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Genchi e il suo archivio non sono un pericolo per lo Stato

Il Tribunale del Riesame: ''I dati raccolti da Genchi non sono stati utilizzati in maniera illecita''

17 aprile 2009

L'annullamento del provvedimento con il quale il Tribunale del Riesame di Roma ha restituito a Gioacchino Genchi l'imponente archivio raccolto svolgendo il suo incarico di consulente di diversi magistrati è stato disposto perché l'attivitè è stata svolta nel rispetto degli incarichi ricevuti e senza che i dati raccolti siano stati utilizzati in maniera illecita.
E' quanto emerge dalla lettura dei provvedimenti adottati dal Tribunale che l'8 aprile scorso ha restituito a Genchi - indagato per intromissione illecita nel sistema informatico dell'agenzia delle entrate, di violazione della privacy e di abuso d'ufficio - tutto il materiale che la Procura di Roma aveva in copia acquisito, sequestrato nel marzo scorso dai Ros (LEGGI).
Quanto all'imputazione di abuso d'ufficio, questa fa riferimento all'intromissione di Genchi nelle utenze telefoniche di parlamentari e di esponenti dei servizi segreti.
Con le due ordinanze torna quindi nella disponibilità del superconsulente tutto il materiale.

Per quanto riguarda l'ipotesi di reato di intromissione abusiva nel sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate, il Tribunale rileva che l'acquisizione da parte di Genchi non ha determinato quel "nocumento" paventato dal magistrato che poteva derivare dalla non corretta utilizzazione da parte dei dati raccolti dal consulente. "La situazione accertata dal direttore centrale dell'agenzia delle entrate e la provvisoria contestazione formulata dal pubblico ministero - è scritto nella motivazione - non definiscono il 'nocumento' che dalla condotta di Genchi sarebbe derivato alle persone alle quali i dati si riferiscono e al loro patrimonio; 'nocumento', giova ribadirlo, costituente condizione obiettiva di punibilità. La verifica eseguita dal Tribunale perviene alla conclusione dell'insussistenza, allo Stato, del 'fumus' incolpativo come prospettato dall'accusa e all'esito di annullamento del gravato decreto".

Nella seconda ordinanza il Tribunale del Riesame esamina l'acquisizione dei tabulati telefonici dei parlamentari e degli appartenenti ai servizi segreti che ha fatto configurare nei confronti di Genchi l'ipotesi di reato di abuso d'ufficio. Secondo il tribunale il consulente, acquisendo per ordine del pm di Catanzaro Luigi De Magistris dati e documenti informatici e cartacei nell'ambito delle indagini 'Why not', "non violò le guarentige a tutela dei parlamentari interessati dalle acquisizioni dei tabulati di traffico telefonico; lo studio dei documenti versati alla cognizione apprezzativa del tribunale produce per l'interprete un risultato esperienziale contrario, come su esposto e dimostrato".
Il tribunale poi aggiunge: "Il consulente acquisì i tabulati documentanti il traffico relativo a utenze telefoniche, agendo, di volta in volta, in forza del decreto autorizzatorio emesso dal pubblico ministero, comunicandogli ogni emergenza di conoscenza storica circa il coinvolgimento di membri del Parlamento come soggetti intestatari ovvero usuari di utenze di telefoni. Non sussiste profilo di illiceità nella condotta acquisitiva del dottor Genchi ne è rinvenibile illiceità nell'esercizio delle funzioni di elaborazione e trattamento dei dati, legittimamente e lecitamente raccolti in forza dei provvedimenti del pubblico ministero; funzioni legalmente dovute nella qualità di consulente tecnico". [Adnkronos/Ing]

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17 aprile 2009
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