Gli eco-affari di 'Ginu u mitra'
Sequestrati beni per 22 milioni di euro ad un boss di Porta Nuova impreditore al Nord
Beni per un valore complessivo di 22 milioni di euro, riconducibili a Luigi Abbate, ritenuto boss del mandamento mafioso di Porta Nuova a Palermo, sono stati sequestrati dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo su proposta del questore Nicola Zito.
Luigi Abbate, conosciuto anche con il soprannome di "Gino u mitra" per la sua particolare abilità nell'uso delle armi, fa parte di una famiglia di noti pluripregiudicati.
Il sequestro è arrivato a conclusione di indagini patrimoniali svolte in collaborazione dalle questure di Palermo e di Lodi e che hanno riguardato una rete di società cooperative, in maggioranza operanti nell'attività di raccolta e smaltimento rifiuti. "Un solidale e compatto gruppo imprenditoriale mafioso - scrivono gli investigatori - all'interno del quale ciascuno dei consaguinei ha svolto il ruolo di prestanome, offrendo un importante contributo per il conseguimento dei fini illeciti realizzando una rete di società cooperative, la maggior parte dedite all'attività di raccolta e smaltimento rifiuti, strettamente collegate all'impresa principale, 'Italia 90', con finalità dirette a monopolizzare il settore".
Nel corso delle indagini l'attenzione degli investigatori si è concentrata particolarmente su "Italia 90", una società con sede legale a Palermo e sede operativa a Ospedaletto Lodigiano (LO) dove si è aggiudicata oltre 40 gare d'appalto indette da molti comuni delle provincie di Lodi e Cremona, ma anche della Regione Lombardia e Liguria.
Gli investigatori hanno individuato numerosi rapporti bancari intestati alla societa e usati per movimentare ingenti flussi di denaro non giustificati dall'esigua redditività dell'attività imprenditoriale svolta. La società, formalmente intestata ai coniugi Maria Abbate e Claudio Demma, la prima in qualità di procuratrice il secondo in qualità di socio unico, si sarebbe aggiudicato le gare d'appalto con violenze e intimidazioni nei confronti delle imprese concorrenti e minacce anche nei confronti di funzionari delle stazioni appaltanti, che venivano indotti a svelare informazioni coperte dal segreto d'Ufficio.
Oltre a "Italia 90" la polizia ha sequestrato un'altra società riconducibile ad Abbate di recente costituzione, la "Ecoitalia Ambiente s.r.l.", con sede a Palermo, sempre destinata all'attività di riciclaggio, trasformazione e smaltimento di rifiuti solidi urbani.
Insomma, è convinzione degli investigatori che la gestione dei rifiuti in diversi comuni del Nord Italia sarebbe stata nelle mani di Cosa Nostra.