Forse nessun rimborso dalla Regione Siciliana per l'intervento di Provenzano fatto a Marsiglia

''Continuiamo tutti gli accertamenti per mettere insieme più elementi possibili e avvicinarci al boss latitante''. E' quanto hanno affermato i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, commentando il sequestro effettuato presso alcuni uffici dell'Asl 6 del capoluogo siciliano per scoprire se Bernardo Provenzano sia stato rimborsato dalla Regione Siciliana per un'operazione alla prostata fatta nel 2003 a Marsiglia, in Francia. ''Dobbiamo verificare - continuano i pm che si occupano del caso - se gli elementi raccolti siano utili''.

L'assessore siciliano alla Sanità, Giovanni Pistorio ha però sostenuto che non ci sarebbero elementi affinché si possa provare il presunto rimborso per l'intervento al superlatitante. ''E' stata effettuata - ha detto l'assessore - una ricognizione nell'archivio dell'Ispettorato regionale sanitario incaricato di autorizzare i ricoveri fuori regione o all'estero dei cittadini siciliani. Dal '91 ad oggi non esiste alcuna pratica intestata ad un Gaetano Troia''.

Gaetano Troia è il nome del fornaio settantenne di Villabate (Pa) che Provenzano ha utilizzato per il ricovero a Marsiglia. Padre di Salvatore Troia, uno dei favoreggiatori del capomafia arrestato nell'operazione "Grande mandamento" eseguita il 25 gennaio scorso e che lo avrebbe anche accompagnato nella trasferta francese, ha sempre affermato di non sapere niente di tutta questa storia. Quando i poliziotti si sono presentati a casa sua chiedendogli come stesse, Gaspare Troia ha risposto cadendo dalle nuvole: ''Benissimo grazie. Perché dovrei stare male?''. Alle domande successive, l'anziano panettiere ha chiarito di non essere mai stato operato alla prostata e di non aver mai messo piede a Marsiglia.