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Gli alunni italiani: forse più bulli e irrispettosi ma sempre costretti a frequentare scuole fatiscenti e pericolose

26 marzo 2007

Gli alunni italiani, che ultimamente vengono ritratti in maniera sempre più fosca (oltre ad essere sempre più bulli e irrispettosi, sono anche - dicono - sempre più asini) frequentano scuole sempre più fatiscenti e piene di pericoli. Tanto che, sulle cosiddette ''pratiche ecocompatibili'' gli istituti del BelPaese restano agli ultimi posti nelle classifiche internazionali.
La disastrosa situazione delle scuole italiane è emersa dal rapporto di Legambiente dal titolo ''Ecosistema Scuola 2007'', presentato la scorsa settimana a Roma dal presidente dell'associazione ambientalista, Roberto Della Seta, alla presenza del ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni.
Ci si affida, comunque, alla speranza. Infatti, rispetto al 2005 qualcosa sembra si stia muovendo: con la sua prima Finanziaria, il governo Prodi ha stanziato 250 milioni per adeguare gli edifici scolastici e ha rilanciato l'uso del fotovoltaico come fonte di energia alternativa anche per le scuole.

Oggi, però, gli oltre 7 milioni e mezzo di alunni e il milione di insegnanti e non docenti che frequentano la scuola ogni giorno continuano a correre mille pericoli. Gli edifici sono vecchi, bisognosi di manutenzione e spesso in contesti inquinati. Quanto basta per affermare che non è possibile abbassare la guardia.
''In generale il patrimonio immobiliare delle scuole italiane - si legge nel dossier elaborato attraverso le informazioni inviate da 33 province e 87 comuni - è vecchio: il 54 per cento degli edifici è stato costruito prima del 1974, oltre uno su tre ha urgente bisogno di interventi di manutenzione straordinaria, il 66 per cento non ha il certificato di prevenzione incendi e il 38 per cento non possiede quello di agibilità statica. Il che significa che più del 50 per cento delle scuole è esposto a rischio''. Insomma, dati sufficienti per definire la situazione preoccupante. In più, ''non si registrano significativi cambiamenti in merito all'esposizione delle scuole a fonti di inquinamento''. A titolo di esempio basti dire che sono 14 su 100 i casi (certificati o sospetti) in cui ''sono presenti strutture con amianto''. E ancora troppe le scuole vicine ad aree industriali, antenne radio-tv e cavi dell'alta tensione o che restano prive di strutture per lo sport (il 12 per cento). Stanno meglio gli alunni che frequentano le scuole dell'obbligo rispetto ai compagni di licei, istituti tecnici e professionali.

Qualcosa di positivo c'è. I miglioramenti più vistosi emergono dalle pratiche ecocompatibili: quelle che possono essere messe in pratica dagli stessi dirigenti scolastici, insegnanti e bidelli. Negli oltre 6 mila edifici indagati dallo studio risulta in crescita l'utilizzo di fonti di illuminazione a basso consumo (46 per cento) e l'uso di energia rinnovabile. Si registrano progressi anche per la raccolta differenziata di carta, pile, plastica, vetro, alluminio, materiale organico e toner.
Le scuole promossi e quelle bocciate. Nella classifica generale, oltre alle scuole di Prato, raggiungono livelli d'eccellenza Asti, Parma, Bergamo, Biella, Forlì, Livorno, Macerata e Siena. Agli ultimi posti troviamo Piacenza, Rieti, Benevento, Crotone e Catania. Tra le grandi città, Milano conquista l'11° posto, seguita da Roma al 16° e da Torino al 36°. Napoli, Venezia e Bologna sono state 'bocciate' per non aver inviato alcun dato.

''Lo stanziamento in Finanziaria per il prossimo triennio è una novità importante come pure il 'patto di sicurezza' previsto tra Stato, regioni ed enti locali - ha affermato Della Seta -. Con il piano messo a punto dal ministero delle Attività produttive, in accordo col ministero della Pubblica istruzione, d'ora in poi, anche le scuole potranno beneficiare di incentivi e sgravi fiscali per l'installazione di impianti fotovoltaici''. Risulta invece ''preoccupante la staticità della situazione in campo energetico - ha aggiunto Vittorio Cogliati Dezza, responsabile nazionale Scuola e Formazione di Legambiente - che vede le scuole italiane al palo da diversi anni. Non si registrano infatti passi avanti nell'utilizzo di fonti rinnovabili, mentre qualche azione in più è stata fatta sul fronte del risparmio. Occorre un maggiore impegno per sviluppare queste buone pratiche e, visti i nuovi incentivi, ora ci aspettiamo che qualcosa cambia davvero, che le scuole non siano più luoghi di spreco, ma funzionino da esempio e modello per tutto il territorio''.

- ''Ecosistema scuola 2007'' il dossier di Legambiente

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26 marzo 2007
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