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Fuori corso: palla al piede della società

Il ministro Francesco Profumo a Palermo: "Gli studenti fuori corso costano"

16 luglio 2012

"Gli studenti fuori corso hanno un costo anche in termini sociali". Il ministro della Pubblica istruzione, università e ricerca, Francesco Profumo, ha lanciato il messaggio da Palermo durante l'inaugurazione dei nuovi locali della presidenza della facoltà di medicina.
"Credo che sia un problema culturale - ha detto il ministro -: non ci vogliono leggi per avviare il Paese verso la normalizzazione. All'Italia manca il rispetto delle regole e dei tempi. Questa è la mia sintesi. Credo che innanzitutto la scuola, sul rispetto delle regole, debba dare un segnale forte. Bisogna creare le condizioni affinché i nostri studenti possano seguire con regolarità i corsi e dare gli esami e soprattutto nel caso in cui abbiano un lavoro facciano una scelta: ossia quella del part time".
Per Profumo "questo sarebbe un buon viatico per formare dei cittadini migliori in grado di programmare, gestire e spendere il proprio tempo nel modo migliore. Il mio invito è alle scuole e alle università perché il non fare è un costo che il Paese non si può più permettere".

Il ministro ha parlato poi del decreto sul merito: "Ci stiamo ancora lavorando: sapete che nelle ultime settimane siamo stati particolarmente impegnati prima sul decreto sviluppo e poi sulla spending review. Su questo tema il Paese ha bisogno di alcuni segnali tangibili dal punto vista culturale per renderlo più europeo. Non a caso il commissario europeo per la Ricerca Quinn quando è venuto in Italia ha sottolineato alcuni punti di debolezza strutturale del nostro Paese: la trasparenza nella pubblicizzazione dei bandi, la valorizzazione delle capacità delle persone, la semplificazione delle regole e il mantenimento e rispetto dei tempi".

L’intervento del ministro Profumo è stato criticato da Maria Merlini, responsabile scuola e università del Prc. "Le dichiarazioni del ministro Profumo secondo cui gli studenti fuori corso sarebbero un costo sociale, sono un'autentica vergogna". "Dopo i pesantissimi tagli avviati dalla riforma Gelmini - ha aggiunto - che hanno sottratto all'università pubblica risorse e strutture necessarie, precarizzato ulteriormente il personale docente dequalificando l'offerta formativa, costretto moltissimi aspiranti ricercatori alla fuga verso atenei di altri Paesi per mancanza di investimenti sulla ricerca, il Ministro punta il dito sugli studenti fuori corso accusandoli di essere una delle cause dello spreco di risorse dell'università, piuttosto che, invece, la logica conseguenza della mancanza di investimenti sulla formazione".
"A questo - ha concluso - si aggiunga la beffa del consiglio agli eventuali studenti lavoratori di optare per il part-time, in una regione in cui quei pochi giovani che hanno un lavoro sono costretti a condizioni di assoluta precarietà, con orari e ritmi di lavoro non certo scelti da loro. A queste dichiarazioni inaccettabili è necessario rispondere con una grande mobilitazione, contro il governo Monti, per il diritto allo studio, per chiedere un serio investimento sulla formazione e la ricerca come risorsa per lo sviluppo economico e sociale della nostra isola". [Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]

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16 luglio 2012
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