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Folle gelosia a Regalbuto (EN). Un uomo ha ucciso il compagno dell'ex convivente e ha tenuto lei in ostaggio per 10 ore

10 maggio 2007

Una notte all'insegna della follia e della disperazione. Un ex poliziotto di 48 anni, Pietro Arena, ha ucciso ieri sera a Regalbuto (EN) il convivente della sua ex convivente. L'uomo è entrato all'interno del bar gestito dalla donna, Adele Sanfilippo, di 46 anni, ha fatto uscire i clienti e ha sparato contro Antonio Allegra. Dopo ha preso in ostaggio la donna, e ha minacciato di sparare anche a chi si trovava nella piazza.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno cercato di convincere Arena a consegnare l'arma e arrendersi. L'uomo però ha risposto che lo avrebbe fatto solo dopo essere stato intervistato dalla Rai.
Intervistato dal giornalista della Rai regionale, Guglielmo Troina, dopo dieci ore dall'inizio del dramma, Pietro Arena si è consegnato alle forze dell'ordine sostenendo di non aver ucciso volontariamente. Adele Sanfilippo è uscita dal bar Plaza della centrale Piazza della Repubblica dando sfogo alla tensione accumulata urlando: ''A cosa è servito tutto questo, a cosa?''. Poi è salita su una ambulanza che l'ha condotta in ospedale, in stato di shock, urlando di ''non voler vedere nessuno'' ma prima, scortata dai carabinieri, è rientrata nel bar per un ultimo incontro, un addio, a Pietro Arena.

Il movente - Anni di contrasti, processi e querele. A spiegare il movente dell'assurda tragedia è stato lo stesso omicida che ha detto di aver agito come reazione ai violenti contrasti con l'ex compagna, che erano sfociati in processi penali e querele reciproche. Per questo - ha detto l'assassino - ieri sera, armato di pistola 765, si è recato davanti al bar che gestiva con l'ex compagna puntando l'arma contro il suo rivale in amore. L'uomo, vedendolo arrivare, ha capito le intenzioni di Arena, si è alzato dal tavolo dove si trovava con una giovane amica ed ha tentato la fuga, ma inutilmente: l'assassino gli ha sparato due colpi a distanza ravvicinata al fianco e alla schiena uccidendolo sul colpo.
Nella piazza, dove stava per cominciare un comizio elettorale per le prossime amministrative, è scoppiato il panico con un fuggi fuggi generale. Arena è entrato nel bar, ha puntato l'arma contro la sua ex convivente tenendola in ostaggio. Un sequestro che ha vissuto momenti di grande incertezza e tensione ma alla fine, dopo l'opera di convincimento del questore di Enna Domenico Percolla e del comandante provinciale dei Carabinieri Andrea Bertozzi Dellazonca, ha prima liberato la donna e si è poi costituito.

L'intervista - Nell'incontro di un'ora che Arena ha preteso con il cronista della Rai, Guglielmo Troina, l'uomo ha ricostruito le vicende giudiziarie e gli scontri con la ex compagna che ''gli hanno rovinato la vita''. Mentre parlava con il giornalista, in piedi, al buio prima dell'alba, tenendo per i capelli la donna al suo fianco, Arena ha più volte agitato la pistola. ''Voglio che la giustizia faccia il suo corso e prenda atto delle cose vere e di quelle fasulle'' ha detto ai microfoni della Rai. ''Secondo la giustizia italiana chi prima denuncia, prima ha ragione e io ho dovuto scagionarmi da accuse infondate''. L'uomo ha chiesto una rivisitazione dei processi a suo carico e ha detto che le denunce presentate contro di lui dalla donna erano ''tutte fittizie''. In particolare, ha detto di avere subito ''una ingiustizia'' per la condanna a tre anni con l'accusa di aver rapinato la donna di un cellulare. Ad un certo punto ha bruscamente interrotto il colloquio strattonando la donna al suo fianco e portandola nel bar, facendo temere il peggio. Poi è tornato fuori a parlare con il giornalista.

I precedenti - Un intera notte sfociata in un dramma, ma i contrasti fra Arena e la ex convivente duravano da tempo. L'uomo era anche andato alla trasmissione televisiva 'Stranamore' per riconquistarla. Al rifiuto della donna di tornare assieme, Arena aveva tentato di investirla e aveva diffuso in paese, un filmino che riprendeva l'ex compagna durante un rapporto sessuale con un terzo uomo. Per quella aggressione era stato condannato a tre anni di carcere. Grazie all'indulto, nei mesi scorsi era ritornato in libertà. A suo carico sono in corso altri processi per lesioni, minacce e aggressioni nei confronti della ex compagna. La vittima in passato aveva più volte denunciato di essere perseguitato dall'uomo, nei cui confronti era stato emesso un divieto di avvicinamento alla all'ex compagna.

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10 maggio 2007
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