Gli artigiani siciliani si preparano per la grande protesta d'ottobre. Tre sit-in tra Palermo e Catania
Centomila imprese coinvolte nella protesta. L'artigianato siciliano si prepara alle tre manifestazioni organizzate unitariamente dalle principali associazioni per rivendicare il pagamento dei contributi per gli apprendisti (fermi al 2002), più risorse alla Crias e il ripristino della legalità con la nomina del legittimo Consiglio di amministrazione, il saldo dei contributi in conto interessi per il credito erogato dai Confidi negli anni 2003-2007 e finanziamenti adeguati con il Por 2008-2013 per il sostegno e lo sviluppo delle imprese artigiane.
Gli appuntamenti di lotta si articoleranno in tre sit-in di massa che si terranno mercoledì 10 ottobre a Palermo (in via Imperatore Federico, di fronte all'assessorato regionale del Lavoro), mercoledì 17 dello stesso mese a Catania (in corso Italia, di fronte alla Crias) e infine il 31 ottobre di nuovo a Palermo (in via degli Emiri, di fronte all’assessorato Cooperazione, commercio, artigianato e pesca).
Le organizzazioni di categoria catanesi (Confartigianato, Cna, Upla-Claai e Casartigiani), consapevoli delle aspettative delle imprese stanche di aspettare i tempi ''biblici'' della Regione per ottenere quanto previsto dalle leggi, sono già impegnate in riunioni e assemblee nei comuni per organizzare la partecipazione alle tre manifestazioni e per sollecitare la solidarietà delle istituzioni territoriali da esprimere con l'approvazione di ordini del giorno e prese di posizioni.
''Il problema dell'apprendistato - ha spiegato il segretario provinciale della Cna catanese, Salvatore Bonura - riguarda oltre 10.000 imprese in tutta l'Isola, 2.000 solo nella provincia etnea. Così come migliaia, sia nel settore dell'artigianato sia in quello del commercio, sono le aziende che aspettano i contributi per il credito erogato dai Confidi''.
Per quanto riguarda la Crias, ''chiediamo più risorse per il credito agevolato - aggiunge Bonura - che possano rimpinguare il fondo globale della Cassa, ma anche la riduzione dei tempi di attesa per le pratiche di esercizio. E' intollerabile che il commissariamento si trascini da oltre due anni e mezzo; una situazione che di fatto si è tradotta in una perdita di interesse nei confronti della Crias, dal momento che sono aumentati i tempi di erogazione e le spese per istruire le pratiche, mentre si assiste a decisioni che riducono arbitrariamente i finanziamenti richiesti''.