Gli atti vandalici contro la ''Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato'' non sono stati opera della mafia
AGGIORNAMENTO
Le due incursioni vandaliche con acido corrosivo contro la ''Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato'' di Cinisi (PA) sono opera di uno psicolabile e ''la mafia non c'entra''. Lo rende noto in un comunicato la famiglia del militante antimafia assassinato da Cosa Nostra nel 1978. ''Anche se alcune modalità (gesti ripetuti e per di più attuati in pieno giorno) avrebbero potuto far pensare ad anomalie rispetto ai comportamenti mafiosi, abbiamo ritenuto che potesse esserci una mano mafiosa in continuità con altri gesti che coniugavano l'offesa alla memoria di Peppino Impastato e l'intimidazione, come per esempio lo sradicamento dell'albero a Termini Imerese, viste anche le nostre ultime pesanti attività di denuncia'', si legge nel comunicato, che prosegue: ''Adesso sappiamo che l'autore degli ultimi gesti è un ex compagno di Peppino, da tempo afflitto da problemi psichici, che da quasi trent'anni non partecipava più alle nostre attività, che sappiamo essere stato vicino ad ambienti di destra e che potrebbe aver agito sulla spinta del suo male o potrebbe essersi prestato alla strumentalizzazione di qualcun altro. Esprimiamo il nostro dispiacere - prosegue il testo - ma riteniamo che restino valide le proposte che abbiamo avanzato in questi giorni: la dedica dell'aula consiliare a Peppino Impastato e alla madre Felicia, la sistemazione del luogo in cui Peppino è stato ucciso, la tutela della Casa memoria di Cinisi. Ringraziamo comunque tutti per i numerosi messaggi di solidarietà che ci sono pervenuti in questi giorni di tensione''.
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Due vili intimidazioni nel giro di 24 ore. Ad essere presa di mira a Cinisi, la ''Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato'', un simbolo per la Sicilia di lotta e di resistenza contro la mafia.
La scorsa notte la casa dei ''Cento Passi'' (come il film di i Marco Tullio Giordana che ricorda i cento passi di distanza fra la casa di Peppino e quella del boss mafioso Tano Badalamenti) è stata bersaglio di una nuova intimidazione. Qualcuno, come l'altro ieri notte, ha versato dell'acido davanti e dentro la casa dove Felicia, la madre di Peppino, ha vissuto fino alla sua scomparsa il 7 dicembre 2004.
Una casa che ormai è un simbolo, come ricorda Giovanni Impastato, il fratello di Peppino, ''non solo perché conserva la memoria di un ragazzo che non aveva paura di denunciare la mafia e le sue complicità, ma perché continua ad essere un centro che fa un'antimafia scomoda''.
Proprio nei giorni scorsi, da quella casa nel corso di Cinisi è partito un volantino: ''Il Comune vuole per davvero intitolare la sala consiliare a Leonardo Pandolfo? - è scritto - Il giorno che avverrà, esponete anche questa foto''. Ritrae l'ex sindaco e deputato Pandolfo assieme a Gaetano Badalamenti e ad altri personaggi in odore di mafia, compreso il padre di Peppino Impastato.
Erano il comitato per i festeggiamenti in onore di Santa Fara. Quella fotografia, del 1952, il giovane Impastato l'aveva trovata nell'album di famiglia, così aveva iniziato a denunciare i rapporti fra mafia e politica. Adesso, quella foto è tornata a circolare in paese. ''Evidentemente, questa e altre denunce non sono gradite'', ha ribadito Giovanni Impastato: ''Non ci fermeremo''.
Una tenacia e un coraggio che ricorda quello del fratello, ma Giovanni Impastato non nasconde di essere preoccupato: ''Qualcuno avrà detto: forse pensano che quella dell'altra sera sia stata una bravata, facciamolo di nuovo così capiranno...''.
E in effetti chi ha recapitato altre bottiglie di acido ha colpito le coscienze. Sono stati i carabinieri, verso le 7 di ieri mattina, a scoprire le bottiglie di acido davanti alla casa memoria e a notare che il liquido era sparso all'ingresso ed era stato fatto filtrare attraverso le persiane.
Per Giovanni Impastato ''questo doppio attacco è un chiaro segnale di intolleranza da parte di chi sente come una vera minaccia quella porta sempre aperta sul corso di Cinisi, che accoglie migliaia di persone giunte da tutta Italia che rifiutano la prevaricazione mafiosa e hanno sete di libertà e di giustizia''.
Il presidente della commissione antimafia, Francesco Forgione, ha dato la propria solidarietà alla famiglia Impastato per entrambi i gesti di minaccia. Mentre il sindaco di Cinisi, Salvatore Palazzolo, ha annunciato che ''a Peppino Impastato sarà intitolata l'aula dove si riunisce il consiglio comunale''. ''Da vivo Peppino non c'è mai entrato - ha detto - ma ci entrerà da morto; sarà un fatto storico e non solo simbolico''.
La tensione resta alta a Cinisi. L'altro ieri mattina, i carabinieri avevano interrogato decine di persone per cercare una traccia dei vandali. Ma non si è trovato un testimone. Da ieri sono in corso nuove indagini.