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Giovani archeologi spagnoli, messicani, russi e italiani le mura Timoleontee di Gela

Nel Parco archeologico di Gela uno scavo internazionale che ha coinvolto oltre 100 studenti

21 agosto 2021
Giovani archeologi spagnoli, messicani, russi e italiani le mura Timoleontee di Gela
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La campagna di scavo avviata dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta e dal Parco Archeologico di Gela, all'interno dell'area archeologica delle Mura Timoleontee di Capo Soprano, ha dato importanti conferme circa la presenza di diverse strutture murarie, inquadrabili nell'ultima fase di vita della colonia rodio-cretese, databili intorno alla seconda metà del IV secolo a.C.

L'area di scavo a Capo Soprano, Gela

La missione scientifica, cui partecipano circa cento studenti, suddivisi in cinque turni di scavo, provenienti da Malaga, Cadice, Oviedo e Madrid oltre che dal Messico e dalla Russia, ma anche italiani, è coordinata dalle professoresse Lourdes Giron Anguiozar e Maria Josè Berlanga Palomo dell'Università di Malaga.

La campagna è frutto di una convenzione stipulata tra le Università di Malaga, Coimbra e Cadice, il Parco Archeologico di Gela, entro cui si trova l'area di scavo, e la Soprintendenza dei Beni culturali di Caltanissetta.

I reperti trovati nell'area di scavo di Capo Soprano, Gela

Gli scavi, avviati il 25 giugno e tuttora in corso, hanno già consentito di individuare la presenza di diverse strutture murarie in mattoni crudi, con l'eccezionalità del ritrovamento di un ambiente quadrangolare chiuso ben definito e di altri le cui murature si presentano parzialmente integre consentendo una buona lettura planimetrica degli spazi.

All'interno dell'ambiente quadrangolare, dove sono visibili due aperture, è stata ritrovata una lekythos miniaturistica acroma, ovvero un piccolo vaso che veniva utilizzato nell'antichità per conservare e versare olio profumato e unguenti. Lo scavo ha restituito, inoltre, due insoliti elementi in pietra tenera locale la cui forma, tipologicamente, ricorda l'alabastron un particolare vaso con il corpo cilindrico allungato che conteneva unguenti.

"Si tratta di una missione molto interessante - dichiara la Soprintendente dei Beni culturali di Caltanissetta, Daniela Vullo, che ha coordinato le ricerche - che rafforza il dialogo con le università spagnole e consegna nuovi importanti tasselli nella lettura dello spazio e delle presenze nell'area delle mura Timoleontee".

I lavori sono stati effettuati sotto il controllo e la sorveglianza della Soprintendenza di Caltanissetta e con l'ausilio dell'Ispettore onorario dei Beni Archeologici, Antonio Catalano.

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21 agosto 2021
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