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Forconi d'Italia...

Terzo giorno di protesta un po' in tutta Italia, mentre in Sicilia i Forconi sostengono che "il volantinaggio non basta"

11 dicembre 2013

Terzo giorno di proteste per il Movimento dei Forconi. Blocchi stradali, presidi e manifestazioni proseguiranno fino a venerdì un po' in tutta Italia.
Il movimento è nato in Sicilia nel gennaio 2012: una rivolta di autotrasportatori e agricoltori che protestavano contro il caro carburante e contro le condizioni in cui erano costretti a lavorare. Oggi si sono aggiunte le rivendicazioni di carattere nazionale: un abbassamento delle tasse, la caduta del governo Letta e l'uscita dall'euro. La protesta ha unito insieme anche venditori ambulanti, precari, studenti, disoccupati, immigrati e persino ultras delle curve calcistiche ed estremisti di destra.

Gli scontri e i metodi violenti utilizzati in alcuni casi dai dimostranti hanno suscitato polemiche. Dopo le dichiarazioni di ieri del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ("non permetteremo di mettere a fuoco le città"), oggi la polizia è intervenuta a Torino per liberare i mercati generali. La città piemontese è uno dei centri più colpiti dalle manifestazioni e il prefetto di Torino, Paola Basilone, aveva annunciato ieri l'arrivo di rinforzi per riportare l'ordine in città. La polizia è intervenuta anche di fronte a 3 supermercati del torinese, per impedire ai manifestanti di ostacolarne l'apertura. La stazione della metro di Porta nuova è stata chiusa per motivi di sicurezza dopo che un gruppo di manifestanti - quasi tutti studenti - sono entrati in azione nei pressi della stazione.

In Sicilia, dove i Forconi sono nati, fino ad ora la protesta ha mantenuto un profilo basso: presidi, sit-it e volantinaggio, senza creare vero e proprio disagio. Nell’isola però, potrebbe tornare il blocco dei tir, proprio come quello che nel gennaio del 2012 mise in ginocchio l'economia siciliana. Lunedì, infatti, riparte la protesta, ma, contrariamente a quanto annunciato, potrebbe non limitarsi a un "semplice volantinaggio" al casello etneo dell'autostrada Catania-Messina e dare vita "a una prova di forza", in tutta la regione, per risolvere "problemi ormai incancreniti" che "i governi non vogliono affrontare".

A lanciare l'allarme è il leader dei Forconi, Mariano Ferro, che si dice "combattuto tra la disperazione del settore e le esigenze dei siciliani" ai quali, osserva, "non vogliamo assolutamente fare male, anzi...". "Ma la situazione è drammatica - spiega Ferro - e non è con i volantinaggi che si risolvono i problemi veri delle persone senza lavoro". Per questo, è convinto il leader dei Forconi, lunedì la disperazione potrebbe sfociare "in una prova di forza", a causa, anche, di una "base difficilmente controllabile per la grande tensione e paura" dovuta, rileva, "all'assoluto disinteresse dei governi nei nostri confronti e della Sicilia". "Nessuno, mi dicono i miei - aggiunge - si accorge di un volantinaggio, sarebbe uno sfogo per poi tornare a casa con i problemi non risolti. E quando non hai i soldi per mangiare se non ci sono risposte c'è soltanto la disperazione, che ti spinge a combattere, a lottare".
Ferro rimarca che "la situazione è in evoluzione" e annuncia che lui è anche "pronto a fare un passo indietro per il bene del movimento dei Forconi e dei siciliani".

Mariano Ferro lamenta inoltre quello che chiama "complotto dell’informazione" contro la loro protesta: "Ci invitano in tv a parlare per due-tre minuti per chiederci di violenze e infiltrazioni criminali. Ma noi vogliamo parlare dei motivi dello sciopero, e se ciò non accadrà ci potranno essere problemi seri".
Il leader dei Forconi in Sicilia torna a chiedere un 'diritto di tribuna' sulle televisioni nazionali. "I giornalisti - sostiene Ferro - parlano soltanto dell'ordine pubblico. Lo fanno per coprire la povertà, il disagio e la rabbia che monta tra i cittadini. Cercano di spostare l'attenzione su scontri e blocchi. Ma sui veri problemi della gente tacciono,  forse perché ci temono". "In Sicilia - ha ricordato infine - non ci sono manifestazioni 'eclatanti' perché noi rispettiamo le leggi, ma questo non vuol dire che sotto la cenere non covi il fuoco, e che non ci sono persone sull'orlo del baratro pronte a dare sfogo alla loro disperazione. Per bloccare tutto - conclude Ferro - abbiamo bisogno di spiegare alla gente, a tutti gli italiani, quello che c'è a monte e dietro la protesta, altrimenti la situazione potrebbe diventare ingovernabile".

- Le ragioni della protesta di C. Zunino (Repubblica.it)

- Rivolta di popolo? (Guidasicilia.it, 10/12/13)

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11 dicembre 2013
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