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Gheddafi interessato alle elezioni italiane? Manco per niente! Chiunque vinca cacci la moneta.

07 marzo 2006

Insomma, non è assolutamente una questione politica! Al Colonnello Gheddafi non importa chi andrà a vincere in Italia le elezioni di aprile. Chiunque vinca dovrà cacciare i soldi!
E' la sintesi, brutale, di quanto comunicato dal Colonnello Muammar el Gheddafi nei giorni scorsi all'Italia.
Per chiudere definitivamente il capitolo del passato coloniale, la Libia si attende dall'Italia ''un grande gesto'', un gesto che, evidentemente, dovrebbe consistere nel risarcimento dei danni ''provocati dal colonialismo fascista''. Una questione che la Libia agita da decenni e decenni, e sulla quale si è espresso nei giorni scorsi lo stesso Gheddafi quando attribuì a questo problema (più che alla maglietta di Calderoli) le violente contestazioni di Bengasi.
Una posizione non condivisa da Saadi Ghedafi, figlio del colonnello Muammar e capo delle forze speciali libiche. ''Non credo che ci sia alcun nesso tra ciò che è successo a Bengasi e le relazioni italo libiche''. Saadi Gheddafi in un'intervista su Rai Uno ha spiegato: ''Il primo motivo delle proteste riguarda sicuramente le vignette, poi i poliziotti hanno sparato per sbaglio''.

Comunque, ritornando al ''grande gesto'' dell'Italia atteso dalla Libia, sarebbe sicuramente, assicura Gheddafi,  ''propedeutico: un grande gesto, significativo e non solo simbolico, che ponga una pietra sul passato per un futuro di rinnovata amicizia e di comune sviluppo dei due Paesi'', chiunque vinca le prossime elezioni.
Una nota dell'Ufficio popolare della Grande Jamahirya araba libica popolare socialista arrivata a Roma precisa infatti che Gheddafi ''non nutre alcun interesse'' sullo ''svolgimento delle campagne elettorali italiane e sull'esito delle possibili votazioni'' di aprile, in quanto ha ''sempre dialogato e dialogherà con qualsiasi governo eletto''. Nel comunicato, a nome del ''leader della rivoluzione'' si conferma inoltre ''la piena disponibilità e collaborazione per un ulteriore miglioramento dei già eccellenti rapporti bilaterali'' e di un ''rafforzamento della cooperazione in materia commerciale, energetica ed economico finanziaria''.

Nel messaggio che Roma ha ricevuto da Tripoli, la rappresentanza diplomatica libica ha espresso ''apprezzamento per l'equilibrio'' con il quale, a nome del governo italiano, il vice-premier e ministro degli Esteri Gianfranco Fini si è ''recentemente espresso sulle relazioni bilaterali''.
La nota esprime poi ''stupore per le recenti dichiarazioni di persone che anche in precedenti governi italiani hanno avuto posizioni di rilievo alla direzione della Farnesina, e per le prese di posizione sulla stampa italiana di alcuni presunti esperti del giornalismo italiano. Ci sono quelli che presumono di sapere la lingua araba, usando parole e mettendole nella titolazione delle quali non conoscono il significato e, ancora, altri che, ostentando un'origine araba, hanno preconcetti e danno giudizi che hanno tutta l'apparenza di essere prodotto di elaborazioni non proprie''. D'altro canto, prosegue il comunicato, ''risultano del tutto inaccettabili e da censurare le affermazioni disgustose di chi ha elogiato la criminale politica coloniale di Mussolini e l'occupazione militare della Libia, infliggendo al popolo libico sofferenze così grandi''.
Infine l'Ufficio popolare ha fatto riferimento alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da Alessandra Mussolini che, commentando il discorso di Gheddafi, aveva detto: ''Se non fosse per mio nonno, starebbero ancora sui cammelli con il turbante in testa''. ''Per quanto riguarda le scomposte dichiarazioni di una persona che senza alcun merito porta il cognome di chi in passato è stato un importante uomo di Stato italiano, l'Ufficio popolare auspica che, seppur tardivamente, possa ritrovare la vera dialettica di cui un uomo politico dovrebbe avvalersi e che dovrebbe aver ereditato, abbandonando l'uso di espressioni riprovevoli a sfondo animalesco''.

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07 marzo 2006
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