Forconi on the road
Il Movimento dei Forconi ritorna in strada ed è pronto a varcare lo Stretto
Duemila chilometri attraverso i Comuni della Sicilia per incontrare chi "non ne può più di sprechi, corruzione, mafie e tasse inique". I Forconi tornano in strada e, dopo aver paralizzato la Sicilia lo scorso inverno, promettono di nuovo battaglia.
"Non ci fermiamo - dice il leader Mariano Ferro - Non possiamo rassegnarci a chi vuole consegnare l'Isola all'arretratezza e alla povertà. Noi viviamo in una terra che potrebbe essere ricchissima e che invece una politica distratta e colpevole vuole condannare all'arretramento e alla povertà".
Il tour a bordo dei furgoni è iniziato la scorsa settimana. Giovedì scorso erano a Gela (CL), Licata, Palma di Montechiaro, Camastra, Naro, Canicattì, Favara, Agrigento, Porto Empedocle e Sciacca. Venerdì è stata la volta del Trapanese e ieri della provincia di Palermo con tappa a Capaci per commemorare le vittime della strage e il giudice Giovanni Falcone.
Un giro della Sicilia che non conosce soste e che oggi è transitata nel territorio nisseno, per poi coprire tutte le altre province dell'Isola, sino alla grande manifestazione dell'8 luglio, quando ci sarà un presidio sulla Salerno-Reggio Calabria.
La protesta dei Forconi siciliani, dunque, arriva oltre lo Stretto perché "il problema delle tasse, ormai insopportabili, non è una questione siciliana: Vogliamo mandare un messaggio simbolico all'Italia: è tempo di svegliarsi, di agire per costruire un futuro ai nostri figli".
"La Sicilia è stata sfruttata - dice ancora Ferro - e ora vengono a chiederci il conto, dopo aver ridotto povera una terra che per le risorse che ha a disposizione potrebbe essere ricchissima. La classe politica si è dimostrata incapace, distratta, ma noi non ci rassegnamo alla povertà e a giudicare dall'attenzione e dal consenso che raccogliamo nei paesi siamo certi che in tanti la pensano come noi. La protesta aspetta solo qualcuno che la guidi".
[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]