Fuoco, tragedia e polemiche. Dopo la tragedia di Patti (ME) ci si chiede perché ciò è dovuto accadere
Dopo che la scorsa notte le colline attorno a Patti sono state illuminate dal fuoco assassino appiccato da qualche scellerato, il terreno appare oggi arido e senza più vita, come le tre persone morte nel rogo dell'agriturismo ''Il rifugio del Falco''. Hanno perso la vita Concettina Scafidi, Costantino Cucinotta e Lucia Natoli. Della struttura agrituristica, ad un quarto d'ora di auto dal paese e affacciato sul golfo, vicino al santuario della Madonna nera di Tindari, sono rimaste intatte solo le 12 camere, mentre è andata completamente distrutta la sala in cui era allestita una festa di compleanno: di essa resta solo uno scheletro di tizzoni neri.
Ieri sera è stato possibile ricostruire con più precisione l'accaduto: il fuoco si è sviluppato nella parte bassa della collinetta su cui sorge l'agriturismo, dove era in corso una festa di compleanno di uno dei feriti, Matteo Cucinotta, fratello di Costantino, una delle vittime, e marito di Lucia Natoli, morta più tardi in ospedale. Il proprietario della struttura, Antonino Ansà, ha invitato gli ospiti a mantenere la calma ma prese dal panico le persone sono fuggite. Concetta Scafidi, una dipendente dell'agriturismo, ed un suo amico sono entrati in auto ed hanno cercato così di fuggire: lui è sceso dalla vettura ed ha esortato la ragazza a fare altrettanto. Un'esitazione che le e' stata fatale.
Anche Costantino Cucinotta ha tentato inizialmente di fuggire in auto. Poi ha rinunciato ed è stato raggiunto dal fuoco. Lucia Natoli ha riportato gravissime ustioni nel tentativo di fuga a piedi. Portata in ospedale a Messina è morta in serata.
Insieme al lavoro degli uomini della Forestale e dei vigili del fuoco c'è quello degli investigatori. Ad essere presa in particolare considerazione è soprattutto una segnalazione giunta al 112, secondo la quale da un'auto targata Torino sarebbero scese alcune persone viste appiccare il fuoco nei dintorni dell'agriturismo.
E scoppiano le polemiche, purtroppo immancabili e non di rado partorite dal dolore delle tragedie. ''Non è intervenuto nessuno''. Il sindaco di Patti, Giuseppe Venuto, accusa la Protezione civile di aver tardato nell'inviare i soccorsi: ''Da ieri sera alle 20 (ossia dalla sera di martedì 21 agosto, ndr) abbiamo chiamato e abbiamo chiesto l'intervento dei Canadair per spegnere i fuochi. Non c'è stata la prontezza da parte della Protezione civile. Capisco che c'è stata un'emergenza - ha concluso il sindaco di Patti - ma è andato tutto in corto circuito: non è intervenuto nessuno, solo le forze dell'ordine e le autobotti del comune, nessun altro aiuto''.
Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha così risposto al sindaco: ''Noi mandiamo i mezzi aerei dove ci vengono segnalate le situazioni più difficili. Non possiamo mandare i Canadair ovunque, ci sono anche gli elicotteri. Abbiamo cercato di fronteggiare tutte le situazioni, facendo in alcuni casi anche miracoli. Se non ci sono state altre vittime - conclude - è anche grazie all'intervento massiccio disposto''.
Un altra polemica è nata tra il deputato regionale Ds, Pino Apprendi e la Protezione civile siciliana. ''Oltre la metà degli operatori della protezione civile siciliana è in ferie: 300 sui 700 in organico'', ha denunciati il deputato regionale diessino, responsabile della protezione civile per Anci Sicilia. ''Malgrado i proclami roboanti del direttore della Protezione civile, Salvo Cocina, che aveva assicurato i siciliani affermando 'tutto è pronto ad accogliere questo aumento della temperatura', la Sicilia in fiamme e i morti dimostrano la vulnerabilità del sistema''.
Pronta la spiegazione del direttore della Protezione Civile siciliana, Salvo Cocina: ''Il numero delle persone in ferie non è rilevante ai fini dell'emergenza incendi - ha spiegato - perché non sono operatori che si occupano del servizio antincendio. Quelli presenti in servizio sono sufficienti ad affrontare l'emergenza. A Cefalù per esempio - ha continuato Cocina - si è presenti con oltre 150 volontari di protezione civile e 15 funzionari''. ''Quei 300 operatori - ha concluso - sono in ferie per motivi 'normativi' fin quando cioè non verrà pubblicata la legge che li riguarda''.
Gli operatori delle protezione civile in Sicilia sono contrattisti a termine. Nelle settimane scorse l'Ars aveva autorizzato la proroga dei loro contratti.
- Sicilia, autopompe ferme e al 115 non risponde nessuno (Corriere.it)