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Già nell'estate del 2002 gli Usa sapevano che il regime di Saddam non aveva nessun legame con Al Qaeda

07 aprile 2007

Lo si sospettava e poi è stato accertato: il regime di Saddam Hussein, terribile e sanguinario, non ebbe mai a che fare con la rete terroristica Al Qaeda.
Le prove sui presunti legami tra la rete terroristica dello sceicco del terrore, Osama Bin Laden e il regime baathista di Saddam sono scarse, se non del tutto inconsistenti.
E' questa la conclusione di un rapporto del Pentagono appena desecretato di cui ha riferito ieri il Washington Post: quattro anni dopo l'invasione dell'Iraq, il Pentagono ha stabilito senza ombra di dubbio che una delle accuse lanciate nel 2003 contro il regime di Saddam per giustificare la guerra era infondata.

Il rapporto, a firma dell'ispettore generale Thomas F. Gimble, contiene anche nuovi dettagli sull'opinione diffusa - già nell'estate del 2002, quindi un anno prima dell'invasione in Iraq - all'interno della Cia, che il governo di Bagdad e alcuni membri di Qaeda avessero solo pochi, limitati contatti e che i rapporti che suggerivano il contrario fossero basati su informazioni dubbie e non confermate.
Uno dei più accaniti sostenitori della sospetta alleanza tra l'organizzazione terroristica del miliardario saudita e il deposto regime iracheno era, e continua ad essere tutt'oggi, il vicepresidente americano Dick Cheney. Proprio questa, insieme all'accusa di possedere armi di distruzione di massa, altra accusa risultata infondata, fu la principale motivazione addotta da Washington per sferrare l'intervento militare che portò alla caduta di Saddam e insieme a questa una sanguinosa guerra che continua tutt'oggi.

In un particolare passaggio, etichettato come ''segreto'', il rapporto bolla come ''inappropriata'' la valutazione di uno specifico ufficio chiave del Pentagono, sotto la guida di Douglas J. Feith, che, in un briefing al team del vicepresidente nel settembre 2002 definì il rapporto fra Al Qaeda e il regime di Saddam come ''maturo'' e ''simbiotico'': giudizio assolutamente non condiviso dal resto dell'intelligence. Il rapporto del Pentagono tra gli altri documenti ne cita uno della Cia, datato giugno 2002, in cui si afferma: ''Nel complesso le nostre informazioni non forniscono prove decisive su una cooperazione relativa a specifiche operazioni terroristiche''.

I presunti rapporti tra il regime di Saddam e Al Qaeda, in definitiva, non potevano essere dimostrati, prima della decisione dell'amministrazione Bush di invadere l'Iraq. Del resto, sottolinea il Washington Post, gli interrogatori a cui sono stati sottoposti Saddam e i gerarchi del regime, durante la loro prigionia, hanno confermato che Bagdad non aveva stretto alcuna alleanza strategica con Al Qaeda. Un altro rapporto della Cia, datato agosto 2002, descriveva l'intelligence irachena e Al Qaeda come ''due organizzazioni che si stavano studiando e tentavano di sfruttarsi a vicenda''.
Stessa conclusione cui era giunta la Defence Intelligence Agency (Dia), prima della guerra, affermando che non c'erano specifiche informazioni ''a riprova delle relazioni'' tra l'Iraq e il braccio iracheno di Al Qaeda guidato da Abu Musab Al Zaraqwi, il terrorista giordano ucciso in un raid aereo delle forze Usa nel giugno 2006.
Nonostante tutto, Dick Cheney continua a insistere. Al Qaeda, ha detto anche giovedì scorso in un'intervista a un programma radiofonico, operava in Iraq ''prima che lanciassimo l'offensiva'' sotto il comando di Al Zarqawi.

- L'articolo del Washington Post

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07 aprile 2007
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