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A Lampedusa in 24 ore quasi 2mila arrivi. Sono invece quasi seimila gli immigrati presenti sull'isola

28 marzo 2011

AGGIORNAMENTO
"Siete bestie".
È la miccia che ha innescato la dura protesta delle donne di Lampedusa, le quali hanno fatto scattare il presidio al porto, coi barconi dei migranti posizionati dai pescatori all'imbocco, per impedire l'ingresso delle motovedette militari che soccorrono i migranti. A pronunciare la frase, rivolto alle donne, è stato Vincenzo D'Ancona, presidente del Consiglio comunale, durante l'assemblea del comitato delle donne, alla presenza del governatore siciliano, Raffaele Lombardo. Nell'aula si è sfiorata la rissa e alcune donne hanno pianto per la rabbia. Così dopo i pescatori hanno trainato quattro barconi usati dai migranti e sequestrati e li hanno posizionati all'ingresso del porto. Dal molo una cinquantina di donne incita l'azione, invitando altri uomini a partecipare alla protesta. Sulla banchina la tensione è altissima. In precedenza alcune donne si sono incatenate per protestare contro il sovraffollamento dell'isola. Alla manifestazione partecipano anche alcuni esponenti di Forza Nuova.
Gli immigrati presenti sull'isola, per i quali è urgente trovare una sistemazione, potrebbero però essere sistemati entro sera. È quanto è emerso dalla telefonata tra il ministro Maroni e il presidente della regione Lombardo. Quest'ultimo si è impegnato all'individuazione di altri siti per poter spostare questi immigrati da Lampedusa ad altre zone della Sicilia. Poi è arrivato l'annuncio che mercoledì pomeriggio sei navi, con una capienza complessiva di 10 mila posti, saranno a Lampedusa per trasferire tutti i migranti presenti ancora sull'isola. Sono le parole del commissario straordinario per l'emergenza umanitaria, il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso. Il piano messo a punto dall'unità di crisi, d'intesa con il governo, prevede l'impiego di cinque navi passeggeri di diverse compagnie di navigazione e dell'unità militare San Marco che in questi giorni è già stata utilizzata per il trasferimento degli immigrati ad Augusta e Taranto. Nello stesso tempo il governo sta predisponendo in tutto il territorio nazionale la realizzazione di alcune tendopoli e la ristrutturazione di alcune caserme per ospitare i migranti.
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Purtroppo anche l'incipit di questo articolo è uguale a quello utilizzato nelle ultime settimane: "Non si ferma l'ondata di immigrati sull'isola di Lampedusa".
Un barcone con circa 300 persone a bordo è stato avvistato stamane a circa 7 miglia al largo dell'isola. E' in difficoltà perché imbarca acqua rischiando così di affondare. Le motovedette della Guardia costiera si sono avviate per soccorrere l'ennesima imbarcazione.
Sono 1.933 i migranti sbarcati in 24 ore sull'isola di Lampedusa, il numero più alto da quando è iniziata la nuova emergenza.
Sono quasi seimila in questo momento gli immigrati nordafricani presenti sulla maggiore delle Pelagie su un numero di abitanti che sfiora i 5.000. Ormai gli extracomunitari si sistemano ovunque, fatta eccezione per i duemila del Centro d'accoglienza, i tunisini sono in ogni posto.

"La situazione a Lampedusa è sempre più preoccupante anche alla luce dei preventivati nuovi arrivi. Oggi invierò a Lampedusa l'infettivologo Tullio Prestileo, responsabile regionale dell'Istituto nazionale migranti (INMP) e il dirigente dell'assessorato Mario Palermo per coadiuvare il lavoro degli esperti dell'Asp di Palermo e verificare la gravità della situazione: in esito alla loro valutazione assumeremo i conseguenziali provvedimenti. Questa sera comunque andrò a Lampedusa insieme al dirigente generale dell'Asp Cirignotta per verificare di persona le delicate condizioni igienico sanitarie", ha fatto sapere l'assessore regionale alla Salute della Sicilia, Massimo Russo.
In mattinata anche una delegazione del Pd si recherà sull'isola per "verificare le condizioni in cui si trovano gli abitanti e gli immigrati". La delegazione, guidata dalla responsabile nazionale del Partito democratico sull'immigrazione Livia Turco, sarà composta dai parlamentari regionali Pino Apprendi, Vincenzo Marinello, Giacomo di Benedetto, Giovanni Panepinto, dal deputato nazionale Angelo Capodicasa e dal coordinatore dell'esecutivo regionale del Pd Enzo Napoli. Alla visita parteciperanno anche Daniele Cammilleri, capogruppo alla provincia di Agrigento e l'assessore provinciale all'immigrazione, Maria Teresa La Marca.

Ieri a Lampedusa anche il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo: "Ovunque, girando per l'isola, si incontrano migranti. Lampedusa sembra ormai un'isola tunisina non più territorio italiano". "Lancio un forte appello - ha proseguito Lombardo, giungendo al Porto, dove la Protezione Civile ha allestito tende attrezzate per l'accoglienza - al Presidente della Repubblica, al governo nazionale e a chiunque abbia responsabilità e possibilità di intervento perché si faccia in modo che Lampedusa torni ad essere territorio italiano. Questa gente va assistita, certamente non può essere respinta né maltrattata, ma l'isola di Lampedusa non può assolvere al compito di assistenza che spetta a tutto il Paese". Secondo Lombardo, "occorre uno schieramento di navi che accolga i migranti senza farli sbarcare, li assista a bordo e - ha precisato - li trasferisca poi nei vari centri di assistenza sparsi per il Paese".
"I lampedusani non ne possono più. Donne e bambini non possono più uscire di casa per questioni di sicurezza. C'è pericolo di epidemie. Ho sentito al telefono Berlusconi, si parlerà del caso Lampedusa al prossimo Cdm", ha aggiunto il governatore. "Su Lampedusa non possono stare che gli ottocento uomini che può accogliere con le strutture che ci sono ora", ha spiegato ancora . "Le tendopoli le facciano pure in Val Padana e non solo in Sicilia, visto che siamo un Paese unito", ha detto ancora Lombardo che è stato molto polemico con la Lega, che ha alzato il tiro chiedendo il blocco navale davanti alla Libia: "E' necessario che le barche non superino le acque libiche. Vanno rispedite indietro come si farebbe con le navi colpite dall'embargo", ha dichiarato il capogruppo al Senato della Lega Federico Bricolo.
Il presidente Raffaele Lombardo ha infine concluso: : "Noi da qui non ci muoviamo fino a quando il problema non sarà risolto, il governo deve intervenire".

Sul fronte dei trasferimenti, è arrivata ieri mattina al porto di Taranto la nave militare 'San Marco' con a bordo i circa 550 immigrati provenienti da Lampedusa che verranno ospitati nella tendopoli allestita (capacità massima di 720 posti) nell'ex aeroporto militare di contrada 'Paione' a Manduria. "Cerco di interpretare le normative ma secondo me questo è un centro di identificazione a tutti gli effetti", ha detto Paolo Tommasino, sindaco di Manduria, ragionando sullo status del campo. La tendopoli potrà ospitare fino a 720 clandestini grazie alle 120 tende da sei posti ciascuna messe a disposizione dalla prefettura di Potenza. Il campo è attrezzato con bagni chimici, cucine e servizi essenziali come l'erogazione dell'acqua e dell'energia elettrica. Intanto, tra la popolazione si registra una certa preoccupazione per l'arrivo dei profughi. "Ma ognuno di noi - ha detto ancora il primo cittadino - deve fare la propria parte per fronteggiare questo momento di emergenza. Per il nostro territorio garantiremo la massima sicurezza".

E mentre l'emergenza aumenta il governo si trova sempre più in difficoltà. "La Tunisia aveva promesso un impegno immediato per fermare i flussi migratori, ma le barche continuano ad arrivare. Se non ci sarà un segnale concreto entro i prossimi giorni, procederemo con i rimpatri forzosi" ha affermato il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Quella dei rimpatri forzosi "potrebbe trasformarsi nell'unica strada possibile se gli sforzi diplomatici del governo italiano dovessero fallire", ha spiegato Maroni. "I somali e gli eritrei non possono essere rimpatriati perchè scappano dalla guerra e hanno diritto alla protezione internazionale. Ma questo non può valere per i tunisini". Con la Tunisia, ha aggiunto, "non siamo sotto ricatto come con la Libia per il petrolio. Sono loro a dipendere da noi, soprattutto nel settore turistico". Il ministro ha invitato le Regioni ad accogliere l'ondata di profughi che potrebbe venire dalla Libia. Se ci saranno rifiuti, dice, "allora saremo noi a individuare le aree". "Io sono un fautore della condivisione di queste scelte impegnative, ma se questo non è possibile saremo costretti ad agire d'imperio".
"Se la Tunisia cesserà di danneggiare il nostro turismo, noi faremo la nostra parte per sostenere il loro, altrimenti... Prima vengono le esigenze del turismo italiano e dei nostri operatori" ha spiegato il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. "I continui sbarchi di clandestini tunisini verso l'Italia e in particolare verso l'isola di Lampedusa, dove la stagione vale almeno 50 milioni di euro, hanno già arrecato un serio danno a tutto il settore, specie quest'anno che avremo 800 mila turisti giapponesi in meno", ha rilevato Brambilla, secondo cui tuttavia "la situazione tornerà velocemente alla normalità". "Una volta risolta l'emergenza - ha spiegato il ministro - partiremo con un piano straordinario di sostegno al turismo di Lampedusa e della Sicilia per recuperare la perdita subita con la cancellazione delle prenotazioni di questi giorni e allungare la stagione fino all'autunno". Accanto a questo, "è già stato predisposto dai nostri tour operator un piano che vede Egitto e Tunisia promossi in maniera congiunta e che verrà illustrato in occasione della Borsa del Mediterraneo, a dimostrazione della nostra solidarietà verso Paesi che hanno attraversato una fase difficile e ora hanno bisogno del nostro aiuto". Ma ciò, ha sottolineato Brambilla, a patto che "gli interventi della Tunisia corrispondano a quanto garantito al nostro governo, anche per quanto riguarda i tempi di attuazione". Altrimenti "si arresterà qualunque tipo di promozione della Tunisia da parte nostra".
Il ministro degli Esteri Franco Frattini, ha invece rilanciato la proposta di rimpatrio assistito (mettere a disposizione una dote di 2.000-2.500 dollari per ogni immigrato arrivato in Italia con i barconi provenienti dalla Tunisia che accetti volontariamente di rientrare nel suo paese). "Il ministro Maroni ed io abbiamo chiesto molte volte all'Europa di intervenire. L'Europa ha detto di essere disponibile agli aiuti dando finanziamenti su un fondo europeo per restituire e mandare a casa gli immigrati. Ci sembra strano che si debba dire di no. Questi sono soldi dell'Europa. Possiamo dire all'Europa non aiutateci abbiamo scherzato? Credo che neanche un euro debba uscire dal bilancio dello Stato, ma dal bilancio dell'Europa che è stata inerte sino ad ora questo aiuto può essere accolto".

L'idea del rimpatrio assistito ha fatto scoppiare una furente polemica nel governo. "Ma che pagare, io non gli darei niente, li caricherei e li porterei indietro" ha tuonato Umberto Bossi sottolineando che non solo bisogna trattare i migranti da clandestini , ma che, se pure tornassero, l'obbligo del governo sarebbe quello di spedirli di nuovo nel loro paese. "Un'idea assurda, non so a chi possa essere venuta, tornerebbero tutti indietro per prendere altri 2.500 dollari" ha aggiunto Roberto Calderoli.
La linea dura con gli immigrati tunisini trova un inaspettato alleato in Pierferdinando Casini. "Abbiamo sempre detto che i rifugiati, quelli che scappano dai paesi in guerra, vanno accolti - ha sottolineato il leader dell'Udc - I tunisini non mi pare invece siano a rischio e vanno rispediti al mittente".
Il leader della Lega boccia anche la proposta del Pd di un ministero dell'Immigrazione: "Ci penso io e vedete che va tutto a posto" ha detto ai cronisti. In realtà l'uscita del Senatur, che ha parlato con il ministro dell'Interno Roberto Maroni, più che ad aprire uno scontro nel governo sembra volta a garantire l'elettorato del Carroccio che la Lega non mollerà su questo fronte. E, soprattutto, che i migranti che in queste ore stanno sbarcando a migliaia a Lampedusa non andranno nelle regioni del nord.
Prima di Bossi, il vice presidente dei senatori Sandro Mazzatorta aveva gia manifestato il nervosismo della Lega: il rimpatrio volontario assistito annunciato dal ministro Frattini, aveva detto, è "un obiettivo da noi condiviso ma a condizione che per la realizzazione di questo progetto siano utilizzati esclusivamente i soldi del fondo dell'Unione europea".
Poco prima, però, era arrivato il comunicato congiunto Farnesina-Viminale in cui si precisava che i costi per l'operazione rimpatrio non sarebbero ricaduti sulle finanze italiane. "Uno stato può anticipare" i fondi, ha spiegato infatti Frattini, ma "il rimborso finale spetta alla Commissione europea che dispone di un fondo europeo ad hoc". "I programmi - conferma la nota - saranno attivati solo in presenza di un finanziamento integrale da parte dell'Ue".
Ma l'offerta dell'Italia per fermare l'ondata di migranti, non riguarda solo i rimpatri assistiti. Nell'incontro a Tunisi, Frattini e Maroni hanno infatti messo sul piatto un consistenze pacchetto di aiuti. "Da un lato abbiamo offerto un sostegno per il bilancio del paese, con una linea di credito da 95 milioni - ha spiegato il titolare della Farnesina - E dall'altro abbiamo predisposto un pacchetto di aiuti che incida sui settori che hanno un valore aggiunto, a cominciare dalle piccole e medie imprese". Ed inoltre l'Italia è pronta a dare "fuoristrada, motovedette e radar" per un aiuto complessivo di ulteriori 70 milioni. Tutte mosse che l'opposizione contesta. "Abbiamo una politica dell'immigrazione che, ostruendo i canali di quella legale, genera clandestinità e produce insicurezza - critica il presidente del Copasir Massimo D'Alema - Serve perciò una profonda rivoluzione delle politiche con cui si decide chi può rimanere in Italia". D'Alema ha avanzato anche una proposta: considerare "tutti rifugiati" i 20mila arrivati in questi primi mesi dell'anno dal nord Africa. "Accogliamoli regolarmente e poi negoziamo il rientro in patria, anche semmai assistito da noi, dal punto di vista economico". Anche perchè vedere quanto sta accadendo a Lampedusa non è degno di un paese civile. "A volte - è la spiegazione del presidente del Copasir - viene persino il sospetto che la visione di tutta quella gente ammassata lì non dispiaccia per ragioni propagandistiche. Se li avessero accolti decentemente non si sarebbero neanche visti. Ma poi magari non si poteva fare propaganda".
Il Pd ritiene "drammaticamente offensiva" l'offerta di soldi per il rientro nei Paesi di origine, "soprattutto per chi è rifugiato e ha diritto al riconoscimento dell'asilo", ha spiegato Dario Franceschini. L'Idv giudica "una stupidaggine" la proposta del bonus per il rientro e, con Leoluca Orlando, chiede l'intervento dell'Onu a Lampedusa.

INTANTO A MINEO... - Ieri mattina a Mineo (CT), davanti il 'Villaggio della solidarietà' che ospita circa 1.500 extracomunitari, si è tenuta la manifestazione organizzata dai sindaci della zona per chiedere "maggiore sicurezza". Alla manifestazione hanno preso parte circa un migliaio di persone e diversi esponenti politici, fra deputati nazionali, regionali e locali. Una delegazione, composta da deputati e sindaci, è riuscita a entrare nella struttura per un sopralluogo. Davanti al Villaggio sono stati esposti due cartelli con la scritta "A noi i tunisini, al Nord la Bossi-Fini".
"Non è un problema di razzismo - hanno spiegato alcuni dei manifestanti - ma non ci sentiamo sicuri. Ci sono migranti che vagano per le campagne e per i nostri paesi. Sono senza lavoro e creano forti disagi e tensioni sia per la nostra economia agricola, già fortemente in crisi, sia per la sicurezza personale". Alcuni dei partecipanti hanno raccontato di "avere visto extracomunitari scappare dal centro scavalcando il recinto e fuggire verso Catania", da dove poi organizzarsi per lasciare la Sicilia.
Amareggiato per quanto sta accandendo in questi giorni, il sindaco Mineo, Giuseppe Castania, che cerca i responsabili politici: "C'è stata una previsione troppo ottimistica da parte del governo" che "non ha gestito al meglio la situazione: è impensabile volere tenere 1.500 persone dentro un recinto. Non sappiamo se questa struttura è un Cara o altro - ha aggiunto Castania - non sappiamo se arriveranno altri extracomunitari. Ma sappiamo che ci sono fughe di gruppi, di massa. Li vediamo andarsene verso Catania, ma anche girare nei nostri paesi, dove ci sono stati già delle prime tensioni, anche se, per fortuna, per il momento, non è accaduto alcunchè di grave". "Noi crediamo - ha osservato il sindaco di Mineo - che ci sarebbe voluta, e ci vuole ancora, una grande prudenza nella gestione dell'emergenza, per garantire solidarietà ma anche sicurezza. Fin'ora hanno sbagliato strategia e previsioni".
Oggi è previsto un incontro dei sindaci del Calatino a Palermo con il prefetto Giuseppe Caruso, che è commissario per l'emergenza immigrazione.

Il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, incontrando i giornalisti a Catania, parlando del Residence degli aranci di Mineo, ha raccontato: "In un casotto in legno dalle parti della mia campagna a Grammichele, dopo due giorni dall'arrivo degli immigrati a Mineo, qualcuno ha dormito li'. Vi ricordate quando ho detto che bisognava per la preoccupazione camminare con il mitra? Era prevedibile - ha aggiunto - Sono liberi di camminare, dove volete che vadano. La sera perdono l'orientamento e cercano dove dormire. Una ventina di loro, ha già abbandonato il Villaggio della solidarietà". "So della grande protesta organizzata a Mineo dai sindaci perché è opportuno e saggio che questi soggetti siano mantenuti o riportati in centri dove si trovavano. Questo è il nostro punto di vista", ha affermato Lombardo che si è augurato che "questa vicenda venga definita con il buon senso''. "Visto il fallimento di questo esperimento, la gente torni nei luoghi dai quali è partita - ha aggiunto -. I richiesti, al 75% ottengono lo status di rifugiato, dopo c'è l'integrazione che prevede lavoro e casa. Pensare che possano integrarsi nel tessuto sociale del calatino con livelli di disoccupazione già alta - ha osservato Lombardo - è stato un calcolo sbagliato. Se si commette un errore - ha concluso - lo si corregge eliminando la causa dello stesso ovvero, il centro poteva servire per altro".

TUTTI I NUMERI DELL'EMERGENZA

Sbarchi continui, quasi 20mila immigrati già arrivati sull'isola dall'inizio dell'anno, navi e aerei civili e militari per i trasferimenti sulla terraferma. Ecco tutti i numeri dell'emergenza Lampedusa.
- 18.501 MIGRANTI DA INIZIO ANNO: è il numero dei migranti sbarcati sull'isola, rispetto ai 27 giunti nello stesso periodo del 2010.
- 1.700 ARRIVI NELLE ULTIME 24 ORE: è il numero impressionante degli ultimi sbarchi. E non è finita in quanto sono stati avvistati già altri barconi che si stanno dirigendo a Lampedusa.
- 5.486 MIGRANTI SULL'ISOLA: è il numero delle presenze attuali degli extracomunitari a Lampedusa, una cifra superiore a quella dell'intera popolazione residente. Più della metà sono accampati sul molo e sulla collina che sovrasta la Stazione Marittima, oltre mille si trovano nel centro di accoglienza, gli altri sono sparsi tra la sede dell'area marina protetta, la casa della Fratellanza della Parrocchia e in giro per il paese. Quasi duecento minori si trovano invece ospitati nella ex base Loran.
- 1.045 TRASFERITI CON SAN MARCO: la nave della Marina Militare, con due viaggi già effettuati, ha trasportato 1.045 migranti da Lampedusa in Sicilia e Puglia. 498 sono stati i tunisini portati ad Augusta e poi trasferiti nel villaggio della solidarietà di Mineo; 547 quelli portati a Taranto e poi nella tendopoli di Manduria. Nave San Marco dovrebbe nuovamente tornare a Lampedusa anche se al momento sta viaggiando verso il porto di Augusta per un "ricondizionamento tecnico".
- 526 PROFUGHI DA LIBIA A PORTO EMPEDOCLE: Sono i primi profughi arrivati dalla Libia, oltre 280 su un barcone soccorso ieri sera, sul quale una donna ha partorito, gli altri su un'imbarcazione giunta stamattina. Tutti i profughi sono stati portati a Linosa dove si sono imbarcati sul traghetto della Siremar diretto a Porto Empedocle. In arrivo a Linosa c'è un altro barcone proveniente dalla Libia, con oltre 200 persone a bordo: verranno portate domani, sempre con il traghetto, in Sicilia. Un quarto barcone con 300 profughi sarebbe ancora in acque libiche.
- 13 SITI DIFESA: Il ministro della Difesa Ignazio La Russa li ha messi a disposizione del Viminale, per un totale di 4.600 ettari. In linea teorica dovrebbero servire per realizzare i campi dove accogliere i profughi dalla Libia, ma non è escluso che, se l'ondata di migranti dalla Tunisia non si arresta, possano essere utilizzati anche per quelli che il governo considera clandestini.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, Lasiciliaweb.it]

- Emergenza profughi, affare milionario di Antonella Beccaria (Il Fatto Quotidiano)

 

 

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28 marzo 2011
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