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Finalmente liberi!

Liberata la nave Enrico Ievoli, sequestrata dai pirati il 27 dicembre scorso. A bordo 5 siciliani e un pugliese

24 aprile 2012

Dopo oltre quattro mesi finisce l'incubo della Enrico Ievoli, la petroliera italiana presa in ostaggio dai pirati Il 27 dicembre scorso, quando venne presa d'assalto al largo delle coste dell'Oman. A bordo sei connazionali, cinque siciliani e un pugliese, che "stanno bene e sono tutti in buona salute", come ha detto il comandante Agostino Musumeci, contattato dall'armatore.
Oltre ai sei italiani, 5 ucraini e 7 indiani. Il mercantile, lungo 138 metri, trasportava circa 15.750 tonnellate di soda caustica. Partito da Fujairah (Emirati Arabi Uniti) era diretto nel Mediterraneo. E' stata sequestrata dai pirati somali per 118 giorni.
Ieri, a dare la notizia del rilascio dell'imbarcazione è stato il Ministro degli Esteri Giulio Terzi, in Indonesia per una missione nelle capitali asiatiche che lo porterà anche in Myanmar e nel Brunei. Il titolare della Farnesina ne ha dato notizia alla stampa dopo avere informato, attraverso l'Unità di Crisi, i familiari dei membri dell'equipaggio. Terzi, che da Jakarta ha seguito direttamente l'ultima fase della liberazione, ha espresso "grande soddisfazione per un esito positivo perseguito con tenacia, determinazione, e altissima professionalità da tutti i soggetti istituzionali coinvolti, ai quali va la mia più sentita riconoscenza".

La vicenda della Enrico Ievoli, ha sottolineato il titolare della Farnesina, è stata in questi mesi al centro di un'ampia azione diplomatica svolta anche nei confronti delle Autorità somale, alle quali è stato da parte italiana richiesto il massimo impegno affinché i nostri connazionali potessero tornare sani e salvi a casa. "Questo caso - ha aggiunto Terzi - conferma ulteriormente la gravità della minaccia alla sicurezza rappresentata dal fenomeno della pirateria su cui l'Italia è impegnata per favorire la massima attenzione ed un sempre maggiore coordinamento nell'azione di contrasto da parte della comunità internazionale, sia sul piano bilaterale che attraverso i principali fori multilaterali, come avvenuto più di recente anche in ambito G8 e nel Consiglio NATO-Russia dove proprio l'Italia ha posto con enfasi la questione nell'agenda delle consultazioni tra gli alleati".
"Ci siamo occupati di liberare la nave ma anche di liberare tutti coloro che erano a bordo compresi dei marinai indiani che lavoravano per una nave italiana" ha precisato il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, aggiungendo di aver voluto "far notare ai nostri amici di New Delhi" come la diplomazia italiana "abbia lavorato" anche per la liberazione di tutto l'equipaggio, inclusi dei marinai indiani. "Grazie al lavoro dell'Italia i marinai indiani torneranno nelle loro case così come noi vogliamo che i nostri marò tornino in Italia", ha sottolineato De Mistura spiegando che il governo italiano ritiene "di avere il diritto e il dovere non solo di lavorare ma di mettercela tutta perché i nostri militari che lavoravano per la nazione italiana tornino in Italia".

Come dicevamo, già ieri l'armatore della nave, Domenico Ievoli, ha sentito il comandante, il catanese Agostino Musumeci che ha detto: "Stiamo molto bene, è tutto sotto controllo. L'equipaggio sta benissimo". L'armatore ha comunicato anche che la nave è in rotta per l'Italia: "Ha lasciato le coste della Somalia e a bordo ci sono anche i militari italiani".
"Piango di gioia - ha detto Rita Gianfriddo, moglie di Musumeci - Non ho dormito per quattro mesi, ho sempre avuto paura. Voglio ringraziare l'armatore e lo Stato. Prima era come avere un morto in casa, ora non c'e più, è resuscitato". "Ho già sentito mio marito - ha aggiunto - mi ha detto che è stanco. Non abbiamo parlato di altro. Arriverà al massimo il prossimo 1 maggio". "Per arrivare al Canale di Suez - ha detto la signora Musumeci - ci metteranno cinque giorni. Da lì passeranno due-tre giorni ancora e poi potranno essere tutti a casa. Ora sono felicissima e ringrazio infinitamente l'armatore e tutti i suoi collaboratori che hanno lavorato notte e giorno e non ci hanno lasciato un giorno senza chiamarci. Ci sono stati vicini quasi 120 giorni. A casa non abbiamo preparato ancora nulla per accoglierli. Quando mio marito dirà 'arrivo domani' sicuramente stapperemo un bella bottiglia di champagne. Lui continuerà a fare il lavoro che ha sempre fatto ma io non ho paura. Dormirò con gli occhi chiusi perché penso che l'armatore prenderà delle precauzioni importanti".
Grande sollievo anche nel quartiere Torre faro di Messina, dove vive la madre del ventinovenne Valentino Longo, uno dei membri dell'equipaggio. "Siamo tutti felicissimi - ha detto la signora Giuseppina -, ho parlato ora al telefono con mio figlio. Mi ha detto che sta bene e che non è stato maltrattatto. Sono stati quattro mesi difficili ma finalmente questo incubo è finito".
Secondo quanto il marinaio ha riferito alla madre, anche l'altro collega messinese, Letterio La Maestra, sta bene. "Ora finalmente Valentino - ha aggiunto la madre - potrà coronare il suo sogno di sposare la fidanzata Macrina Bertuccio. Le nozze erano già fissate per il 21 luglio: sarà una doppia festa. Ancora la nave deve attraversare un altro tratto di mare pericoloso, poi saranno prelevati e portati in Italia. Penso che passeranno altri due o tre giorni. In questi mesi sia l'armatore che la Farnesina ci sono stati vicini e li ringraziamo".

Tira un sospiro di sollievo anche l'Associazione degli armatori italiani: "Quella della liberazione della Enrico Ievoli è veramente una buona notizia che aspettavamo da giorni. Mi unisco alla gioia di tutte le famiglie dei marittimi che hanno vissuto con ansia questi mesi e che ora possono finalmente riabbracciare i loro cari" sottolinea Paolo d'Amico, presidente della Confederazione Italiana Armatori. "Confitarma - prosegue la nota - ha seguito sin dai primi giorni la vicenda del sequestro della Enrico Ievoli pur osservando il silenzio stampa richiesto dalla Farnesina e dalla società armatrice per non compromettere il buon esito della vicenda. Ancora una volta però sottolineo che una soluzione duratura al problema della pirateria non potrà che essere politica, con un'azione che vada a estirpare a terra le cause del fenomeno".

Secondo fonti ufficiose, a tutt'oggi si attesta a 20 il numero delle navi sequestrate dai pirati e 283 gli ostaggi trattenuti.

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, Lasiciliaweb.it, Repubblica.it, Corriere del Mezzogiorno]

- Nave italiana sequestrata dai pirati a largo delle coste dell'Oman (Guidasicilia.it, 27/12/11)

- Nelle mani dei pirati (Guidasicilia.it, 28/12/11)

 

 

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24 aprile 2012
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