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Gianfranco Miccichè è stato eletto nuovo presidente dell'Assemblea regionale siciliana

01 luglio 2006

Tutto secondo copione l'altro ieri sera all'Assemblea regionale siciliana per l'elezione del presidente: Gianfranco Miccichè, eletto al secondo scrutinio con 54 voti sui 55 disponibili, è subentrato a Guido Lo Porto.
Disponeva di 55 voti su 90, ne ha ottenuti 54, ma quello mancante per Gianfranco Miccichè è rimasto un cruccio: ''Non era il caso di insistere, ma il voto non attribuitomi era mio'', ha detto in una conferenza stampa nella sala Rossa di palazzo dei Normanni, con accanto un raggiante presidente della Regione che ha dato per certa la costituzione del nuovo governo per venerdì della prossima settimana.
Dopo quattro elezioni alla Camera, compresa quella di aprile, l'ex ministro allo Sviluppo del governo Berlusconi occuperà adesso lo scranno più alto di quello che parte della storiografia considera il più vecchio Parlamento del mondo, nato nel 1130. Lo fa dopo una campagna elettorale che ha creato divisioni in Forza Italia, partito di cui è stato a lungo coordinatore regionale, e fatto insorgere malumori anche tra gli alleati. An, infatti, non avrebbe voluto cedere la presidenza dell'Ars, che aveva da due legislature, e fino a poche ore prima che iniziasse la seduta a sala d'Ercole non aveva ancora sciolto la ''riserva''.
Il partito di Fini tornerà però all'attacco, chiedendo che la rinuncia sia compensata da un assessore in più. Ma Totò Cuffaro non sembra voler cedere: i quattro partiti della coalizione (Fi, An, Udc e Mpa) avranno lo stesso numero di rappresentanti nell'esecutivo, cioè tre a testa, ha ribadito ieri il Governatore.

''Starò al di sopra delle parti''. Queste le prime dichiarazioni del neo presidente Miccichè, subito dopo il voto, che ha aggiunto: ''non sarà facile per chi è politicamente schierato essere super partes, ma non mi sottrarrò alla responsabilità, come presidente di tutta l'assemblea, di garantire l'assoluta imparzialità''.
Riguardo al suo operato, Miccichè ha promesso: ''Anticipo sin d'ora che considero mio preciso compito quello di individuare tutte le modifiche necessarie per un migliore funzionamento dell'Assemblea e proporle alla vostra attenzione''. Nessuna tenerezza nei confronti dell'opposizione: ''Se stasera, prima di abbandonare il mio ruolo di uomo di parte, dovessi dare un consiglio a Cuffaro, gli direi di avere con il centrosinistra la stessa generosità che l'Unione ha verso di noi a Roma. Non capirei altre aperture che non siano quelle, ovvie, del dialogo''.

Il neo presidente ha poi ringraziato gli alleati di centrodestra per la fiducia, e consapevole di quanto la sua scelta di candidarsi e poi di puntare alla presidenza dell'Ars abbia diviso il partito, Miccichè ha pubblicamente ringraziato il coordinatore regionale di FI, Angelino Alfano, ''che ha saputo risanare le ferite''. I contrasti più duri l'ex ministro li ha avuti con il capogruppo di FI al Senato, Renato Schifani, che nella campagna elettorale per le regionali ha apertamente appoggiato un altro candidato, Dore Misuraca, poi giunto dietro a Miccichè. Inoltre ha ringraziato il segretario dell'Udc Saverio Romano, il leader del Movimento per l'Autonomia Raffaele Lombardo e gli esponenti di An Domenico Nania e Raffaele Stancanelli. Infine un saluto al presidente Cuffaro ma anche un pensiero per Rita Borsellino, di cui ha ricordato il comportamento esemplare tenuto durante tutta la campagna elettorale nella sfida con Cuffaro.

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01 luglio 2006
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