Fino a domani le religioni del mondo fanno tappa a Palermo
Fino a martedì il capoluogo siciliano sarà teatro di incontri e celebrazioni cui parteciperanno 465 personalità provenienti da tutto il mondo.
Si tratta della prima volta dopo l'11 settembre per questa iniziativa che ogni anno porta lo spinto di Assisi in una città del Mediterraneo.
Il dialogo tra Islam e Occidente, la sfida dell'immigrazione, la pena di morte interrogano il mondo. Lo fanno per tre giorni, a Palermo, durante l'incontro internazionale "Religioni e culture tra conflitto e dialogo", che si svolge in città fino a domani.
Un meeting, organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio e dall'arcidiocesi di Palermo, che restituirà al Capoluogo siciliano quell'identità di cuore dell'accoglienza fra i popoli che è stato capace di guadagnarsi in migliaia di anni di dominazioni straniere. A volerlo intensamente è stato il cardinale Salvatore De Giorgi, che vede nella sua Palermo la cerniera giusta per suggellare il patto di unità fra i popoli. ''E' un evento straordinario - spiega l'arcivescovo -, che servirà a porre l'attenzione su alcuni aspetti del Concilio Vaticano II, ancora poco compresi. Parlo del dialogo ecumenico, di quello interreligioso e interculturale. Solo così sarà possibile costruire un'Europa vera, non fondata sul culto del denaro, ma sull'uomo''.
In questo Palermo darà un messaggio particolare, ''offrirà al mondo il suo vero volto, quello più autentico, che sa dialogare, accogliere, ricevere e donare''.
La città accoglie 465 ospiti illustri, tra i quali 79 rappresentanti della Chiesa cattolica (12 cardinali e 30 tra vescovi e abati), l8 rappresentanti della Chiesa ortodossa e delle antiche Chiese orientali, 18 rappresentanti protestanti, 9 dell'ebraismo, 28 dell'islam e 13 delle religioni orientali, più 57 responsabili di organismi internazionali, 19 membri del corpo diplomatico e circa 15O giornalisti. ''Un numero dì ospiti mai raggiunto prima in quindici annidi incontri precedenti nelle capitali di tutto il mondo - comunica il fondatore della comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi -. Segno che la Sicilia attira, è vista con simpatia dalla gran parte del Sud del mondo. In un momento come questo ebrei e arabi hanno bisogno di un luogo di incontro esterno per dialogare''.
Gli organizzatori stimano in almeno seimila gli altri partecipanti che a vario titolo sono coinvolti nel grande evento religioso: dai 500 volontari, ai circa 3.600 siciliani che si sono iscritti ai 24 forum in programma, fino ai duemila componenti dei diversi gruppi in cui si articola in Europa e nel mondo la comunità di Sant'Egidio.
Tutti i palermitani possono comunque liberamente incontrare i leader religiosi in sette parrocchie aperte al confronto. Saranno loro a continuare il pellegrinaggio cominciato ad Assisi nel 1986 con Giovanni Paolo II.
Riccardi ricorda la tensione respirata a Varsavia nell'89, gli input lanciati a Bucarest nell'98 in favore del dialogo tra cattolici e musulmani. La pace raggiunta in Mozambico, nel 1992. Ma dopo gli attentati di New York, la parola pace ha un sapore diverso. Non basta pronunciarla, bisogna costruirla attraverso il dialogo, la ricerca di punti di unità, il confronto. Per Andrea Riccardi, l'incontro rappresenta ''una tappa importante del nostro cammino dopo lo storico vertice di Assisi nel 1986: è il primo incontro che si svolge dopo l'11 settembre. Per molti quella data ha rappresentato il fallimento del dialogo tra religioni e culture differenti. Per noi, invece, quel giorno è caduto ogni pregiudizio. Da quella data ne deve partire uno più autentico e senza pregiudizi''.
Fonte: Avvenire