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G8: accordi minimi in un vertice incocludente

La Cina e l'India dicono di no all'impegno di ridurre i gas serra del 50%

10 luglio 2008

Sul fatto che quella del riscaldamento del pianeta è una delle emergenza da affrontare senza perdee tempo sono tutti d'accordo. Così come sono tutti d'accordo nell'ammettere che l'unica via da seguire affinché qualcosa di concreto avvenga è la poltica dei "profondi tagli" delle emissioni. Al più presto.
Questo è il senso politico dell'accordo raggiunto ad Hokkaido (Giappone) tra gli Otto Grandi e le otto potenze emergenti invitate all'ultima giornata dei lavori del G8. Ma si tratta di un accordo minimo, su concetti conosciuti e ribaditi, che non prevede nè cifre nè scadenze e che sostanzialmente rimanda tutto al negoziato sul clima in sede Onu e alla prossima Conferenza di Copenahgen del novembre 2009 che dovrà disegnare gli scenari post-Kyoto per la lotta al Co2.

Nonostante gli sforzi della presidenza giapponese del G8, la Cina e l'India hanno detto con chiarezza di non essere pronte ad accettare una riduzione delle emissioni di gas inquinanti del 50 per cento entro il 2050, come stabilito dal vertice del G8. Insomma le due Potenze emergenti, che insieme sono responsabili del 25 per cento delle emissioni globali, hanno sottolineato che la possibilità di raggiungere questi obiettivi di lungo termine dipende anche da "tecnologie economiche, nuove, innovative e più avanzate". Quindi, hanno chiesto una forte "cooperazione tecnologica con trasferimento di conoscenze avanzate".
Come dire: è vero, che in poco tempo siamo diventati Paesi che è giusto considerare Potenze; è vero che lo sforzo per arrivare a tanto ci ha trasformato nei due Paesi più inquinanti del mondo; ma è anche vero che ancora non siamo così stabilmente potenti da rallentare la nostra spinta, impiegando le risorse economiche guadagnate per trasformare le fonti della nostra produttività, e divenatare così Paesi virtuosi e pontenti. Quindi, che ci pensassero intanto gli Otto Grandi a ridurre le emissioni e allo stesso tempo ci diano una mano affinché ciò risulti possibile anche a noi, in maniera autonoma. 

Se per il presidente degli Stati Uniti George W. Bush i lavori del vertice del G8 sono stati "molto produttivi", sottolineando addirittura che sono stati raggiunti "risultati importanti" soprattutto sul fronte del clima, per Legambiente, Greenpeace e l'AOI (Associazione ONG Italiane) il vertice è stato "inutile e inconcludente, che lascia solo dubbi ed incertezze"
"Dopo il G8, anche il "Meeting delle Maggiori Economie" (''MEM'', la riunione tra gli Otto Grandi e le otto principali economie emergenti: Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa, Indonesia, Corea del sud e Australia, ndr) promosso da Bush si è risolto in una farsa: la dichiarazione del MEM non fornisce alcuna indicazione né per gli obiettivi vincolanti al 2050, né per il target intermedio al 2020 per la riduzione delle emissioni di gas serra", ha commentato Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace. "Entrambi i meeting hanno escluso dai negoziati i Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici. Questo è inaccettabile e rischia di precludere la possibilità di arrivare a un accordo significativo al prossimo vertice ONU di Copenhagen nel 2009. L'unica sede per le negoziazioni sono le Nazioni Unite". "I Paesi in via di sviluppo", ha dichiarato, "sono pronti a fare passi in avanti, ma per ballare un tango bisogna essere in due", ha continuato Tedesco. "Come anche dichiarato dai Paesi del G5, India, Cina, Brasile, Messico e Sud Africa, per giungere ad un accordo globale sul clima occorre che i Paesi industrializzati siano i primi a impegnarsi a tagliare le emissioni del 25-40% entro il 2020 e di almeno l’80% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990. Il riscaldamento globale è la prima minaccia che l'umanità deve affrontare e il tempo per farlo è ora. I tre giorni delG8 - ha concluso - sono stati solo una perdita di tempo, esattamente l'opposto di cui il mondo ha bisogno per fermare la febbre del Pianeta".

Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, a margine dei lavori, in una conferenza stampa ha annunciato quale sarà la sede del vertice 2009: "E' stata votata all'unanimità la mia proposta di mantenere la stessa formula per il prossimo G8 che si terrà in Italia nell'isola de La Maddalena".
"Questa è solo l'ennesima delle incertezze e dei dubbi che riportiamo a casa da questo vertice", ha commentato Sergio Marelli presidente dell'Associazione Ong italiane. "Quello che ci preoccupa davvero però non è dove si terrà il G8, quanto piuttosto tutte le questioni lasciate in sospeso dai grandi della terra".

[Informazioni tratte da Adnkronos.com, Corriere.it, Aise.it]

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10 luglio 2008
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