Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Giudici soli... isolati

Il gip di Milano Clementina Forleo e tanta gente di Catanzaro e di Potenza vicini al pm De Magistris

05 ottobre 2007

Ieri sera nell'agorà di Michele Santoro si è parlato della richiesta di trasferimento cautelare nei confronti del pm di Catanzaro Luigi de Magistris, fatta dal ministro della Giustizia Clemente Mastella al Consiglio Superiore della Magistratura. Tra gli ospiti l'odiato gip (dai politici) di Milano Clementina Forleo, il sottosegretario alla Giustizia Luigi Scotti, Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino, e le persone (tante) di Catanzaro e Potenza presenti per difendere il pm De Magistris nelle mani del quale vi erano, e ci sono ancora, alcune delle inchieste contro i ''poteri forti'' tra le più spinose e difficili degli ultimi tempi.
Che la puntata avrebbe potuto provocare uno di quei terremoti che Santoro è così bravo a scatenare lo si immaginava, non solo per gli argomenti trattati ma perché l'ondata di ''antipolitica'' oggi è fortissima e Santoro è uno dei migliori surfisti che ha la capacità di cavalcare onde così alte e devastanti. Fatto sta, che i discorsi che si sono affrontati nel programma di Rai Due sembrano diventare sempre più necessari perché lo sdegno della popolazione è troppo e l'unica maniera per lenirne gli effetti sgradevoli è quello di richiedere e pretendere più informazione, più conoscenza ed essere presenti in prima persona.

''Ho sentito il dovere di intervenire a favore del collega De Magistris che sta subendo a mio avviso delle intimidazioni, delle pressioni, per aver scoperchiato delle pentole che non andavano scoperchiate, e soprattutto per aver indagato sulle toghe lucane''. Così Clementina Forleo ha subito cominciato a difendere il collega di Catanzaro: da donna del sud per un uomo del sud. Lei pugliese, lui napoletano. ''Vengo dalla Puglia - ha esordito il gip di Milano, che conosce bene cosa può fare la contrarietà dei politici - una terra che amo, e dove vedo cose che puntualmente denuncio, anche se comincio a vedere dei passi avanti. Conosco gli sforzi e i sacrifici perché vinca il senso dello Stato e perché la legge sia uguale per tutti. Per me era un dovere essere qui e intervenire come magistrato a favore di De Magistris e di tanti altri colleghi che operano in territori difficili. Luigi ha avuto la sventura di imbattersi più di una volta nei cosiddetti poteri forti o meglio negli interessi collegati ai poteri forti. Ha pagato e sta pagando, ma è il coraggio quello che conta''.
L'affondo, durissimo, contro i politici e contro la ''malapolitica'' che si continua a fare nel Mezzogiorno, arriva subito dopo: ''E' ora che il Sud si liberi dei don Rodrigo e dei suoi bravi''. Clementina Forleo ha spiegato anche come dopo le ''scelte scomode'', lei come altri magistrati sono stati isolati: ''Quando il re è nudo e si ha il coraggio di denudarlo - dove per re intendo intendo i poteri forti, il potere politico, il potere economico e lo stesso potere giudiziario -, il giudice è solo [...] Si finisce per essere lasciati soli anche dai colleghi che credevi vicini. Dopo aver fatto scelte scomode via via si perdono gli inviti a pranzo, al cinema e si ricevono sottili raccomandazioni... Per esempio molte persone di mia conoscenza quando hanno saputo che sarei venuta in tv, mi hanno telefonato raccomandandomi prudenza. Allora mi sono ricordata dei santini magnetici appesi nelle auto degli anni Cinquanta con le scritte 'Guida piano e con prudenza'''.

La Forleo è di una chiarezza disarmante e non c'è alcuna possibilità di interpretare diversamente le parole che dice. I concetti e i suoi pensieri sono esattamente quelli che escono dalla sua bocca, e quelli snocciolati ieri sera ad Annozero hanno sono stati diretti e pesanti: l'isolamento subito dai giudici che non si fanno intimidire dai ''poteri forti'', le pressioni che si trasformano in minacce e la condanna all'inattività.
Concetti e pensieri che si sono ritrovati in un altro ''momento caldo'' della trasmissione: la lunga intervista a De Magistris fatta da Sandro Ruotolo, coautore di Annozero. ''Credo di aver subito molte intimidazioni e pressioni proprio dagli ambienti istituzionali - ha infatti detto il pm di Catanzaro - [...] Ho segnalato alle sedi competenti lo stillicidio di intimidazioni e pressioni che sto subendo da quando ho cominciato a occuparmi di determinate inchieste''. Alla domanda se avesse subìto minacce, il magistrato ha precisato di averne ricevuto ''pochine'' di tipo classico: lettere o proiettili. ''A me non piace il magistrato etico che cerca il consenso dell'opinione pubblica - ha spiegato de Magistris -. Le polemiche fanno un po' parte del lavoro. Può pesare ma è una cosa assolutamente naturale''. Quanto alle ispezioni richieste dal ministro Mastella, De Magistris ha detto: ''Da circa tre anni senza soluzione di continuità sono sotto ispezione. Ciò da un lato conferma la bontà del lavoro investigativo e processuale che uno sta facendo, dall'altro che ormai da un paio d'anni trascorro un paio di giorni alla settimana a dovermi difendere, soprattutto il sabato e la domenica''. De Magistris ha poi confermato di avere la ''tutela'': ''Sono sotto tutela, ma ho una vettura blindata senza benzina. Devo metterla di tasca mia ma non mi è consentito... Quando propongo di usare la mia auto, mi vietano di posteggiarla sotto il palazzo di giustizia e se chiedo come devo fare mi rispondono 'dovrebbe stare a casa'. Ma io a lavoro ci vado tutti i giorni e per motivi di sicurezza, ovviamente, non dirò come''.

La storia dell'isolamento fa salire il sangue in testa a Salvatore Borsellino perché, come lui stesso ha detto, ''troppe volte durante questa puntata mi è sembrato di ravvisare esattamente tutto quello che è successo a mio fratello. Essere osteggiato nelle indagini per stupidi cavilli. Vedersi togliere dall'oggi al domani inchieste per le quali aveva lavorato mesi e mesi. Rimanere nel tempo sempre più solo ed isolato, fino a che il vuoto attorno a lui è stato così tanto che l'hanno ammazzato''.

La reazione del ministro Mastella - Il ministro della Giustizia Clemente Mastella aveva dichiarato che non avrebbe visto la trasmissione. Lui, pesantemente accusato di voler cacciare via De Magistris, ha deciso di andarsene a cena al ristorante con la moglie Sandra e i figli. Ma a cena non riesce a star tranquillo neppure un momento perché gli arrivano di continuo le telefonate indignate dei suoi amici. Alla fine la decisione è presa. E l'annuncia lui stesso: ''Domani mattina (cioè oggi, ndr) Mastella si difende come cittadino. E fa una conferenza stampa alle 10 e trenta nella sede dell'Udeur, nella sede del partito di cui sono presidente. Io come cittadino ho il diritto di difendermi''. Qui Mastella e il suo partito presenteranno una mozione di sfiducia contro il consiglio di amministrazione della Rai perché, come spiega il capogruppo alla Camera Mauro Fabris, ''ormai l'azienda pubblica è fuori controllo al punto da consentire a Santoro di attaccare il ministro della Giustizia tutte le settimane''.
Per quanto riguarda la storia di Catanzaro e De Magistris, il Guardasigilli ha ribadito: ''La decisione di chiedere il trasferimento cautelare è stato un atto dovuto. Piuttosto De Magistris ha delle cose da spiegare, come il costo della consulenza di Gioacchino Genchi: un milione di euro nel 2005, 650 nel 2006, in tre anni se ne sono andati sei miliardi di vecchie lire''. Secondo il ministro il comportamento del pm è profondamente scorretto: ''Che bisogno c'è di sollevare tutto questo clamore e questa esagitazione? In Calabria lavorano tanti magistrati, ci sono quelli di Locri e di Reggio Calabria, che sono senza mezzi ma vanno avanti lo stesso. Non c'è bisogno di scendere in piazza. Soprattutto perché il caso delle toghe sporche lucane lo determinato e tirato fuori io''. ''Comunque, mi possono attaccare come e quanto vogliono. Non ho mai fatto parte di una loggia, non ho mai preso una tangente, non ho mai fatto affari con un c... di nessuno. Con De Magistris ho esercitato il mio ruolo. L'ho detto mille volte e lo ripeto. Il mio è stato solo un atto dovuto''.

Le tappe della vicenda De Magistris
L'estate da prima pagina del pm Luigi De Magistris è iniziata il 18 giugno scorso. Con 26 perquisizioni in tutta Italia ad amministratori calabresi, manager, un generale della Finanza e funzionari dei servizi segreti, è diventata di pubblico dominio l'esistenza di un'inchiesta denominata ''Why not''. L'ipotesi accusatoria prevede l'esistenza di un gruppo di potere trasversale agli schieramenti politici per la gestione del denaro pubblico. Materiale incandescente, come lo era stato quello di una precedente inchiesta dello stesso pm, la ''Poseidone'', avocatagli dal suo procuratore e, secondo De Magistris, poi finita insabbiata.
Il 13 luglio sul sito web del settimanale Panorama esce l'indiscrezione secondo la quale tra gli indagati del pm di Catanzaro c'è anche il presidente del Consiglio Romano Prodi. La procura non conferma né smentisce. Il 26 luglio a Catanzaro arrivano gli ispettori del ministero della Giustizia. Gli accertamenti sono conseguenza di polemiche accesesi dentro e fuori il palazzo di giustizia per l'inchiesta Poseidone.
Tra il 26 ed il 30 luglio vengono perquisite le abitazioni di alcuni giornalisti sospettati per la fuga di notizie su ''Why Not'' e sull'inchiesta sulle ''Toghe lucane'' (anche questa del pm De Magistris).
E' il 30 agosto quando De Magistris parla di ''emergenza democratica per le collusioni tra potere politico ed affaristico'' e di ''effetto intimidatorio'' delle ispezioni promosse dal Guardasigilli.
Il 21 settembre il ministro della Giustizia chiede al Csm il trasferimento d'ufficio del pm e del suo procuratore. E' un ''atto dovuto'', spiega, anche al Parlamento nel question time del 26, in base a quanto riportatogli dagli ispettori sulla situazione della procura di Catanzaro. E' una richiesta urgente ed il Csm fissa per l'8 ottobre la data della decisione. Il 22 settembre la procura di Catanzaro smentisce che, come riportato da indiscrezioni giornalistiche, anche Mastella sia tra gli indagati di ''Why Not'' (si era già parlato di una intercettazione nella quale il principale indagato, l'imprenditore Antonio Saladino, parlava confidenzialmente con il ministro). Mentre si avvicina la data fissata per la decisione della commissione disciplinare del Csm (ma si è appreso che potrebbe decidere di rinviare), cresce la divisione tra chi è pro e chi contro il trasferimento del pm. Spaccata la politica e la magistratura, da Grillo agli studenti, la piazza sembra essere con il magistrato.

- Mastella: Ku Klux Klan dell'informazione (Corriere.it)

- E ORA TRASFERITECI TUTTI! (Guidasicilia.it)

-
www.annozero.rai.it

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

05 ottobre 2007
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia