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Giuseppe Salvatore Riina ritorna in carcere

La Cassazione ha confermato la condanna per associazione mafiosa al figlio di Totò Riina

09 gennaio 2009

Il sostituto Procuratore generale della Cassazione, Vito D'Ambrosio, ha chiesto la conferma della condanna per associazione mafiosa - a otto anni e 10 mesi di reclusione -, nei confronti di Giuseppe Riina, figlio del capomafia Totò Riina, sollecitando la convalida del verdetto emesso il 28 dicembre del 2007, dalla Corte d'appello di Palermo.
Il Procuratore generale ha però messo in evidenza alcune lacune della sentenza di merito e ha chiesto che gli atti gli siano inviati per approfondire alcuni episodi di riciclaggio contestati a Riina junior e poi lasciati cadere. 

Ieri la Cassazione ha messo la parola fine alla storia, confermando la condanna per Riina junior. I carabinieri del Ros hanno arrestato Giuseppe Salvatore Riina eseguendo così l'ordine di carcerazione. Il rampollo di Totò Riina deve ancora scontare dieci mesi di carcere. I carabinieri sono arrivati poco prima delle ore 23 nella casa in cui vive la famiglia Riina e hanno trovato Giuseppe Salvatore e la madre Ninetta Bagarella. Al giovane i militari hanno notificato il provvedimento e subito dopo è stato fatto salire su un'auto e portato via da Corleone.

Quindi gli Ermellini hanno dato ragione al Pg D'Ambrosio: Riina non aveva una sua 'banda' staccata dalla mafia, ma "ha dato vita ad una sorta di 'nicchia' sempre all'interno di Cosa nostra". Con lui, infatti, sono stati condannati anche Antonino Bruno (7 anni e 4 mesi) e Iliano Baiamonte (5 anni e 4 mesi) in via definitiva.
D'Ambrosio ha ottenuto anche che gli siano trasmessi tutti gli atti del fascicolo del figlio di Totò Riina per valutare se vi siano gli estremi per sollecitare, nei suoi confronti, un procedimento per estorsione.

La Suprema Corte si era già pronunciata in merito a questo processo, rimandandolo in Appello per carenze nelle motivazioni della sentenza di condanna per associazione mafiosa. Nello stesso provvedimento faceva cadere per l'imputato l'accusa di estorsione. La sentenza d'appello-bis, del 27 dicembre 2007, è stata ora confermata dai giudici del 'palazzaccio'.
Giuseppe Salvatore Riina, in primo grado, era stato condannato a 14 anni e 6 mesi, mentre in appello la pena era stata di 11 anni e 8 mesi, poi ridotta a 8 anni e 10 mesi nell'appello-bis, dopo il rinvio della Cassazione. Lo scorso 28 febbraio è stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, da allora ha obbligo di dimora a Corleone in regime di sorveglianza vigilata.

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Ansa.it, I Love Sicilia]

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09 gennaio 2009
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