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Gli ignoti adesso noti nell'inchiesta sulle assunzioni a Sicilia e-Servizi

Il Gip di Palermo ha chiesto l'iscrizione coatta nel registro degli indagati per Crocetta e Ingroia

10 marzo 2015

Il Giudice per le indagini preliminari di Palermo, Lorenzo Matassa, ha respinto la richiesta di archiviazione dell'inchiesta sulle assunzioni illegittime alla società Sicilia E- Servizi aperta, a carico di ignoti, dalla Procura.
Nel suo provvedimento il magistrato impone, inoltre, ai pm l'iscrizione coatta nel registro degli indagati dei nomi individuati dalla polizia giudiziaria che fece gli accertamenti: Antonio Ingroia, ex pm ora amministratore unico della partecipata regionale, il governatore Rosario Crocetta e gli assessori dell'epoca: Antonino Bartolotta (Infrastrutture), Ester Bonafede (Lavoro), Dario Cartabellotta (Agricoltura), Nelli Scilabra (Formazione), Michela Stancheris (Turismo), Patrizia Valenti (Funzione pubblica).
L'informativa degli investigatori, secondo il giudice, individua specifiche violazioni della legge che prevedeva il blocco delle assunzioni. E sarebbe ravvisabile "dolo intenzionale" nell'operato dei vertici di Sicilia e-Servizi e della politica regionale nonostante le assunzioni fossero finalizzate ad evitare la paralisi della scoetà. Sulla vicenda pende parallelamente un procedimento davanti alla Corte dei Conti.

L'accusa contro Ingroia muove dal fatto che, da commissario liquidatore, l'ex procuratore aggiunto di Palermo stipulò contratti con 75 dipendenti della Sisev, società privata satellite dell'azienda pubblica: si sarebbe trattato di "assunzioni mascherate" nella pubblica amministrazione, effettuate in violazione delle regole che prevedono le immissioni in servizio nel pubblico e il blocco in questo settore, disposto per ragioni di spending review.
I paletti sarebbero saltati grazie a un parere dell'Avvocatura dello Stato, che la Finanza non ritiene vincolante, circa la possibilità di assumere a tempo indeterminato nelle società partecipate, con il cosiddetto "ripopolamento": mentre sarebbe dovuto valere il divieto anche di fare assunzioni a tempo determinato.
Crocetta e gli assessori votarono la delibera numero 6 del 2014, che recepì il parere non vincolante dell'Avvocatura e diede il via libera al transito dei 75 ex Sisev in Ses (Sicilia e-servizi). Il costo dei dipendenti, da marzo 2014 a luglio 2015, è stato valutato in 2.257.736,42 euro.

Crocetta, Ingroia, l'avvocato dello Stato Massimo Dell'Aira e i sei assessori sono già stati citati in giudizio davanti alla Corte dei conti, per la stessa vicenda: al presidente della Regione sono stati chiesti 265 mila euro, a Ingroia e Dell'Aira 100 mila a testa, agli assessori 50 mila a testa.
La procura, all'epoca diretta da Francesco Messineo, il 28 luglio scorso, nonostante il rapporto della Finanza, aveva chiesto di archiviare il fascicolo senza nemmeno identificare i presunti responsabili, ma trattando il fascicolo come "ignoti". Ora il Gip Matassa rileva che "non possono dirsi ignoti coloro che sono stati compiutamente identificati dalla polizia giudiziaria, nella nota depositata il 14 aprile 2014". Inoltre l'ipotesi, già formulata dai magistrati contabili, è quella di avere arrecato un ingiusto vantaggio, anche patrimoniale, a soggetti che, senza la violazione di legge, non avrebbero ricevuto il denaro: in altri termini, non si tratta solo di una violazione erariale ma anche di un reato.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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10 marzo 2015
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