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Garibaldi contro Federico II

Gianfranco Micciché propone di togliere dalla toponomastica l'Eroe dei due Mondi e mettere il Re dello Stupor Mundi

22 aprile 2009

Via Garibaldi (nel senso di "togliere Garibaldi") dalle piazze e dalle vie siciliane e al suo posto mettiamo Federico II. Sarebbe questa la proposta, secondo quanto riferisce 'Il Giornale', del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè. "La sua vita fu talmente controversa - avrebbe detto Miccichè durante un incontro a Burgio (AG), sempre secondo quanto riportato dal quotidiano - che per scrivere la sua storia Cavour chiamò quattro scrittori, tra cui Alexandre Dumas, per dargli un'immagine degna. La verità è che Garibaldi svendette il Regno delle Due Sicilie al neonato stato italiano, e che si appropriò di oltre 420 milioni di lire di allora".

Miccichè non è comunque l'unico a non volere nella toponomastica il nome dell'Eroe dei due mondi. Nell'agosto scorso Enzo Sindoni, sindaco di Capo D'Orlando (ME), aveva preso a picconate la targa di piazza Giuseppe Garibaldi della sua cittadina definendo l'Eroe dei due Mondi un "feroce assassino al servizio di massoneria e servizi inglesi". Sindoni ha rinominato la piazza 'IV luglio', con riferimento a una battaglia navale avvenuta il 4 luglio del 1299. (Leggi "Garibaldi fu ferito... ancora", Guidasicilia.it, 01/08/08)


Il sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi replica a Miccichè
"Piaccia o no, ma l’Italia di cui facciamo parte è quella di Garibaldi e Cavour"

Vittorio Sgarbi replica al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè secondo cui andrebbero tolte dalla toponomastica dei comuni siciliani le vie intitolate a Garibaldi per sostituirlo con Federico II.
"Leggendo l'inaudita dichiarazione sul proposito di eliminare le strade dedicate a Garibaldi - dice Sgarbi - credo ad un 'pesce di aprile' ritardato da parte di Gianfranco Miccichè. L'Italia di cui facciamo parte non è quella di Federico II - di cui nessuno disconosce il valore - ma quella di Garibaldi e Cavour, piaccia o non piaccia a Miccichè. Le sue sono dichiarazioni che riproducono, forse per umana simpatia, quelle precedenti di Raffaele Lombardo. Stento a credere che due figure istituzionali, e addirittura un membro del Governo nazionale, continuino la grottesca polemica con Garibaldi e con la storia. L'Unità d'Italia, di cui anche la Sicilia fa parte, ha il suo punto di origine in Sicilia, dalla città di Salemi da cui Garibaldi partì. Qualunque considerazione che cerchi di cancellare la memoria di Garibaldi è un insulto al buonsenso e alla storia. Cambiare i nomi delle strade, togliere lapidi e ogni altra analoga proposta, sono gesti ridicoli e grotteschi. Ancor più adesso che la Sicilia si avvia a celebrare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia con un anno di anticipo, commemorando la data del 14 maggio del 1860, quando Garibaldi proclamò l'Unità d'Italia a Salemi. Molte città d'Italia traggono beneficio da questa ricorrenza grazie al 'Comitato per il 150° dell'Unità' che ha erogato finanziamenti per iniziative straordinarie. Soltanto la Sicilia sembra volere rinunciare a questi finanziamenti con una sterile polemica che ha il solo risultato di isolarla e di sottrarla ai benefici economici conseguenti".

Nino Ippolito
Ufficio per la Comunicazione della Città di Salemi

 

 

 

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22 aprile 2009
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