Frena la lunghissima galoppata dei rincari immobiliari e rimane alta la richiesta dei mutui
Frenano i prezzi delle case. Resta la voglia di comprare
Tecnocasa: nel 2006 i rincari più modesti da molti anni
di Luigi Grassia (La Stampa 12/9/2006)
I prezzi delle case in Italia corrono meno. Non sono ancora arrivati a un vero e proprio stop, ma la lunghissima galoppata dei rincari sta via via perdendo colpi. Secondo il nuovo rapporto Tecnocasa, nel primo semestre del 2006 l'aumento medio dei prezzi immobiliari nei grandi centri urbani si è limitato a un 3,62 per cento che è ancora molto superiore all'inflazione ma tende ad appiattire la curva dei rincari semestrali passati.
Prudentemente l'osservatorio del grande operatore immobiliare afferma che ''i prezzi tengono'', in realtà il valore degli immobili fa ben più che tenere, anche considerato che ''la disponibilità di spesa resta buona'' e che l'investimento nel mattone rimane al top dei desideri degli italiani, come dimostra il +25,61% nell'erogazione dei mutui per le abitazioni. In negativo, chi si propone sul mercato per monetizzare un alloggio si accorge (è sempre la sintesi Tecnocasa a dirlo) che ''si allungano i tempi di vendita'' e che per concludere gli affari bisogna ritoccare all'ingiù con maggiore decisione le richieste iniziali.
Per quanto riguarda gli affitti delle nuove locazioni in alcune città si registrano persino dei ribassi assoluti - e non semplicemente dei rincari più modesti.
Se c'è una zona d'Italia dove l'alta marea dei prezzi delle compravendite continua a salire è il Mezzogiorno. Infatti secondo le rilevazioni i valori degli immobili crescono più nei capoluoghi del Meridione (+3,43 per cento) che in quelli del Nord (+1,97%) o del Centro (+1,33%). Non si tratta di uno ''strappo'' solitario del Sud ma di un riallineamento alla media nazionale, visto che il rallentamento delle quotazioni è più visibile in quelle città, come Milano e Bologna al Nord e Roma e Firenze al Centro, dove dalla fine degli Anni 90 il valore delle abitazioni è più cresciuto. Un altro dato interessante è che per la prima volta dopo molti anni sono aumentati di più i prezzi immobiliari nei comuni degli hinterland urbani (+4,12 per cento) rispetto alle grandi città (+3,62%) e ai capoluoghi di provincia (+2,2%).
Nei grandi centri gli appartamenti più richiesti sono i bilocali e i trilocali; le case di piccolo taglio costituiscono gran parte della domanda nelle realtà metropolitane (l'88,9 per cento a Milano, l'83,4% a Roma e l'82,4% a Napoli). Anche nel settore degli affitti è il Sud a sostenere di più la media nazionale degli esborsi. Ad esempio nel caso dei bilocali Palermo è la città dove i canoni salgono maggiormente (+3,2 per cento nel primo semestre del 2006), mentre tali costi scendono a Bologna e Firenze (-2,1%); segni negativi anche per Napoli, Torino e Verona. Così almeno risulta alla rete delle agenzie di Tecnocasa, provi chi è personalmente interessato a verificare se questo corrisponde alla sua effettiva esperienza.
La media nazionale dei rincari semestrali degli affitti è dello 0,3%, quindi il dato è prossimo alla perfetta stasi. Comunque tra affitto e acquisto gli italiani preferiscono sempre la prima soluzione, e infatti in Italia la percentuale dei proprietari è ben superiore alla media europea, ma questo può anche non essere un bene per il Paese nel suo complesso, perché tende a ridurre la mobilità territoriale dei lavoratori che è necessaria al funzionamento dell'economia. Per incoraggiare l'affitto sarebbe necessario un mercato delle locazioni a prezzi ragionevoli, e questo richiederebbe anche un’edilizia pubblica migliore di quella italiana, afflitta da mancanza di risorse ma pure dalla cronica incapacità di gestire i flussi degli affittuari pubblici in entrata ma anche in uscita (tutti e due vanno regolati, altrimenti salta il sistema, come è successo).
Un fattore che sostiene gli acquisti è la buona disponibilità di mutui-casa. Il credito concesso alle famiglie per acquisto di abitazioni è aumentato del 25,61 per cento nel primo semestre di quest'anno. Forte in particolare la crescita nelle Isole (+36,13%) e nel resto del Sud (+32,88%). Ma è quasi uguale la spinta nel Nord Ovest (+32,22 per cento). Casa dolce casa. Pirelli Re, società immobiliare del gruppo di Marco Tronchetti Provera e fra i maggiori operatori del settore, ha chiuso il primo semestre dell'esercizio in corso con un risultato netto consolidato in crescita del 17% a 70 milioni di euro.
I ricavi aggregati sono stati pari a 1,7 miliardi di euro, in linea con il dato del primo semestre 2005 (che fu pari a 1,74 miliardi). Il patrimonio netto gestito a valore di mercato è cresciuto del 15 per cento a 14 miliardi di euro, mentre la posizione finanziaria netta ha segnato un passivo di 82,3 milioni di euro rispetto ai 42,6 milioni registrati a giugno 2005. Il vicepresidente ed amministratore delegato Carlo Puri Negri ha detto agli analisti finanziari che Pirelli Re prevede di chiudere l'esercizio 2006 ''con una crescita ridotta, nella fascia bassa dell'intervallo previsto dal piano industriale 2006-2008 e attestata su un +11 per cento''. Questa performance non particolarmente brillante è stata spiegata con le conseguenze del decreto Bersani nella parte relativa alle compravendite immobiliari.