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Garibaldi fu ferito...

Nell'Italia dei ''tifosi'' o si santifica o si butta via tutto. Ora tocca all'Eroe dei due Mondi...

07 luglio 2007

Giuseppe Garibaldi è stato un generale, condottiero e patriota italiano. Considerato una delle figure fondamentali del Risorgimento italiano, ha personalmente condotto e combattuto in molte delle campagne militari che hanno portato alla formazione dell'Italia unita; è noto anche con l'appellativo di Eroe dei due Mondi, per le sue imprese militari compiute sia in Sud America che in Europa...

Di lui Victor Hugo diceva: ''Uomo in tutta l'accezione sublime del termine''... E a noi verrebbe da dire: altro che Che Guevara!
Giuseppe Garibaldi ha da poco compiuto 200 anni, l'Eroe nazionale naque infatti a Nizza il 4 luglio del 1807. Il Parlamento italiano ha festeggiato il compleanno di questo suo grande Padre con una solenne cerimonia, tra gli elogi delle tre più alte cariche dello Stato. ''Siamo qui per rendere omaggio ad una figura del passato storico, ma anche espressione delle idealità ancora vive della democrazia italiana'', ha detto il Capo dello Stato Giorgio Napolitano; ''La lotta per la causa nazionale è stata per Garibaldi soprattutto lotta per la liberazione dall'oppressione politica e sociale'' ha aggiunto il presidente della Camera Fausto Bertinotti; ''Un rivoluzionario disciplinato e col senso delle Istituzioni'', lo ha definito il presidente del Senato Franco Marini.
Insomma, cotanta figura non può che suscitare l'ammirazione di tutti. Invece, cotanta figura non suscita affatto l'ammirazione di tutti.

Infatti, gli autonomisti padani e quelli siciliani si sono uniti per contestare Giuseppe Garibaldi, in quello che è diventato il solito triste bailamme da ridicolo teatrino della politica. Il vicepresidente del Senato ed ex ministro Roberto Calderoli ha fatto sapere che i leghisti sono in lutto e che Garibaldi avrebbe fatto meglio a non dedicarsi a certe imprese: ''L'azione sua e dei Savoia hanno fatto il male della Padania e del Mezzogiorno, che stavano benissimo come stavano''. Una posizione, la sua, destinata a restare isolata? Ma quando mai! Paradossalmente (ma fino a un certo punto) gli ha fatto eco Giovanni Pistorio, senatore siciliano della Dc per le autonomie, che ha affermato: ''Un'occasione sprecata di agiografia di un personaggio la cui verità storica oggi è oggetto di profonda revisione da parte della comunità scientifica''.
Insomma, l'Italia dei ''tifosi'' ha preso di nuovo il sopravvento, e se prima è toccato ai Partigiani, che con una buona dose di raffazzonato revisionismo storico sono diventati da ''tutti eroi'' a ''tutti assassini e delinquenti'', mentre il fascismo e Mussolini diventavano due elementi di cui ''è assolutamente errato dimenticare quello che di buono hanno fatto per la Nazione'', ora è toccato al barbuto combattente che con i suoi Mille unì l'Italia dalle Alpi a Lampedusa.

Nell'aula del Senato la scorribanda storica è continuata con Roberto Castelli, presidente dei senatori del Carroccio, che ha voluto sottolineare che ''l'aula è un luogo sacro per la democrazia e qui il paese ha diritto di esprimere il suo dissenso su chi incensa una figura come quella di Garibaldi, tutt'altro che limpida''. ''Certo - ha poi concluso Castelli - in questa aula le camice rosse vanno di moda''. Inutile il tentativo del presidente Marini di riprendere le fila del discorso: ''Quella di stamattina non è una seduta e l'aula non si è espressa su nulla, ma ha solo ospitato una cerimonia su cui il Senato non ha pronunciato nessun giudizio''. Pistorio, infatti, ha continuato la sua protesta impedendo ad altri di parlare. ''Lei è componente del consiglio di presidenza'', ha ricordato ricordato Marini al senatore catanese, che per tutta risposta ha annunciato le sue dimissioni dall'ufficio di presidenza del Senato.

Anche i rappresentati del Movimento per l'Autonomia si sono presentati in aula alla Camera con la coccarda a lutto. L'MpA ha accusato il governo di aver dato una ''lettura antistorica'' di Garibaldi e dell'impresa dei Mille. Nell'Aula della Camera il deputato nazionale Giuseppe Reina ha parlato al question time brandendo una carta geografica dello Stivale, con una coccarda tricolore listata a lutto: ''Ci opponiamo a questa lettura antistorica e critichiamo l'impegno, anche economico, sostenuto da questo Governo per la celebrazione di un personaggio sul cui operato si addensano numerose ombre. Abbiamo chiesto al ministro della Pubblica Istruzione di farsi promotore di una lettura critica della figura di Garibaldi e del Risorgimento, anche alla luce degli enormi costi che l'Unità d'Italia ha comportato per il nostro Mezzogiorno. Da allora si è creato quel progressivo depauperamento delle regioni del Sud che ha portato alla drammatica attualità di un dualismo insanabile. Il ministro Fioroni si è sottratto alla richiesta di quantificare i costi delle manifestazioni collegate al bicentenario e ha negato la possibilità di una revisione storica dell'annessione e sottomissione del Mezzogiorno d'Italia di cui Garibaldi è stato artefice. Fioroni - ha detto ancora Reina - ha informato l'Aula della prossima rievocazione della spedizione dei Mille, la crociera organizzata per le scuole italiane. Per l'occasione il Movimento per l'Autonomia si farà trovare pronto con una contro manifestazione di verità storica sulle violenze subite dal popolo meridionale nel corso di quella guerra di conquista''. ''Questo Governo - ha concluso Reina - non solo non risarcisce il Sud privandolo delle infrastrutture necessarie al suo rilancio socio economico ma si rende responsabile della celebrazione di un falso storico inaccettabile''.
 
E mentre tutto questo avveniva nelle più importanti stanze del Parlamento, un parlamento che, vogliamo ricordarlo, senza le battaglie di Garibaldi difficilmente avrebbe avuto la possibilità di esistere, in Sicilia, il sindaco di Capo d'Orlando (ME) decideva di cambiare il nome di alcune strade cittadine, fra cui la via Francesco Crispi e piazza Garibaldi. La prima sarà intitolata a Federico II mentre quella attualmente dedicata all'Eroe dei due mondi sarà ribattezzata dopo un referendum popolare. ''Che Garibaldi abbia fatto male alla Padania - ha detto il sindaco Enzo Sindoni - è una ipotesi che tocca all'ex ministro Calderoli dimostrare. Che Garibaldi lo abbia invece fatto in Sicilia commettendo crimini e violenze è un dato di fatto. La revisione storica di come Garibaldi e i Mille si siano realmente comportati nella nostra Isola è comunque urgente''.

Beh, cosa aggiungere? Sicuramente è importante che l'opera degli storici diventi sempre più precisa ed oggettiva affinché si riesca ad ottenere il risultato che la Storia deve avere per sua intrinseca natura, ossia la Verità. Alla stessa maniera manifestazioni del genere, intrise di intolleranza e concetti discutibili, non fanno bene né alla ricerca delle verità storiche né tanto meno alle cerrtezze che le verità storiche hanno fin qui rilevato.
Cosa ci rimane? Una curiosa nonché magra consolazione, ovvero, aver scoperto che l'attore Daniel Radcliffe, Harry Potter per intenderci, ama la figura di Garibaldi che definisce ''amazing'' (meraviglioso): ''All'esame finale di scuole superiore ho portato Garibaldi e l'Unità d'Italia. Veramente nel programma c'era anche quella tedesca, ma quella italiana è molto più eroica!''.

W l'Italia... si fa per dire

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07 luglio 2007
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