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Giallo su due donne siciliane scomparse dopo il naufragio della Costa Concordia

Maria Grazia Trecarico e Lucia Virzì risultano censite tra le persone in salvo, ma non si trovano più

16 gennaio 2012

Giallo sulla sorte di due donne siciliane che erano a bordo della nave Costa Concordia naufragata venerdì sera a largo dell'isola del Giglio. Risultano censite, ovvero già in salvo ma di loro non si hanno più tracce. I loro familiari hanno così lanciato un appello per avere notizie dopo avere presentato una denuncia di scomparsa agli inquirenti.
"'Aggrappati a me'. Sono queste le ultime parole che un altro passeggero ha sentito dire a mia madre al telefono. Lei era con un'amica, che non sapeva nuotare, su una scialuppa. Forse sono cadute in acqua: da allora non sappiamo più nulla di loro", ha raccontato Stefania Vincenzi, 17 anni, figlia di Maria Grazia Trecarico, 50 anni, originaria di Leonforte ma residente da anni a Priolo che era insieme a Lucia Virzì 49 anni, impiegata comunale a Enna, sposata e madre di tre figli. La ragazza era anche lei, con il suo fidanzato Andrea Ragusa 17 anni, sulla nave da crociera. Pure il marito della Trecarico, Elio Vincenzi, che non era tra i passeggeri, insegnante non si dà pace. "Vorrei sapere come sia potuta accadere questa vicenda".
La signora Trecarico era partita con un'amica e la figlia unica insieme al suo ragazzo per festeggiare il suo 50esimo compleanno.
"Dalla società di navigazione e dalla prefettura - ha aggiunto Stefania - ci hanno assicurato che mia madre e la sua amica sono state censite. Ma da noi non si sono fatte sentire. E questo è molto strano. Inoltre i cellulari sono spenti. Abbiamo anche chiamato gli ospedali, ma non risultano ricoverate da nessuna parte". Con le lacrime agli occhi e parlando con un filo di voce Stefania, tornata a Palermo nella casa di alcuni familiari del suo ragazzo, ha raccontato: "Quando è avvenuto l'impatto noi eravamo al ristorante. La nave si è inclinata e ci hanno fatto salire al nono piano dove era tutto allagato dall'acqua delle piscine. Poi è suonato l'allarme e siamo andati verso le scialuppe. Mia madre e la sua amica sono ritornate in cabina a prendere dei giubbotti e da allora non l'ho più vista. Mi ha però chiamato mentre ero in navigazione per sapere dove fossi. Poi anche lei è salita sulla scialuppa e ci ha detto che stava per arrivare in porto. Poi il silenzio più assoluto".

Il sospetto è che le due donne siano annegate. E questo spiega anche perchè il loro telefonino sia irraggiungibile. "Forse hanno smesso di cercarle - dice Stefania - perchè risultano in salvo. Ma noi crediamo invece che siano cadute in acqua". Anche per la prefettura e i carabinieri di Enna, le due donne risulterebbero censite a terra. "In un primo momento sembrava che le signore fossero state trasferite all'hotel Hilton di Roma, dove però non risulta siano mai giunte", dicono dalla Prefettura. "Siamo costantemente in contatto con i Carabinieri di Grosseto - aggiungono dal comando provinciali dell'Arma a Enna - in attesa di notizie".

Non nutre molte speranze il signor Vincenzi, marito di Maria Grazia Trecarico. L'uomo ritiene che l'equivoco sia sorto dopo che la figlia Stefania, che era riuscita a mettersi in salvo con il fidanzato, rispondendo alla domanda dei soccorritori che le chiedevano con chi viaggiasse, fece il nome della madre e della Virzì, finite, così, erroneamente nell'elenco dei sopravvissuti. "Mia moglie e la sua amica - dice Vincenzi - sono state cercate ovunque, in alberghi e ospedali, ma di loro non si hanno notizie". "Stamattina - aggiunge Vincenzi - attraverso la polizia ho parlato con quattro prefetture e altrettante procure. Mi dicono addirittura che mia moglie è viva ed è stata visitata e dimessa, ma se fosse così non si spiegherebbe il suo silenzio e quello dell'amica Lucia Virzì. Credo che queste informazioni, purtroppo, siano sbagliate. Ho presentato un esposto-denuncia sulla scomparsa di mia moglie, affinchè partano le ricerche".
Le due donne, poco dopo il naufragio, avrebbero telefonato a Enna a un amico, il quale ha raccontato che nella concitazione gli avrebbero detto: "La nave si inclina, tutto scivola, non sappiamo nuotare...". L'uomo stamane è stato convocato a Enna dalla polizia.

A bordo della Costa Concordia 195 siciliani - E' la Sardegna, con 208 persone, la regione italiana con più persone a bordo della nave Costa Concordia. E' quanto risulta dall'elenco degli imbarcati compilato da Costa Crociere in base alle località di nascita dei passeggeri. Dopo i sardi i più numerosi sono i siciliani, con 195 unità, i piemontesi (148), e i lombardi (142). Seguono Emilia Romagna (71), Veneto (69), Toscana (42), il Trentino Alto Adige (26), Liguria (21), Calabria (17),Lazio (12), Campania (10), Puglia (10), Abruzzo (9), Basilicata (5), Friuli Venezia Giulia (2), Umbria (2).

Codacons: "Per i 195 siciliani coinvolti, pronti i legali ad assisterli per i risarcimenti" - I 195 siciliani che risultavano a bordo della Concordia al momento del naufragio saranno assistiti dal Codacons Sicilia nell'espletamento delle pratiche sia dal punto di vista penale - con la costituzione di parte cIvile nell’instaurando processo penale - sia dal punto di vista civilistico per la richiesta del risarcimento dei danni.
Tutti i passeggeri dovranno inviare una diffida con raccomandata A/R richiedendo il risarcimento di tutti i danni subiti e subendi entro 10 giorni dal naufragio alla Costa Crociere, ma il Codacons consiglia anche di procurarsi fotografie, contatti telefonici degli altri naufraghi, documenti, lista di tutte le cose andate perdute nel naufragio ecc. e di contattare gli uffici dell'associazione ai numeri 095438080
Spiega Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons: "Il nuovo Protocollo di Londra del 1° novembre 2002, non ancora in vigore in Italia, modifica in senso favorevole al passeggero la disciplina della responsabilità del vettore marittimo per i danni alla persona e al bagaglio.
- il limite risarcitorio per i danni alla persona è di 400.000 DSP per passeggero; quello per i danni al bagaglio a mano è di 2.250 DSP per passeggero; quello per i danni ai veicoli e ai bagagli trasportati sopra o all’interno degli stessi è di 12.700 DSP per veicolo; quello per i danni ai bagagli diversi da quelli appena indicati è di 3.375 DSP per passeggero;
- è prevista l’assicurazione obbligatoria della responsabilità del vettore (o la prestazione di altra garanzia finanziaria da parte del medesimo), con l’azione diretta in favore del danneggiato.


I presupposti per l'azione legale di tipo penale e civile ci sono tutti , considerando che, secondo quanto appreso da fonti attendibili
- i passeggeri sono stati tenuti all’oscuro di quanto stava accadendo, hanno appreso che vi era una situazione di pericolo in atto solo quando la sirena di abbandono nave è scattata automaticamente (lo squarcio è di metri 70, l’impatto si è verificato alle ore21.30 , l’allarme del Comandante è stato dato alle 22.38);
- a quel punto più di 150 persone si sono buttate in acqua e sono arrivate a nuoto alla riva;
- nonostante le rotte della Costa Concordia siano concordate con la Capitaneria di Porto, il Comandante è solito "salutare" l’Isola del Giglio portandosi all’incirca a 5 miglia di distanza dalla stessa, tuttavia stavolta ad appena un miglio ha volontariamente cambiato rotta;
- l’equipaggio non era adeguatamente attrezzato nelle operazioni di evacuazione in casi di naufragio, in particolar modo alcuni membri si sono dati alla fuga occupando le scialuppe al posto dei passeggeri;
- le scialuppe non scorrevano con le funi nella carrucola (probabilmente in quanto non oleate) tant’è che per metterle in acqua sono state tagliate le funi di conseguenza le scialuppe sono state buttate addosso alle persone molte delle quali hanno riportato fratture;
- le cabine dove vi erano i giubbini di salvataggio non erano più raggiungibili e gli altri giubbini in dotazione della nave e collocati negli spazi comuni e raggiungibili erano in numero inferiore ai passeggeri.

Invitiamo tutti gli sfortunati passeggeri della Concordia - conclude Tanasi - a contattare i nostri uffici a breve raggio, per ricevere l'assistenza legale necessaria".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Codacons.it]

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16 gennaio 2012
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