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Fiori d'arancio per la figlia del Capo dei capi

A Corleone per il matrimonio di Lucia Riina invitati, turisti e indesiderati giornalisti

24 luglio 2008

Corleone, 23 Luglio 2008. Un bella giornata di sole siciliano, una di quelle giornate adatte per festeggiare uno sposalizio. Ed è stato uno sposalizio che ha attirato l'attenzione di molti, forse troppi, quello che si è celebrato ieri mattina nella chiesa dell'Immacolata, il matrimonio tra Vincenzo Bellomo, un rappresentante di commercio 34enne, e Lucia Riina, ultimogenita del boss mafioso Totò Riina.
La donna, 28enne, fidanzata da tempo con Bellomo, è stata accompagnata all'altare dal fratello Giuseppe Salvatore, scarcerato lo scorso febbraio non senza polemiche per la decorrenza dei termini (LEGGI). E' lui l'unico uomo in stato di libertà della famiglia Riina. Oltre al padre, sconta una pena all'ergastolo per omicidio anche il fratello di Lucia, Giovanni.

In chiesa i familiari della sposa, prima fra tutte, Ninetta Bagarella, moglie del boss e sorella del capomafia Leoluca Bagarella, che visibilmente commossa ha portato il velo bianco della figlia. Accanto agli sposi due coppie di testimoni Maria Concetta Riina, sorella della sposa, e il marito Antonino Ciavarello e Francesca e Gianfranco Moscato, amici della coppia. Alla cerimonia hanno assistito anche dei turisti, attratti dalla folla e dalla curiosità. Presenti anche alcuni giornalisti, 'redarguiti' sia da Ninetta Bagarella che dal prete, don Giuseppe Gentile. "Salutiamo i giornalisti, dovranno pagarci i diritti", ha detto entrando in chiesa il fratello di Lucia, Giuseppe Salvatore.
Dopo la funzione gli invitati, oltre cento, si sono diretti al ristorante 'La Schiera' di Corleone per il banchetto nuziale.

Secondo quanto hanno accertato gli investigatori, Lucia avrebbe scoperto la reale identità del padre solo dopo la clamorosa cattura del 15 gennaio 1993 ad opera dei carabinieri del Ros. Fino a quel momento la ragazza era convinta di chiamarsi Lucia Bellomo. Salvatore Riina fu trovato, infatti, con una carta d'identità intestata a Vincenzo Bellomo, un agricoltore di Mazara del Vallo che fu poi condannato per favoreggiamento.
Per uno strano scherzo del destino la giovane da ieri è tornata a chiamarsi Bellomo, prendendo il cognome del marito, sospettato di essere stato aiutato dalla mafia per piazzare le marche dei prodotti che rappresenta. Secondo gli investigatori, infatti, lo sposo potrebbe essere l'uomo di cui si parla in uno dei pizzini trovati nel covo di Montagna dei Cavalli, dove Bernardo Provenzano è stato catturato l'11 aprile del 2006. Nel biglietto Salvatore Lo Piccolo, rispondendo al padrino, rassicurava circa il suo impegno per segnalare una persona a una catena commerciale.
Vincenzo Bellomo al termine della cerimonia ha ringraziato il suocero e tutti quelli che, come 'papà Totò' per motivi di "forza maggiore", non hanno potuto  partecipare alle nozze: "Grazie di cuore a tutti i familiari che oggi sono qui con noi: grazie a mio suocero Salvatore Riina".

Ninetta Bagarella ai giornalisti - "Che c'entrate oggi qui? Potevate farne a meno, per noi questo è un giorno di festa". Ninetta Bagarella, ha rallentato solo un istante prima di salire in auto e raggiungere la figlia e il genero nel locale in cui è stato celebrato il banchetto nuziale. La moglie del capo dei "Corleonesi" ha così rotto il silenzio dietro al quale si è chiusa da decenni. "Non c'è niente da vedere, non capiamo il perchè della vostra sceneggiata". "Se volete parlare con qualcuno, qui c'è l'avvocato", ha aggiunto rivolgendosi ai cronisti e raggiunta all'uscita dalla chiesa dall'avvocato Giovanni Anania, legale di numerosi capimafia tra cui il fratello, Leoluca Bagarella. 

Don Giuseppe Gentile: "Lasciatela in pace" - "Lasciate stare questa ragazza, lasciatela in pace, non ha nulla di cui riscattarsi. Vi siete mai chiesti se sta soffrendo? Io vi dico che porta un segno e la vostra presenza non fa che ricordarglielo".
Frate Giuseppe Gentile, sacerdote dell'Immacolata di Corleone, ha apostrofato duramente i cronisti e li ha invita a non rimanere in chiesa dove si stava celebrando il matrimonio fra Lucia Riina e Vincenzo Bellomo.
Il parroco, che ha criticato la presenza della stampa alla cerimonia, ha poi aggiunto: "Questa giovane ha scelto di sposarsi in pubblico non di nascosto e questo è già un segnale importante, non fate pagare ai figli colpe che non hanno".
Il sacerdote infine si è rifiutato di dire il suo nome ed ha concluso: "Non è importante come mi chiamo". Durante la messa sono stati letti brani del Cantico dei cantici, e del Vangelo di Matteo. La cerimonia è stata chiusa dal canto dell'Ave Maria di Schubert.

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24 luglio 2008
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