Giuseppe Falsone fa ricorso contro il 41 bis
Il boss ha dato mandato al suo legale di chiedere l'annullamento del regime di carcere duro
Il boss Giuseppe Falsone, ex capomafia di Agrigento, arrestato a Marsiglia dopo 11 anni di latitanza a fine giugno ed estradato in Italia a metà agosto, detenuto fino a pochi giorni fa presso la Casa Circondariale di Milano Opera è stato trasferito nel carcere di massima sicurezza di Novara, la stessa struttura dove si trova il suo ex "capo" Bernardo Provenzano.
Nel frattempo il suo difensore, l’avv. Giovanni Castronovo, ha presentato reclamo avverso il provvedimento del 41 bis, imposto con un decreto del ministero della Giustizia lo scorso 13 agosto, lamentando diversi vizi formali, ed in particolare l’illegittimità dello stesso decreto poichè sottoscritto dal sottosegretario alla giustizia, dott. Antonio Caliendo, e non già dal guardasigilli Angelino Alfano. Ed infatti, la normativa sul ristretto regime penitenziario dei soggetti detenuti al 41 bis prevede che il decreto debba essere sottoscritto personalmente dal Ministro della Giustizia, trattandosi di atto non delegabile ad altra autorità. Lo strumento dell'ordinamento penitenziario prevede, al fine di evitare che i boss possano continuare ad avere contatti con l'esterno, una serie di restrizioni: limiti per le visite con familiari e legali di fiducia, censura sulla posta e un vetro blindato che separa dai parenti durante i colloqui. A decidere sarà il tribunale di Sorveglianza di Roma. [Informazioni tratte da Ansa, GdS.it]
- Il boss Giuseppe Falsone, da Marsiglia al 41-bis (Guidasicilia.it, 17/08/10)