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Geniale creatività? No, triviale doppio senso

Per pubblicizzare il gelato al pistacchio di Bronte l'ennesima pubblicità volgare

11 luglio 2013

Provocazione? Voglia di stupire? O segno inequivocabile di un involgarimento dei costumi diffuso? La possibilità di porgersi tali quesiti socio-antropologici l’ha dato un maxi-cartellone pubblicitario che nei giorni scorsi svettava a Catania, nel centro città, in via Vincenzo Giuffrida, nello snodo del raccordo autostradale, un punto nevralgico del traffico dove quotidianamente passano migliaia di macchine: un gigantesco 6x6 con la scritta: "Oggi continuiamo a mettervelo in bocca"!.
Increduli, ma anche meravigliati, pedoni ed automobilisti non hanno potuto fare a meno di fotografare la pubblicità per postarla immediatamente su Instagram, Facebook e Twitter o mandarla via sms ai loro amici per commentare lo slogan hot che dà ampi spazi a doppi sensi e non si distingue certo per garbo e cortesia.
Il manifesto pubblicizza il famosissimo gelato al pistacchio di Bronte, venduto da una nota gelateria di Fondachello di Mascali che già nel 2000 aveva dato adito a "profonde" riflessioni. Tredici anni fa, infatti, la stessa pubblicità recitava "... sulla bocca di tutti" dando anche in questo caso "ampio spazio" alla fantasia.

Se è vero che, bene o male, nel bene e nel male, è sempre meglio che se ne parli, lo slogan, becero e sessista è perfettamente riuscito. La pubblicità ha anche valicato i confini siciliani. Il "cinguettio" dei catanesi è stato ripreso da molti utenti in tutta Italia, attirando anche l’attenzione della blogger e conduttrice radiofonica Selvaggia Lucarelli che ha ritwittato la foto della pubblicità. L’esperto di marketing e pubblicità catanese Giuseppe Leanza, plaude al risultato della campagna promozionale dandole un 10 e lode. "È stata certamente una scelta estrema - ha spiegato - ma si è ottenuto il massimo risultato. Il messaggio è talmente forte che certamente arriva. C’è il rischio quando si fanno queste cose di avere commenti anche negativi, ma l’attenzione dei consumatori, di fatto è stata catturata. Si tende sempre ad andare sulla trasgressione e sull’eccesso perché è ciò che affascina l’utente. Il risultato dal punto di vista della comunicazione è innegabile perché se ne continua a parlare ancora oggi. Il rischio in questi casi è di perdere qualche cliente che è più attaccato alla tradizione, ma se si fa la media tra quelli che acquisisci e quelli che perdi ti rendi conto di quanto il gioco valga la candela".

Sarà... Molti - tra cui noi - la pensano diversamente e a questi molti, certi "giochi linguistici" tutto ammiccamento e trivilità, sembrano solo volgarità di facile presa, prodotto di un impoverimento della creatività e della fantasia, nonché di una diffusa insensibilità. Nessun giudizio moralistico, attenzione! Non ci sentiamo per niente bacchettoni. Pensiamo semplicemente al "buon gusto" che, vogliamo ricordarlo ad alcuni "geni" del marketing, da sempre contempla la sensualità e l’eccitazione senza "pornografia".

Intanto all’Ars, il gruppo parlamentare M5S ha presentato un'interpellanza per sapere se la Regione intende dare seguito alle indicazioni europee che impongono al marketing il divieto di veicolare messaggi sessisti e, quindi, di incitamento all'odio di genere. L'atto parlamentare, prima firmataria il deputato Angela Foti, arriva in un periodo "nero" per le donne, caratterizzato da una escalation di violenza e "femminicidi".

"Il sessismo - commenta Angela Foti - si costruisce pure con la complicità di un linguaggio basato su stereotipi che contribuiscono inequivocabilmente alla formazione del pensare comune. Si rende necessario colmare le lacune, più volte evidenziate dagli esperti,  che hanno dimostrato come la pubblicità e il marketing inevitabilmente creano modelli  culturali e non ne sono semplicemente il riflesso. I manifesti, in particolare, per la pervasività stessa del veicolo, rafforzano, con la loro ripetizione, messaggi che contribuiscono, se non regolamentati, alla diffusione di messaggi discriminanti soprattutto nei riguardi della donna".

L'interpellanza mira a sapere se il governo intende mettere al centro della sua azione la prevenzione della discriminazione di genere e se intende tradurre in atti concreti la risoluzione del Parlamento europeo del 2008 che "invita gli stati membri a provvedere con idonei mezzi affinché il marketing e la pubblicità garantiscano il rispetto della dignità umana e dell'integrità della persona, non comportino discriminazioni dirette o indirette, né contengano alcun incitamento all'odio basato sul sesso...".
"L'interpellanza - conclude Foti - evidenzia come ancora oggi la Sicilia sia profondamente arretrata sul fronte dell'educazione al rispetto della dignità umana e dell’integrità della persona. E questo nonostante nella Finanziaria abbia impegnato risorse economiche per la applicazione della legge 3 del 2012 sul contrasto alla violenza di genere e a dispetto di risoluzioni europee e di fior di trattati ratificati".

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11 luglio 2013
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