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Gli "impresentabili"

"Fuori dalle liste del Pdl chi ha problemi con la giustizia". Dell'Utri e Scajola si ritirano spontaneamente, Cosentino invece...

21 gennaio 2013

C'è tempo fino alle otto di questa sera per la presentazione delle liste. Ore lunghissime per il Pdl che più volte ha rischiato di spaccarsi proprio sulla questione delle candidature. Da qualche giorno sul tavolo c'è il dossier "impresentabili", oggetto di una riunione blindata a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi, Angelino Alfano e Denis Verdini. A sorpresa, il Cavaliere ha sposato la linea dura: fuori chi "ha problemi con la giustizia". Ma c'è da superare la resistenza dei diretti interessati.
Marcello Dell'Utri e Claudio Scajola hanno fatto un passo indietro. L’ostacolo da superare: Nicola Cosentino in Campania. Il deputato casertano, fin dall’inizio, ha chiarito di non avere alcuna intenzione di cedere il passo.

E dopo un lungo braccio di ferro durato tutta la notte, sembra esserci una schiarita nella trattativa per le liste del Pdl in Campania. Secondo le ultime indiscrezioni raccolte in via dell'Umiltà, sembra l’abbia spuntata proprio Cosentino per un terzo posto sicuro in Senato.
Tra i seggi blindati, quello di Luigi Cesaro: l'ex presidente della Provincia di Napoli dovrebbe correre al secondo posto in Campania 1, dietro il capolista Gianfranco Rotondi. L'avrebbe spuntata anche Michele Pisacane, del Pid, nella circoscrizione 2, dove capolista è Mara Carfagna, seguita da Nunzia De Girolamo.
Resta ancora da capire invece come sono stati affrontati altri due casi legati alla candidatura di Cosentino, quelli di Alfonso Papa e Gennaro Coronella. "Non intendo ritirare la mia candidatura. Com'è noto al Presidente Berlusconi la mia ferma volontà di portare avanti la battaglia per un sistema carcerario rispettoso della dignità umana e per una riforma organica della giustizia nasce dalla mia esperienza e dal desiderio di dare voce ai troppi che soffrono", ha ribadito anche ieri Papa. Il senatore Coronella che si era lamentato invece di non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione sulla sua candidatura malgrado non abbia mai ricevuto un avviso di garanzia.

Berlusconi, che fino a qualche giorno fa sembrava propenso a 'salvare' gli "impresentabili" per garantismo ma anche per calcolo elettorale (hanno un ampio bacino di voti), ha cambiato idea dopo aver letto alcuni sondaggi preparati da Alessandra Ghisleri. Avere liste 'non pulite' avrebbe un effetto zavorra per il Pdl su tutto il territorio nazionale. Ci sarebbero forti ripercussioni in Campania, ma soprattutto in Lombardia, regione chiave per gli equilibri del Senato. Insomma, sarebbero stati più i voti persi con le candidature sotto accusa che quelli del loro bacino di preferenze.
A dare forza alla tesi delle 'liste pulite' è arrivata la mossa del Pd. I democratici hanno escluso quattro candidati dalle liste elettorali, mettendo così in un angolo il Pdl. Non adeguarsi - si spiega - avrebbe significato prestare il fianco agli attacchi mediatici degli avversari.

Nelle ultime ore, alcuni problemi sono spuntati in Abruzzo, dove la proposta di un seggio sicuro per i transfughi dell'Idv Antonio Razzi e Domenico Scilipoti ha scatenato le proteste dei dirigenti locali del Pdl, con la minaccia di dimissioni dal partito del governatore Gianni Chiodi.
Risolta invece la grana Marche. "Mi metto a disposizione e accetto la candidatura, al presidente Berlusconi non si può dire di no", ha spiegato il deputato Remigio Ceroni, coordinatore del Pdl delle Marche, dopo aver incontrato l'ex premier a Palazzo Grazioli.

Berlusconi potrebbe rinunciare al ruolo di capolista al Senato al Nord. Renato Schifani sarà capolista per il Senato in Sicilia, mentre Angelino Alfano dovrebbe guidare la lista per la Camera (con Antonio Martino). Per Alfano possibile anche la guida della lista nel Lazio, dove invece rischia l'esclusione l'ex An Barbara Saltamartini - riferiscono fonti interne - 'per la sua 'simpatia' nei confronti di Monti'. Polemiche interne, invece, per la possibile presenza di Francesco Battistoni, succeduto a Franco Fiorito come capogruppo alla Regione, come numero 4 nella lista Lazio 2. Chiede spazio anche Mariarosaria Rossi, fedelissima del Cavaliere, che ambisce ad un ruolo da capolista. Sembra tramontare, invece, la candidatura di Flavio Briatore in Sardegna. L'imprenditore avrebbe preferito fare un passo indietro.
In Liguria il capolista sarà Daniele Capezzone per il Senato e Sandro Biasotti alla Camera. In Calabria, oltre alla conferma di Jole Santelli dovrebbe trovare spazio Dorina Bianchi e Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato ucciso. Il governatore Giuseppe Scopelliti resterà alla Regione, tenendo fede all'impegno preso in campagna elettorale.

Il passo indietro di Dell'Utri: "Non voglio fare da capro espiatorio in caso di sconfitta" - "Finisce qui, ritiro la mia candidatura". Il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri in una intervista al Fatto Quotidiano, spiega che "Silvio continua a dirmi che possiamo trovare una soluzione, che c'è tempo fino a lunedì sera. Ma ho deciso: non mi presento alle elezioni". "Ci ho riflettuto bene - dice - il Pdl sta salendo nei sondaggi, la vittoria non è impossibile, ma è improbabile. Non voglio fare da capro espiatorio, non voglio che si dica: 'Abbiamo perso per colpa di Dell'Utri’".
La scelta è maturata anche perché siamo al capolinea. "Se non fossi stato in Parlamento, è vero, sarei già finito in galera. Ma ora non serve più a niente" perché in caso di condanna definitiva "non c'è scudo che tenga, nemmeno quello parlamentare".
"Io comunque - aggiunge Dell'Utri - sono ottimista, spero che i giudici capiscano che quelle accuse non esistono e in ogni caso 'sono abituato a cose forti, non ho paura'".
"Il mio
- conclude - è un gesto di amicizia. Certo che non mi conviene, ma dopotutto, ripeto, la storia e' arrivata alla fine. E' il momento di chiudere. La mia candidatura non serve più a nessuno. Nemmeno a me".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica.it]

 

 

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21 gennaio 2013
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