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Formaggi con il latte vero fino al 29 settembre

La Commissione Ue ha concesso all'Italia un proroga per porre fine al divieto di utilizzo di latte in polvere

14 luglio 2015

Dopo la mobilitazione promossa dalla Coldiretti la Commissione europea ha concesso una proroga sulla richiesta all’Italia di porre fine al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari previsto storicamente dalla legge nazionale 138 dell’11 aprile 1974, che fino a oggi ha permesso all’Italia di tutelare la sua biodiversità casearia. Secondo Bruxelles tale norma dovrebbe essere abrogata in quanto rappresenterebbe una restrizione alla libera circolazione delle merci.
La stessa Coldiretti ha reso noto che, con una nota inviata il 10 luglio dal segretariato generale della Commissione Europea alla Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea, è stata accordata una proroga fino al 29 settembre 2015 del termine di risposta alla lettera di "diffida" sull’infrazione numero 4170 con la quale in pratica si vuole imporre all'Italia di produrre "formaggi senza latte" ottenuti con la polvere.

"Si tratta di un segnale di attenzione importante che prende atto del grande consenso generale raccolto dalla nostra manifestazione in Italia che ci auguriamo si traduca in decisioni definitive nell’ambito del negoziato che si apre ora con le Autorità italiane" ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che "il pressing continua a sostegno del negoziato con la petizione lanciata dalla Coldiretti a sostegno della legge n. 138 dell’11 aprile del 1974 che ha garantito da oltre 40 anni il primato della produzione lattiero-casearia italiana che riscuote un apprezzamento crescente in tutto il mondo dove le esportazioni di formaggi e latticini sono aumentate in quantità del 9,3 percento nel primo trimestre del 2015".

A rischio c’è un settore che - sottolinea la Coldiretti - rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano con un valore di 28 miliardi di euro con quasi 180 mila gli occupati nell’intera filiera, 35mila stalle, ma che svolge anche un ruolo insostituibile di presidio del territorio, nel quale la manutenzione è assicurata proprio dal lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali al pascolo.
Il via libera alla polvere di latte - precisa la Coldiretti - mette a rischio 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni, ma omologa e abbassa anche la qualità del Made in Italy e fa aumentare il rischio frodi.

La petizione lanciata dalla Coldiretti chiede l’impegno del Governo e del Parlamento per garantire la norma vigente sul divieto di detenzione e utilizzo della polvere di latte, al fine di tutelare i cittadini, garantendone la massima consapevolezza e di difendere la distintività e l’eccellenza del vero made in Italy agroalimentare di cui il settore lattiero-caseario rappresenta una componente strategica in termini economici e di reputazione dell’Italia nel mondo. Hanno espresso già sostegno alla petizione per il Governo il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti.

Anche Slow Food ha deciso di schierarsi in difesa dei formaggi italiani e lo ha fatto lanciando una propria petizione attraverso la piattaforma Change.org: "Il formaggio si fa con il latte! Firma entro luglio per dire 'No' all’uso del latte in polvere".
L’intento della petizione lanciata da Slow Food è mobilitare l’opinione pubblica italiana - consumatori e pastori, contadini e casari, artigiani e chef - su quest’ultimo attacco della burocrazia europea alla produzione agroalimentare di qualità del nostro paese.

Tutti abbiamo tempo fino alla fine di luglio per sostenere il Ministro Martina che ha già affermato di voler difendere la legge italiana, e con essa centinaia di piccole produzioni e il patrimonio di latti, mestieri, tecniche, tradizioni e comunità che custodiscono.
La petizione è diretta anche alle istituzioni comunitarie (Commissione, Parlamento e Consiglio europei e Direzione Generale Agricoltura e sviluppo rurale) e con essa Slow Food auspica che anche gli altri paesi europei scelgano la strada della qualità e della sostenibilità, sposando la legge italiana.

Insomma, dopo 15 anni Slow Food si impegna nuovamente con una raccolta di firme a favore del settore lattiero-caseario di qualità. Era infatti il 2000 quando partì la mobilitazione a difesa dei formaggi a latte crudo, all’epoca guardati con sospetto e a rischio divieto. Quella petizione aveva portato centinaia di migliaia di firme, consegnate al Commissario Europeo per l’Agricoltura. Da allora l’associazione della Chiocciola ha continuato a impegnarsi, con i tanti Presìdi Slow Food che tutelano produzioni casearie e razze bovine, ovine e caprine.

È possibile firmare la petizione su Change.org

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14 luglio 2015
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