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Gli americani hanno il diritto di armarsi

Negli Usa avere un'arma è un diritto inviolabile come il diritto al voto o alla libertà di espressione

27 giugno 2008

La Corte Suprema degli Stati Uniti, con cinque voti favorevoli e quattro contrari, ha bocciato il bando alle armi da fuoco in vigore da 32 anni a Washington, sostenendo che i cittadini hanno il diritto costituzionale a portare armi.
E' la prima volta in 70 anni che i giudici supremi si occupano del diritto a portare le armi e la sentenza potrebbe avere conseguenze su altre leggi per limitare il porto d'armi.
Al centro del dibattito costituzionale c'era il Secondo emendamento, approvato nel 1791: "Essendo necessaria alla sicurezza di uno stato libero una milizia ben regolata, il diritto della gente a tenere e portare armi non deve essere violato". Il problema era stabilire se il diritto a portare armi è legato all'esigenza di una milizia e o se vale in generale. La legge esaminata, in vigore dal 1976, vietava il possesso di armi a Washington, come misura per frenare la violenza e gli omicidi. A fare ricorso è stata una guardia giurata, Dick Heller, sostenendo che se poteva avere un'arma al lavoro allora aveva il diritto costituzionale di tenerne una anche a casa per autodifesa. Dei nove giudici supremi 5 gli hanno dato ragione. Decisivo è stato il voto del moderato Anthony Kennedy che si è unito ai quattro conservatori assicurando loro la maggioranza nello stabilire che quello a portare le armi è un diritto individuale e non collettivo. Questo significa che è inviolabile al pari del diritto al voto o della libertà di espressione.
 
La sentenza, l'ultima dell'anno giudiziario della Corte, è ora destinata a entrare nella campagna elettorale, per le inevitabili conseguenze che avrà nel dibattito tra i candidati alla Casa Bianca. La decisione dei giudici potrebbe avere ripercussioni anche a livello nazionale, sulle leggi che regolano il porto d'armi anche in altri Stati.
Quando fu scritto il secondo emendamento, più di 200 anni fa, gli Usa si trovavano in un periodo storico in cui i nascenti Stati d'America avevano ognuno delle milizie proprie. Niente a che vedere con la situazione attuale, con il fantasma di stragi come quella di Columbine. L'ultima in ordine di tempo risale allo scorso febbraio quando una giovane ha sparato in una università in Louisiana uccidendo due studentesse prima di suicidarsi. Poche ore prima nel municipio di Kirkwood, un sobborgo di St. Louis, nel Missouri, un uomo aveva ucciso cinque persone, prima di venire ucciso dai proiettili di un poliziotto. In quella giornata furono resi noti alcuni dati forniti dall'Fbi secondo cui in mano ai privati americani ci sono 200 milioni di armi, senza contare quelle di militari, poliziotti e professionisti della sicurezza, un numero che cresce al ritmo di quasi cinque milioni ogni anno. C'è un'arma in quasi metà delle case americane, esattamente in 48 milioni di famiglie. L'acquisto di un'arma negli Usa è cosa quanto mai facile e in 48 Stati è libera la vendita anche dei fucili d'assalto.

[Informazioni tratte da Adnkronos.com e Repubblica.it]

- "In America pistole per tutti" di Vittorio Zucconi

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27 giugno 2008
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