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Fiducia per le liberalizzazioni

Il Senato ha votato la fiducia per il pacchetto delle liberalizzazioni pensate da Bersani

31 marzo 2007

161 voti a favore, 153 voti contrari, nessun astenuto. Il pacchetto delle liberalizzazioni pensato dal ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani ha superato l'ostacolo del Senato. L'aula di palazzo Madama ha votato la fiducia ed il provvedimento è diventato legge. Quella di ieri mattina è stata la diciassettesima fiducia posta dal governo Prodi.
Il senatore Marco Follini, leader dell'Italia di Mezzo, ed il senatore indipendente eletto nelle circoscrizioni estere, Luigi Pallaro, hanno votato ''SI'', mentre quattro senatori a vita erano assenti: Carlo Azeglio Ciampi, Sergio Pininfarina, Giulio Andreotti (che ha fatto sapere di non aver votato per un contrattempo), Francesco Cossiga. Favorevole invece il voto degli altri tre senatori a vita: Emilio Colombo, Rita Levi Montalcini e Oscar Luigi Scalfaro. Assente anche il presidente della commissione Difesa, Sergio De Gregorio, per un impegno a Reggio Calabria dove ha premiato Silvio Berlusconi con il riconoscimento degli Italiani nel mondo.

Tra le misure previste dal decreto, lo stop ai costi di ricarica delle schede dei telefonini e quelle per internet e pay-tv. Ed ancora la cancellazione delle penali per l'estinzione anticipata dei mutui (oltre a quelli sulla prima casa la norma si applica anche ai mutui contratti da persone fisiche per l'acquisto e la ristrutturazione di immobili adibiti ad abitazione e anche allo svolgimento di attività economiche e professionali). L'articolo 12 prevede inoltre la revoca delle concessioni Tav per le tratte Milano-Verona, Verona-Padova e Milano-Genova, e il conferimento delle stesse tramite gara. Sempre sul fronte dei contenuti alla Camera era stato modificato l'articolo 10 con misure relative a diversi settori professionali: estetisti, parrucchieri, autoscuole. Anche l'articolo 13 sulla scuola è stato rivisto a Montecitorio, dove sono state inserite alcune delle proposte di modifica presentate anche dall'opposizione.
[Dalle carte prepagate ai mutui: ecco le norme sulle liberalizzazioni]

La revoca delle concessioni Tav ha provocato la dura reazione della Lega che ha aperto uno striscione in Aula ''in difesa della Padania penalizzata dal provvedimento''. Prima del voto, l'atmosfera distesa dell'Aula è stata interrotta quando il senatore Stefano Stefani stava per concludere il suo intervento annunciando il voto contrario del suo gruppo. Stefani ha alzato la voce prendendosela con il governo che ha revocato le concessioni alla Tav Spa per alcune tratte dell'Alta Velocità sostenendo che ''la Padania è penalizzata'' e il leghista Polledri ha mostrato uno striscione dove era scritto ''meno tasse, più ferrovie, più strade''. Slogan gridato anche dai senatori leghisti in un emiciclo semivuoto. La curiosità è che a presiedere l'aula era Roberto Calderoli che ha dovuto invitare Polledri a ritirare lo striscione pena l'espulsione dall'aula e ai compagni di partito di far silenzio.

Protesta sono arrivate anche dalla Cdl per l'ulteriore ricorso alla fiducia del governo Prodi. E' ''un ulteriore e ancora più pesante schiaffo al Senato. Oggi siamo arrivati al monocameralismo imperfetto'' ha tuonato il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama Vito Schifani. Secondo il senatore azzurro il decreto, che contiene la revoca delle concessioni Tav, ''blocca lo sviluppo del Paese. Domani nessun investitore internazionale verrà, sapendo che i contratti possono essere cancellati. Ma la cancellazione non danneggia nessuna Coop rossa'' denuncia.
Accusa analoga da parte del presidente dei senatori di An, Altero Matteoli: il decreto contiene ''norme che rischiano di bloccare la realizzazione delle grandi infrastrutture inerenti i trasporti del Paese. A parte la gravissima lesione del ruolo legislativo del Senato - ha sottolineato l'ex ministro dell'Ambiente - queste liberalizzazioni, propagandate dal governo come una panacea per i cittadini, sono finte perché non toccano i grandi monopoli''. La Cdl accusa l'esecutivo di avere adottato con il decreto Bersani provvedimenti punitivi nei confronti di categorie, come tassisti o artigiani e piccoli commercianti, considerate, da un punto di vista elettorale, in quota al centrodestra e di non essere stato disponibile ad un confronto serio nel merito delle nuove norme.

Ovvia soddisfazione, invece, dalla parte opposta. ''Sono soddisfatto, il Parlamento ha fatto un grande lavoro, si sta appassionando e penso che si possa andare avanti. Credo che cominci a passare il messaggio per cui il cittadino non è suddito'' ha commentato il ministro Bersani. ''Una prova di fiducia superata brillantemente'', ha detto il presidente dei Senatori dell'Ulivo, Anna Finocchiaro. ''Sono molto soddisfatto. Andiamo avanti tranquilli. E ogni volta che ci presentiamo abbiamo la fiducia''. Così, prima di partire per Bologna, il presidente del Consiglio Romano Prodi ha commentato il voto del Senato.

''Le liberalizzazioni? Solo aiuti alle Coop rosse'' - Silvio Berlusconi, dal palco di Reggio Calabria, uno dei comuni più importanti chiamati al voto del 28 maggio, ha duramente attaccato l'ennesimo passaggio d'esame della maggioranza. ''Queste non sono vere liberalizzazioni, ma solo aiuti alle Coop rosse. Oggi si è creato un vulnus democratico, un decreto così importante non è stato nemmeno messo in discussione. Questo dimostra che stiamo andando di male in peggio''. ''Per il bene del paese - ha poi continuato il leader di Forza Italia - dobbiamo augurarci che questa maggioranza possa implodere al più presto e portare alle dimissioni questo governo''.
''Sono ancora convinto - ha detto infine Berlusconi - che il centrodestra abbia vinto le passate elezioni. La notte delle elezioni, poi, Fassino mandò messaggi criptati ai suoi militanti presenti nei seggi e infatti per un po' si bloccò il flusso delle aggiornamenti''.
Su quest'ultima bordata immediata e secca la replica del segretario Ds Piero Fassino: ''Cervellotiche allucinazioni''.

- Ddl Senato 1472

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31 marzo 2007
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