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Gheddafi minaccia l'Europa

"Se l'Ue ignora e non appoggia il ruolo della Libia, consentiremo a milioni di neri di approdare in Europa

12 marzo 2011

L'Unione Europea "è pronta a dialogare con le nuove autorità libiche per aiutare il Paese a costruire uno stato costituzionale ed a sviluppare lo stato di diritto". E' quanto si legge nella bozza del vertice dei capi di Stato e di governo dell'Ue che si è tenuto ieri, nella quale si sottolinea anche che i 27 sono "pronti a rispondere alle richieste del popolo libico di assistenza alla ripartenza dell'economia libica".
"Il colonnello Gheddafi deve abbandonare il potere immediatamente", affermano i leader dell'Ue, che esprimo "profonda solidarietà al popolo libico ed alle vittime". "L'uso della forza contro i civili, specialmente con mezzi militari, è inaccettabile - hanno ribadito con convinzione - e deve cessare immediatamente. La sicurezza della popolazione deve essere assicurata con tutti i mezzi necessari. I responsabili saranno messi di fronte alle loro azioni con pesanti conseguenze".
Inoltre, "gli Stati membri più direttamente interessati dai movimenti migratori necessitano della nostra fattiva solidarietà". L'Ue, quindi, "si consulterà con i Paesi interessati della regione per quanto riguarda il sostegno tecnico-finanziario atto a migliorare il controllo e la gestione delle frontiere, nonché le misure atte a facilitare il rimpatrio dei migranti nei Paesi d'origine".

La riunione dei capi di Stato e di governo a Bruxelles si era aperta con l'appello del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy per una azione comune. "E' cruciale agire e reagire insieme, come Unione Europea, oggi, e nelle settimane e nei prossimi mesi", ha detto riferendosi alla decisione di Francia e Gran Bretagna d'accordo, come ha spiegato Nicolas Sarkozy al suo arrivo al summit, "per interventi mirati puramente difensivi nel caso in cui il Colonnello Gheddafi faccia uso di armi chimiche o compia raid aerei contro la popolazione" (LEGGI). Una decisione criticata dai leader europei arrivati a Bruxelles per il vertice al quale ha partecipato anche Silvio Berlusconi. "Auspico che oggi invieremo un segnale d'unità, perché essere divisi non servirebbe che gli interessi di Gheddafi", aveva dichiarato la cancelliera tedesca Angela Merkel prima della riunione. Un annuncio preceduto dalle parole del primo ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker ("gli europei farebbero bene a prendere le decisioni che devono prendere durante il vertice Ue e non un giorno prima", ha detto) e dal suo omologo belga Yves Leterme ("è necessario avere una posizione comune per rafforzare la credibilità dell'azione esterna dell'Unione europea").

Durante il vertice è arrivata come una scure la minaccia di Muammar Gheddafi. In un messaggio trasmesso dall'agenzia ufficiale Jana, il colonnello libico ha detto che, se l'Europa "non appoggia e ignora il ruolo attivo della Libia nella lotta all'immigrazione e come garante della stabilità del Nord Africa e, in generale, in tutta l'Africa", la Libia potrebbe "ritirarsi dagli sforzi di lotta contro il terrorismo", "cambiare completamente la sua politica rispetto ad al-Qaeda" e mettere fine "alla lotta contro l'immigrazione clandestina", consentendo a "milioni di neri" di approdare in Europa.
Un'altra minaccia, nei confronti dell'Italia però, è arrivata poi dal figlio del Colonnello, Saif al Islam Gheddafi, che parlando dalle colonne del Corriere della Sera e di Repubblica, ha mandato messaggi di avvertimento al governo Berlusconi. "State attenti. Se tu tradisci un partner come credi che quello debba reagire?", ha detto il figlio del raìs. "Il popolo libico è unito, presto vinceremo la battaglia contro questi terroristi e presto faremo i conti con tutti. Sarà molto facile rimpiazzare l'Italia con la Cina o la Russia". Secondo Saif al Islam, la Libia si è sentita tradita dal 'voltafaccia' italiano: "Siamo scioccati dalla vostra posizione - ha aggiunto il figlio del Colonnello -. Berlusconi è nostro amico, siamo vicini, siamo amici. Potevamo aspettarci questo dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dalla Svezia. Non dall'Italia".
Il governo italiano, in realtà, è stato fin qui uno dei pochi nell'ambito della comunità europea ad opporsi strenuamente all'opzione militare, favorita per esempio da Francia e Inghilterra. C'è poi lo spauracchio Al Qaeda, con l'ondata di immigrazione clandestina e terrorismo paventata già dallo stesso Gheddafi: "Abbiamo un futuro comune. Se noi perdiamo la battaglia qui, voi sarete i prossimi. Se noi vinciamo, voi sarete salvi", ha profetizzato Saif al Islam prima di concedersi una dose di ottimismo: "Il 90% del Paese è tornato sotto il nostro controllo. Sarà guerra fino alla fine. Questi terroristi non parlano di democrazia, di elezioni, di valori: sono semplicemente terroristi. Gli abbiamo offerto il negoziato e hanno risposto con la guerra".

La Lega Araba, nel frattempo, ha detto sì alla proposta di no-fly zone sulla Libia. Lo ha detto il segretario generale Amr Moussa, che domani al Cairo incontrerà l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Ue Catherine Ashton. "Io non so come né chi sarà a imporre questa zona - ha detto Moussa al settimanale tedesco Der Spiegel -. Anche la Lega Araba può svolgere un ruolo, è quanto io auspicherei". Muossa fa riferimento ad una "azione umanitaria, con una zona di esclusione aerea" per "sostenere il popolo libico nella sua lotta per la libertà e contro un regime sempre più sprezzante". Si muovono anche i leader di Sudafrica, Uganda, Mauritania, Congo e Mali, che nei prossimi giorni costituiranno un comitato e si recheranno a Tripoli per mediare con Gheddafi e porre fine alle violenze.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Aki]

- Saif Gheddafi: "Schiacceremo i ribelli e l'Italia pagherà il suo tradimento" di Vincenzo Nigro (La Repubblica)

- E Saif minaccia l'Italia: «Traditori, reagiremo» di Fabrizio Caccia (Corriere della Sera)

 

 

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12 marzo 2011
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