto è nata la coraggiose iniziativa delle Confindustria siciliana e nazionale.
Gli imprenditori siciliani hanno ringraziato di cuore il presidente per le parole a loro dedicate in quello che è il momento di interscambio più importante tra politica e popolazione. "E' la conferma della profonda sensibilità di Napolitano, uomo del Mezzogiorno, che guarda con attenzione a quanto accade nel Sud" ha osservato Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, l'organizzazione che invita senza sosta i propri iscritti a denunciare il racket. "Il capo dello Stato - ha aggiunto - ha colto la novità di un percorso diverso che abbiamo intrapreso in Sicilia, dimostrando di essere un grande presidente della Repubblica in una fase difficile e complessa del nostro Paese".
Un commento positivo è arrivato anche da Vincenzo Conticello, proprietario dell'Antica Focacceria San Francesco a Palermo, che ha fatto arrestare e processare i suoi estorsori condannati nei giorni scorsi a pene severe. "Napolitano - ha sottolineato Conticello - mi aveva già telefonato per manifestarmi personalmente la sua solidarietà. La vicinanza delle istituzioni per noi è fondamentale. Il cittadino deve fare la sua parte, ma lo Stato deve rimanere accanto al cittadino che ha deciso di non essere suddito della mafia".
Il modo scelto dal presidente Napolitano per dialogare coi proprio connazionali, dunque, è stato pienamente apprezzato. Un modo molto confidenziale, semplice, dirette e soprattutto fiducioso con il quale il Capo dello Stato ha sottolienato la propria conoscenza dei fatti del Paese, che durante i quindici minuti del discorso ha centellinato con pacatezza e sentimento, quasi seguando quelli che potevano sembrare appunti di un diario intimo scritto "viaggiando dal Sud al Nord del Paese".
"A voi che mi ascoltate, e a tutti gli italiani in patria e all'estero, sento di dover dare una risposta alla domanda che più ci inquieta: come dobbiamo guardare all'anno che sta per iniziare, con quali preoccupazioni e con quali motivi di speranze e di fiducia? E' una domanda non facile, alla quale vorrei provarmi a rispondere partendo da quel che dell'Italia ho visto e ho potuto intendere lungo tutto il 2007, attraverso un gran numero di visite e di incontri. Ho visto, dal Sud al Nord, aspetti eloquenti dell'Italia che vuole crescere, divenire più moderna e più giusta, e che sa come per non perdere terreno in Europa e nel mondo debba vincere competizioni e sfide difficili [...] Il problema sta nel come valorizzare e incoraggiare dovunque nel paese questo dinamismo, nel come trasmettere questi impulsi all'intero sistema Italia, puntando sull'innovazione e sul merito, privilegiando fortemente l'istruzione, così da giungere via via a un più alto tasso di crescita, a una crescita più sostenuta e generale, in cui sia pienamente coinvolto il Mezzogiorno. Se questo è il problema, con esso deve misurarsi la politica ma debbono misurarsi nello stesso tempo tutte le forze sociali e culturali. Non c'è da abbandonarsi alla sfiducia, ma da proporre, decidere, operare”.
- Il testo integrale del discorso del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano