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Gli ispettori del Guardasigilli ad Agrigento per chiarire l'assurda storia di pedofilia avvenuta qualche settimana fa

28 febbraio 2008

Gli ispettori del ministero della Giustizia sono arrivati ieri al tribunale di Agrigento. Dovranno verificare se ci siano stati ritardi nell'esame della vicenda giudiziaria di Vincenzo Lo Iacono, il pizzaiolo arrestato nelle scorse settimane con l'accusa di avere violentato una bambina di 4 anni. L'uomo, sottoposto all'obbligo di firma, nel 2006 era stato condannato a 6 anni e 6 mesi per abusi su due sorelline di Aragona. Arrestato nel 2004 era stato scarcerato dopo un anno per scadenza dei termini di custodia cautelare.

Sono tre - due magistrati e un cancelliere - gli ispettori che il ministro Luigi Scotti ha inviato ad Agrigento. Nei prossimi giorni, dopo aver visionato il fascicolo, ascolteranno, i magistrati della procura e dell'ufficio gip, che si sono occupati della vicenda. Al centro degli accertamenti i ritardi che a marzo del 2005 portarono alla scarcerazione di Iacono. Il pizzaiolo era stato denunciato dai genitori di tre sorelline di Aragona che avevano raccontato di essere state molestate dall'uomo ed era finito in manette nel 2004.
Liberato per scadenza dei termini a marzo del 2005, nel 2006 era stato condannato a sei anni e sei mesi per violenza sessuale su una delle bambine e molestie nei confronti di un'altra sorellina. Il gup l'aveva assolto, invece, dalle accuse relative alla terza minorenne. Dopo la scarcerazione Iacono era stato sottoposto al solo obbligo di firma.

E due settimane fa era andato ad assolvere al provvedimento in compagnia della figlia di una parente che aveva poi violentata. La vittima, sotto shock, aveva raccontato gli abusi alla mamma che aveva denunciato il pizzaiolo.
Il fatto che l'uomo fosse libero aveva suscitato molte polemiche, e il ministro aveva chiesto una relazione al procuratore generale di Palermo che, nel predisporre il rapporto, si era basato su un documento del procuratore di Agrigento Ignazio De Francisci. Nel raccontare i termini della vicenda il capo della procura della città dei templi aveva sostenuto che i ritardi nella richiesta di rinvio a giudizio di Lo Iacono fossero da addebitarsi ai tempi lunghi con cui i carabinieri del Ris avevano risposto alle deleghe di indagini sul Dna dell'indagato. [La Sicilia]

- Il mostro era libero (Guidasicilia.it, 18/02/08)

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28 febbraio 2008
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