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Franco Battiato, figlio del suo Etna sempre in continua attività. Tra cinema, nuove canzoni e tournée

24 giugno 2006

Battiato non si ferma mai per lui film, disco e tournée
di Giacomo Pellicciotti (Repubblica.it, 17 Giugno 2006)

Vulcanico Battiato, non solo perché, tra un viaggio e l'altro, è tornato a vivere nella sua villa sulle pendici dell'Etna. Ma perché, in un periodo che non sembra certo propizio alle fantasie dei poeti, l'instancabile Franco è una fucina di idee che stupiscono chi si spinge fino lassù nel buen retiro di Milo.
Un altro sarebbe iperstressato, ma Battiato il mistico sfrutta i suoi sessant'anni come un'inebriante scossa tellurica per ritrovare la giovinezza creativa. Un altro si perderebbe nel traffico di un set cinematografico in piena azione: ''Ciak, si gira!'', ed è già il terzo film del ''nuovo regista della vecchia scuola del cinema italiano'', come si definisce divertito lui stesso. Mentre in veranda, dove agisce anche il pittore Battiato in arte Suphan Barzani, è in avanzato stato di lavorazione il nuovo album che il musicista catanese anticipa come ''uno dei più importanti della carriera''. Uscirà l'anno prossimo, a primavera.
Conoscendolo, Battiato non è uno di quei furbetti che, per rialzare le sue quotazioni, pone invariabilmente l'ultima opera al vertice della qualità. Ma per una volta si sbilancia stupito: ''Ho già finito sette pezzi. Altre volte ne ho fatti di buoni, ma stavolta sono partito di getto come una fontana magica. Forse perché erano due anni e mezzo che non toccavo una tastiera''.

Al culmine di tortuose salite in crescendo verso il vulcano, i cancelli di casa Battiato si schiudono improvvisamente a un'oasi di insospettata pace. In giardino, sotto un ciliegio con i primi frutti vermigli, un pugno di uomini saggi discute sull'esistenza di Dio. L'attore Giulio Brogi è il volto più noto del gruppetto esoterico. Poi spuntano fuori anche le cineprese, ed è l'ultima scena del terzo film di Battiato dopo ''Perduto amor'' e ''Musikanten''. In realtà è la prima scena girata di un work-in-progress che procederà a singhiozzi, da agosto a gennaio, in set diversi dalla Sicilia al nord Italia.
Titolo molto provvisorio ''Niente è come sembra'' che, spiega il regista, ''è una frase attribuita al Buddha''. E aggiunge: ''E' un film che costa molto poco, non pensavo di farlo, ma poi, durante il recente viaggio in India, ne ho sentito la necessità come l'ultimo atto di una trilogia. Nel primo film c'è una lezione tantrica, nel secondo la regressione nella trasfigurazione delle anime ed ora il terzo è tutto sulla spiritualità. Nella parte centrale, che è il succo del film, s'incontrano diversi personaggi con la scusa di festeggiare il compleanno del padrone di casa. Che è un uomo di scienza, disposto a credere, ma con molti dubbi. Nella stanza ci si confronta animatamente sul perché dell'esistenza. Ci sono il credente e l'ateo (Brogi). Alla fine Alejandro Jodorowsky legge i tarocchi''.

Quando il cielo è troppo cupo, le riprese s'interrompono. E Battiato è disposto a evadere, a parlare d'altro. Anche a rispondere a domande scomode: vogliamo sfatare una volta per sempre l'annosa questione della sua appartenenza politica? Malgrado le sue smentite recenti, vari esponenti della destra continuano a considerarlo dalla loro parte. Non sono servite le prese di distanza, e il tormentone dell'artista di destra continua, come è stato per Lucio Battisti.
Battiato ha un attimo di fastidio, ma dopo una piccola esitazione risponde calibrando i toni: ''E' un fraintendimento, ma non è facile uscire da una trappola come questa. L'altro giorno, sull'aereo, mi sono imbattuto in un signore colto, con un vocabolario antico e completo. Mi ha fatto i complimenti, chiudendo con un ''peccato che siamo in due schieramenti opposti''. Credeva fossi fascista, come io pensavo di lui. Ma poi ci siamo chiariti e lui, visibilmente sollevato: 'Ah, lo dicevo io che non era possibile' ''.
Non sarà per colpa di Friedrich Nietzsche? ''Per quelli della destra è difficile capire quando nel Superuomo si parla di razza e di religione. In realtà per me il Superuomo è chi ha coscienza che siamo tutti uguali''. Pausa. ''Le confesso che solo in questo momento mi sto risentendo cittadino italiano''. E dopo una pensosa riflessione, Battiato precisa: ''Vede, considero la vita una grande possibilità di riscatto: dall'ignoranza, dalle catene... Bisogna uscire, e in fretta, dalla prigione di cui siamo anche i carcerieri. Come scrisse Santa Teresa d'Avila a proposito dell'uomo che rimane escluso dal palazzo: 'Un rassegnato mendicante che si trascina sulla soglia di quella reggia'. Per il mio esistere, seguo modelli compositivi tradizionali. Mi attrae l'estetica, ne ricevo un gran giovamento. Detto questo, le lascio immaginare la pena e il disgusto che provo quando vedo in Parlamento politici che dovrebbero essere un esempio illuminante di rigore, urlare come primitivi slogan vergognosi''.

Come mai nella musica Battiato si divide tra la più comunicativa canzone di qualità e lavori più alti, mentre nel cinema rischia linguaggi e temi più difficili? Gli torna il sorriso: ''Il cinema mi sta dando il piacere di ricominciare. Con la musica ho trovato col tempo una mediazione con buoni risultati, e i compromessi sono poco dolorosi. Col cinema mi diverto senza compromessi. Per dirla tutta, arrivato alla mia età, mi diverto come un pazzo''.
Il vulcanico Battiato adesso affronta anche un tour estivo. Il concerto di beneficenza, all'Auditorium di Milano, è stato squisitamente da camera, con il quartetto d'archi. Ma per il vero tour, con orchestra sinfonica e rockband, Franco Battiato alternerà ''i più delicati lieder alla danza e alla festa collettive''.

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24 giugno 2006
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