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Formazione disonesta e problemi nel Pd

Bufera nel Pd siciliano per l'inchiesta della Procura di Messina

18 luglio 2013

In Sicilia è bufera nel Pd per l'inchiesta della Procura di Messina sui corsi di formazione professionale della Regione, finanziati anche con fondi dello Stato e dell'Unione europea. Dopo gli avvisi di garanzia dei giorni scorsi, l'indagine della Guardia di finanza e della polizia è sfociata in una raffica di arresti che coinvolgono diversi esponenti dei democratici.
In manette sono finite anche la moglie del deputato del Pd Francantonio Genovese (indagato), Chiara Schirò, e quella dell'ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca (Pdl), Daniela D'Urso. Indagati, nella stessa inchiesta, pure il deputato-questore del Pd all'Ars, Franco Rinaldi, e sua moglie, Giovanna Schirò, sorella dell'arrestata.
Gli investigatori hanno eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari e una misura di sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio. Ai destinatari dei provvedimenti viene contestata l'associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate a progetti formativi.

L'inchiesta ruota attorno a tre centri di formazione professionale che operano in provincia di Messina: Lumen, Aram e Ancol.
Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dai pm Camillo Falvo, Fabrizio Monaco ed Antonio Carchietti, hanno fatto emergere l'esistenza di un sistema grazie al quale venivano gonfiati i prezzi delle prestazioni di servizio o degli acquisti di beni necessari per l'attività degli enti. In particolare gli inquirenti avrebbero accertato prestazioni totalmente simulate e sovrafatturazione delle spese di gestione. Grazie a questi artifici, i rappresentanti legali dei centri di formazione, attraverso la compiacenza dei titolari di alcune società con i quali erano legati da vincoli di parentela o di fiducia, riuscivano a documentare spese a prezzi notevolmente superiori a quelli di mercato. I centri in questione, che hanno come scopo l'organizzazione - senza fini di lucro - di corsi formativi, avrebbero così ottenuto finanziamenti per importi di gran lunga superiori ai costi effettivamente sostenuti.
In cinque anni i tre enti di formazione, secondo i conti fatti dal consulente del pm, hanno ricevuto circa 50 milioni di euro, gonfiando del 600% fatture per affitti o prestazioni di servizi. "E' stato messo in atto un metodo innovativo usato anche per la criminalità economica in tema di riciclaggio, siamo così entrati nelle pieghe dei bilanci, che apparentemente erano a posto", ha spiegato il procuratore capo di Messina Guido Lo Forte.

Il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo ha chiesto alle commissioni provinciale e regionale di garanzia del Pd "di procedere alla sospensione di Concetta Cannavò, Graziella Feliciotto, Nicola Bartolone, Elio Sauta e Chiara Schirò da incarichi di organismi e dall'anagrafe degli iscritti del partito" dopo gli arresti a Messina. "Nel ribadire la fiducia nella magistratura e auspicando che possa fare piena luce quanto prima, mi auguro - conclude Lupo - che gli interessati possano al più presto dimostrare la loro estraneità ai fatti che gli vengono contestati".

Intanto, il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, commentando i risvolti dell’inchiesta sulla formazione a Messina, ha detto ieri: "La formazione in Sicilia è stata un regno di cose che non vanno e di una spartizione da parte del sistema di potere che va oltre il caso di Messina. In giunta questo pomeriggio delibereremo la sospensione immediata dell'accredito per tutti gli enti di formazione coinvolti, in attesa di avere le carte della magistratura per procedere alla revoca. Questi sono i messaggi chiari e semplici che questo governo lancia senza perdere tempo". "Mi pare - ha continuato Crocetta - che la formazione non ci sia solo a Messina. Ma sul caso messinese ribadisco che interverremo attraverso la sospensione immediata dell'accreditamento per fare corsi di formazione e l'avvio del procedimento di revoca. Sulla formazione abbiamo sempre denunciato tutto pubblicamente".

Gli arrestati dell'inchiesta della Procura di Messina sono: Elio Sauta, 52 anni; Graziella Feliciotto, 54 anni; Chiara Schirò, 44 anni; Concetta Cannavò, 54 anni; Natale Lo Presti, 50 anni; Nicola Bartolone, 46 anni; Carmelo Capone, 52 anni; Natale Capone, 48 anni; Giuseppe Caliri, 44 anni; Daniela D'Urso, 44 anni.
Cettina Cannavò è l'ex tesoriere provinciale del Pd; Elio Sauta è un ex consigliere comunale del Pd, mentre Carmelo Capone è un ex assessore della giunta Buzzanca. Il gip Giovanni De Marco ha anche disposto nei confronti di Carlo Isaja, 47 anni, la sospensione per due mesi dall'Ispettorato provinciale del lavoro di Messina.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, Lasiciliaweb.it]

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18 luglio 2013
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