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Fuga da Pagliarelli

Ergastolano evade dal carcere di Palermo. Il sindacato di polizia: "Siamo pochi, non c'era la sentinella"

08 maggio 2014

Evasione da film ieri, al carcere "Pagliarelli" di Palermo, dove un ergastolano è scappato calandosi dal muro di cinta del penitenziario con una fune fatta di lenzuola annodate tra di loro. A eludere la sorveglianza un albanese di 36 anni, Valentin Frrokaj, condannato per l'omicidio di un connazionale, per rapina ed estorsione, trasferito solo a marzo nel carcere palermitano.
Sono numerose le volanti che da ieri gli stanno dando la caccia. In volo si è alzato anche l'elicottero, mentre una squadra cinofila della Questura ha fatto fiutare a cani "molecolari" le lenzuola usate per la fuga, sulle quali sono state rilevate tracce di sangue. L'uomo ha i capelli rasati, è alto un metro e ottanta ed è di corporatura robusta. Al momento della fuga indossava un jeans e una maglietta a maniche corte di colore bianco. Valentin Frokkaj avrebbe approfittato dell'ora d'aria e della mancanza di un poliziotto penitenziario di sentinella per riuscire a scalare il muro di cinta e fuggire.

L'ergastolano albanese non è nuovo alle fughe: nel febbraio del 2013 era già evaso dal penitenziario di Parma, ed era stato ritrovato poco dopo, a Milano. L'albanese, al "Pagliarelli", ha oltrepassato più recinzioni interne, prima di scavalcare l'inferriata che si affaccia su viale Regione siciliana, la circonvallazione di Palermo. Nel febbraio dell'anno scorso Frokkaj evase dal carcere di via Burla a Parma segando le sbarre della cella e calandosi sempre con delle lenzuola. Con lui scappò anche Taulant Toma, il re delle evasioni, un rapinatore di 29 anni che era già evaso dal penitenziario di Terni nell'ottobre 2009. Toma, dopo la cattura in Belgio, riuscì nuovamente a evadere dal carcere di Liegi dov'era in attesa dell'estradizione in Italia.
Frokkaj, secondo alcune ricostruzioni, si era preparato la fuga per l'ora d'aria. È andato nel cortile, forse, con pezzi di lenzuola avvolti sul corpo e poi è riuscito a scavalcare l'altissimo muro di cinta, la prima inferriata esterna, molto alta e poi la rete gialla che delimita l'area di rispetto prima della strada pubblica. I poliziotti penitenziari hanno trovato brandelli di lenzuola con del sangue che hanno fatto annusare ai cani. È stato passato al setaccio il parco Cassarà e la zona del bar Baby Luna.

A seguito della clamorosa evasione è scoppiata la polemica sul numero insufficiente di agenti penitenziari. Problema che non riguarda certamente solo il carcere palermitano. Il "Pagliarelli", alle spalle del quale si stagliano alte e lontane le Madonie palermitane, è una struttura imponente e in cemento armato, molto moderna. Costruito negli anni '80, l'istituto penitenziario è stato inaugurato nel 1995 e dal 2002 opera a pieno regime. "Il carcere Pagliarelli è svantaggiato rispetto ad altre strutture italiane poiché a fronte di 1.200 detenuti circa mancano circa 150 uomini della polizia penitenziaria e questo fa sì che il posto di 'sentinella' fosse scoperto", ha affermato Mimmo Nicotra, segretario generale aggiunto del sindacato della polizia penitenziaria Osapp.
"Sarebbe ora che il ministro Orlando - ha aggiunto il sindacalista - assuma provvedimenti per la politica sbagliata degli ultimi anni portata avanti anche dal Dap. La Sicilia attualmente ha 800 uomini in meno eppure continuano ad assegnare le unità all'uscita dai corsi verso altre regioni".

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08 maggio 2014
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