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Fuga delle imprese straniere dalla gara per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina

Diverse le imprese straniere non disposte a rischiare sul progetto del Ponte

06 maggio 2005

Imprese straniere in fuga dalla gara per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Dopo l'abbandono da parte dell'austriaca Strabag insieme a tutta la cordata Risalto, ora è la volta delle spagnole Ferrovial e Necso, alleate della cordata capitanata dall'italiana Astaldi, a lasciare l'opera più ambiziosa ma anche più tormentata del piano infrastrutturale del governo Berlusconi.
Tutto ciò mentre si avvicina il 25 maggio, termine ultimo per presentare le offerte per il General Contractor, e si moltiplicano gli attacchi dalle file ambientaliste e dell'opposizione che chiedono l'annullamento della gara perché, dicono, potrebbe andare deserta.
Le due società iberiche rinunciatarie, secondo fonti industriali, sarebbero arrivate a questa decisione ritenendo il progetto, così come proposto, troppo rischioso dal punto di vista finanziario.
Di tono analogo le ragioni addotte il mese scorso dal colosso austriaco per spiegare la mutata decisione di abbandonare la partita. ''Per noi era troppo alto il rischio che avremmo dovuto affrontare dal punto di vista legale, geologico e tecnico-finanziario'' aveva dichiarato Roland Jurecka, del consiglio di amministrazione della Strabag.

Ma nell'elenco degli stranieri in fuga vanno annoverati anche la francese Vinci, che aveva rinunciato perché puntava a un progetto di altro tipo e, in primissima battuta, l'americana Parson, perché aveva già fatto da consulente al Governo per il ponte.
Le quote delle spagnole Ferrovial e Necso saranno ora rilevate dalla capogruppo Astaldi che finora deteneva il 23% della cordata e che conferma, al momento, la propria offerta per la gara del general contractor.

La società concedente, la Stretto di Messina Spa, ha fatto slittare di un mese il termine di gara, inizialmente fissato per il 20 aprile. Due quindi al momento le cordate prequalificatesi che dovrebbero presentare offerte, Impregilo e Astaldi. Impregilo anzi sarebbe stata contraria allo slittamento della gara di un mese, avendo a quanto pare già pronta l'offerta.
Alla luce delle dichiarazioni dei rispettivi vertici qualche giorno fa, sembra tramontata inoltre l'ipotesi di un'alleanza tra i due gruppi italiani per un'offerta unica rinunciando alla sfida.
''Non mi risulta'' che Impregilo corra per il Ponte sullo stretto di Messina alleata con Astaldi, aveva tagliato corto il presidente Cesare Romiti: ''Impregilo concorrerà con il consorzio di cui è capogruppo''. Non si era fatta attendere la replica di Vittorio Di Paola, amministratore delegato e capoazienda della concorrente Astaldi. ''Ne prendiamo atto e per quanto ci riguarda valuteremo autonomamente il da farsi'' ha risposto Di Paola, non senza aver prima rilevato che l'ipotesi di una offerta comune ''scaturiva da comuni considerazioni di buonsenso riguarda la rischiosità del progetto, ampliamente dimostrata dall' abbandono della maggior parte delle imprese e banche stranieri''.

L'annuncio dell'abbandono delle imprese straniere è stato contestato dalla stessa Stretto di Messina Spa. ''Non corrisponde al vero che tutte le imprese straniere hanno abbandonato la gara, né più in generale il progetto del ponte'', ha dichiarato l'amministratore delegato Pietro Ciucci.
Nella sempre più tormentata corsa per costruire il ponte più lungo del mondo, per ora la presenza dei colossi giapponesi (Nippon Steal Corporation e la Chodai Co. Ltd. per la progettazione), alleati di Astaldi viene infatti confermata. Così come quelli della cordata capitanata da Impregilo: gli spagnoli Sacyr Vallehermoso, i giapponesi Ihi, oltre agli italiani Gavio, Condotte, Cmc e i danesi Cowi per la progettazione.

Fonte: La Sicilia

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06 maggio 2005
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